Ieri ho visto Alberto Cellino concionare le folle in veste di trasportatore e invitare la politica ad andare al porto di Oristano. Uno shock.
Certo, la politica dovrebbe andare nei porti, ma anche nei tribunali del Giudice del Lavoro, dovrebbe presidiare i supermercati dove si insegna a pagare poco ciò che vale molto e moltissimo ciò che vale pochissimo.
Dovrebbe presidiare tutte le filiere alimentari e vedere come e dove sono avvenuti i rincari.
Invece no, queste eventuali presenze politiche non sono gradite.
La politica è processata se non si occupa del carburante e lo è ugualmente se si occupa dei rincari del pane o dei licenziamenti.
La politica è un bancomat: deve rispondere agli stimoli immediati, non perseguire un’idea di giustizia.
Ieri Cellino avrebbe dovuto invitare i sardi trasportatori a non danneggiare altri sardi, avrebbe potuto, da meritoriamente ricco qual è, farsi promotore di un fondo di solidarietà per superare la crisi, farsi promotore di una politica di calmierazione dei prezzi.
Invece no, si è fatto prendere la mano dall’estetica del capopolo o dell’arruffapopolo. Uno scivolone per me inatteso che segna un punto di non ritorno.
Solo in Sardegna, da un lato viene denunciata sui giornali una speculazione sui prezzi per la farina, dall’altro non si capisce nulla di come sostenere le imprese dei trasporti sul caro carburante (perché si grida anziché ragionare, posto che le soluzioni ci sarebbero, ma richiedono un po’ di tempo per essere spiegate, non possono essere ridotte a un quantum e a una battuta), per cui alla fine si prende a modello di buona legislazione il contributo di 40 milioni di euro ai pastori, che è come dire cucinare il coniglio con la ricetta dell’orata.
Solo in Sardegna accade che dei sardi blocchino i prodotti della terra dei sardi e li facciano marcire nei porti della Sardegna, dopo peraltro che l’agricoltore ha provveduto a pagare il prezzo del trasporto aggiornato ai rincari.
Se si fosse provato a farlo in Corsica, io so come sarebbe andata a finire.
Solo nella Sardegna nella quale si è diffuso il morbo della “morte al politico” e del “viva il tonto e ignorante”, e più è tonto, aggressivo e ignorante e meglio è, possono accadere queste cose vergognose.
E d’altra parte, di che cosa ci si stupisce? Ci sono scuole, e ci sono presidi, che tra l’alunno che è sfrontato e ignorante e il professore esigente, scelgono il primo, lo promuovono a oltranza per garantire le cattedre e mascherare i dati sulla propria efficienza, consegnando alla società, a fine corso, degli aggressivi ignoranti che hanno ottenuto tutto semplicemente alzando la voce. Di che cosa dobbiamo stupirci?
Solo in Sardegna si può confondere e uccidere l’interesse nazionale di tutti sull’altare del proprio interesse personale. Ammazziamoci tra noi tutti quanti, forza, continuiamo così! Date ragione a quelli che dicono che i Sardi hanno bisogno di chi li governi, perché da soli si scannano a vicenda.
Solo in Sardegna dei sardi bloccano e rovinano altri sardi (come era già successo durante la protesta del latte del 2019, quella delle violenze tollerate dal Ministro degli Interni) mentre ci sono banche che anziché consentire, nei periodi di crisi, ai debitori di ristrutturare i debiti e superare la crisi, strozzano le imprese, anche agricole, e le fanno fallire per poi realizzare dalla vendita dei beni un decimo di quello che avrebbero potuto recuperare facendole respirare. Per questo, nessuna protesta, nessuno convoca i politici.
Solo in Sardegna si protesta per una pala eolica (che non è un problema, il problema è dove la si colloca) e si tace sulle tonnellate d’acqua buttate, in periodo di siccità, per produrre biomasse (piante di granturco modificate). Meglio la biomassa bruciata che il grano, i carciofi, i pomodori ecc.
Solo in Sardegna si può essere così fratricidi.
Perché non è vera. Il produttore di polli di San Vito non li ha potuti consegnare a Cagliari. E comunque, vivere in un sistema teorizzato come autarchico non è un’ottima ambizione.
