Ragionevolmente, gran parte della stagione estiva è compromessa.
Non ci si riprende subito dalla percezione del Paese infetto.
La Sardegna fonda una larga parte della sua pace sociale sui flussi turistici. Non c’è albergatore che in questo momento non stia ricevendo disdette.
Dinanzi a eventi di questa portata, bisogna avere due obiettivi: 1) tenere in vita le aziende; 2) tenere in piedi i redditi.
Il Bilancio 2020 della Regione Sardegna deve essere modificato e semplificato per sostenere da un lato i costi del sistema sanitario sottoposto a pressione e, dall’altro, i costi di un’immissione di denaro pubblico a copertura, non dico totale, dei mancati ricavi delle aziende e dei mancati redditi.
Se lo si fa, si supera l’emergenza. Diversamente è facile prevedere tempi molto cupi e socialmente tesi.
L’Italia, dal canto suo, come sta già accadendo in queste ore, vedrà messe a nudo le sue superbie (quelle dei primi giorni, del Paese più severo e incolume di tutti) e le sue ipocrisie (quelle del bilancio della redistribuzione del cuneo fiscale finanziato con tasse indirette e speranze di crescita del Pil). Lo spread ha cominciato a salire ed è normale che accada, perchè chi ha in pancia titoli di Stato italiani non può non avere qualche mal di testa. L’Italia avrà bisogno di una moratoria elettorale di almeno due anni, dovrà far finire la campagna elettorale permanente che la affligge da quasi un decennio e dovrà veramente far nascere un esecutivo in grado, per unità politica, di chiedere e sostenere una cura terribile al sistema economico e sociale del Paese.
Ma ci dimentichiamo che siamo per l’indipendenza della Sardegna?
Il cammino percorso questi anni lo lasciamo alle spalle?
Intanto chi è attualmente al governo del Popolo Sardo si attivi per promuovere la Sardegna nel mondo, come terra incontaminata e incantevole come un paradiso terrestre.
Noi possiamo superare questa crisi economica solo in questo modo.