Non interrotto nel tempo il vecchio vizio di autoflagellazione, chissà a quale scopo espiatorio, di sempre meno miei conterranei, …invidia … servilismo… i sardi hanno bisogno di chi li governi, perché da soli si scannano a vicenda…
Non arrendersi, rivendicare una specialità esclusiva …finiamo con il credere che sia vero, conficcandolo nelle nostre cellule.
Se è questo che lasciamo in eredità ai nostri figli…
Mi permetto di dare una notizia: L’invidia ad esempio, è connaturata nel genere umano.
Mi scuso con coloro i quali resteranno delusi dalla perdita del primato, della supremazia degli isolani.
Penso alle osservazioni sulla dipendenza della nostra economia, “esportiamo poco, importiamo tutto”, cosa tristemente reale.
La protesta di questi giorni vede il blocco delle merci nei porti, in uscita, ma credo anche in entrata.
Visto che le nostre imprese al momento sono piccole o piccolissime, con il mercato di riferimento soprattutto interno, vuol dire che quello che troviamo negli scaffali questi giorni è soprattutto Made in Sardinia. Perché non valutare questa situazione anche come una opportunità?
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La pesante crisi energetica che si sta vivendo riguarda tutta l’Europa e con essa tutta l’Italia, ma in Sardegna la si vive e la si racconta come se fosse una crisi solo sarda. Sembra quasi che oltre Tirreno ci sia l’eldorado e che noi poveri sardi siamo come al solito vittime di forze misteriose che schiacciano la nostra povera economia.
Credo invece che proprio in questo frangente l’insularitá ci stia fornendo delle opportunità proprio sui costi di trasporto. Infatti a bordo di un traghetto i camion viaggiano spenti, non consumano gasolio. Per loro lo fa la nave, che paga il carburante a un costo inferiore rispetto a quello per l’autotrazione, ripartendolo, poi, su centinaia di camion imbarcati. Probabilmente un camion che oggi viaggia sul Tirreno a bordo di una nave subisce un rincaro inferiore rispetto a quello che sopporta quando viaggia su strada.
Il problema dell’aumento dei costi di trasporto penso che sia da ricondurre anche ad una eccessiva polverizzazione del mercato, composto da piccole imprese che strappano contratti di trasporto al ribasso, che si reggono a malapena in periodi normali, figuriamoci in periodi profondamente negativi come questo.
Il mare che ci separa dal continente ci richiede un’organizzazione logistica intelligente ed efficiente per poter essere efficace. Ma questa opportunità non l’abbiamo mai colta; abbiamo sempre utilizzato il mare e l’insularitá come grimaldello per tentare di aprire i forzieri delle casse pubbliche dalle quali ci siamo accontentati di raccogliere pugni di briciole. Ora i pugni arrivano alla bocca dello stomaco, e tolgono il fiato.
È un antico vizio dei sardi quello dell’invidia per il compare e il servilismo per chi viene dal continente.
Trovo giustissimo un fondo di solidarietà. Con il mio poco contribuirei, purché aiuti i veri in difficoltà. Non chi ne veste solo i panni.
La regione ha sbagliato nel dare soldi a tutti.
E sempre a proposito di politici, come ha potuto Draghi affidare un compito a Bellanova, dopo la precedente tragica esperienza di governo?
Sarebbe questo il governo dei “migliori”?
Sarebbe questo il governo del Presidente coerente col dettato costituzionale?
Per stare al nostro de minimis, ti risulta che ci sia un’Assessora dell’agricoltura?
Se ti risulta, ne ricordi il nome ad un povero smemorato?
Hai perfettamente ragione.
Il nostro è un quadro disperante.
E, a proposito di populismo e politici, quanto dobbiamo aspettare per averne di adeguati?
Devo dire che un questo momento non so chi votare
Ritengo sia opportuno, considerato il momento, spiegare meglio il significato dell’istituzione dell’ Agenzia Satda delle Entrate e l’acquisizione della gestione delle proprie dighe da parte della Regione Autonoma della Sardegna in termini di accise sui carburanti, costo dell’energia e tassazione in generale….
Sono rientrato ieri da 5 giorni passati in Veneto. Non ho visto nessun blocco di Autotrasportatori….. Ma un continuo andirivieni di camion di tutte le misure….. e il diesel a 2, 3 🤷♂️