Prima di tutto, togliamoci il cappello.
Cristiano Erriu dimostra oggi come sta un uomo di fronte ai suoi errori. Sta dritto, perché è pur sempre un uomo.
Le sue scuse sono struggenti, perché rivolte alla sua famiglia. Sono pulite, perché rivolte a tutti in quanto ex uomo di Stato.
Ecco, si fa così.
E così si rimane integri per i ruoli pubblici, perché fare politica non esige di essere perfetti, ma di essere leali verso l’opinione pubblica.
Veniamo all’informazione.
Oggi abbiamo sull’Unione (cui va il merito di aver illuminato questo squarcio del mondo di mezzo) l’elenco dei diciannove sanzionati. Ora, c’è da sperare che nessuno pensi che aver sacrificato i ‘secondi’ consenta di far cadere il silenzio sui ‘primi’.
Oggi la notizia non è l’elenco dei nomi delle persone sedute in quarta fila, ma è la sincerità di Erriu sulla Nuova. Perché adesso Erriu, se chiamato dall’autorità giudiziaria, lealmente dirà chi conosceva dei presenti e tutti i giochini fumogeni di questi giorni, alcune patetiche smentite, faranno esattamente s’annada ‘e su fumu.
La pulizia di Erriu metterà oggi in movimento il tremebondo Solinas. Ieri l’opposizione in Consiglio regionale è riuscita a fare opposizione (ma non mi sono per niente piaciuti gli epiteti moralistici rivolti al comandante della Forestale, mi hanno ricordato i processi stalinisti. Un uomo può essere colpevole di qualcosa, ma non per questo un altro uomo si deve impancare a giudicarlo moralmente).
Se il problema diventerà finalmente politico (perché sul fronte giudiziario – che ancora non ha un reato iscritto, confermando così platealmente la tesi di Di Pietro che vuole che oggi la magistratura cerchi i reati e poi i colpevoli – c’è da augurarsi che il Pm Pilia utilizzi una Polizia giudiziaria col gusto dell’esattezza al grammo, non quella impiegata in alcune inchieste con margine di precisione a tonnellata), Solinas si troverà a giudicare non solo assessori e capi di gabinetto e collaboratori della sua Giunta, ma anche se stesso, se dovessero essere confermati i rinfreschi a Villa Devoto.
Non solo.
Dovrà giudicare anche un’intera politica dei dati sull’epidemia, perché se oggi si uniscono i puntini delle comunicazioni ufficiali e dei controlli farlocchi durante questo anno e mezzo, tra discoteche semi aperte e campagne con tamponi a precisione imprecisa, viene fuori un quadro come minimo di acclarata incompetenza (compresa quella dei mancati controlli quando si era in zona bianca e subito dopo, quando i contagi hanno ripreso a correre) coperta da comunicazione creativa e accompagnata da impunita pratica di gregge gaudente.
Solinas dovrà graduare. Come si comporterà con chi partecipava, rispetto a chi sopraggiungeva e a chi scappava dai vasistas delle terme? Cosa farà a Villa Devoto?
E alla fine, fatti fuori i secondi, Solinas troverà se stesso, cioè il capitano delle seconde, terze e quarte file che hanno conquistato l’egemonia in questa legislatura.
Cosa farà il capoclasse di se stesso? Io credo di saperlo: andrà nuovamente al Senato, dove si naviga più placidi e più protetti.
Da quanto si apprende a mezzo stampa, Erriu non parlò.
Prima di tutto, aspettiamo di sapere da Erriu chi ha convocato la riunione e perché l’ha convocata.
Oggi i telegiornali: nessun assessore tra le 19 persone controllate a Sardara. Nos sun leande in ziru. Nois tiamus cherrer sos numenes de sos atteros 21 chi nachi sun fuidos . Isperende chi los niada chìe at fattu sos controllo. Si no sa zente podet pensare chi prima che an fattu fuire sos ora grasso e poi an serradu sa jaga.
B’at una chistione manna e grave de seriedade.
E si chie guvernat ‘zogat’ goi, sa zente ite contos, totu, at a fàghere? E mancari ancora chentza pessare chi donzunu tenet sa responsabbilidade de su chi faghet isse (chentza zúghere carabbineris o telecàmeras ifatu) pro sa mala abbitúdine de chircare innantis sa responsabbilidade de sos s’àteros (chi tiat èssere ‘educatzione’ e allenamentu a sa irresponsabbilidade!)
Vi è un grave problema di legittimazione di tutta la classe dirigente, la cd “Casta” , ed i fatti in contestazione rafforzano il diffuso senso di ingiustizia fra quelli che subiscono restrizioni di ogni sorta.
La partecipazione di soggetti con incarico fiduciario del Presidente (intendo per essi Assessori, direttori, dirigenti et similia) è a discredito dello stesso per aver individuato la causa della recrudescenza epidemica nel comportamento inadeguato di parte della cittadinanza.
Ma da quale pulpito!
Indipendente dalla configurazione della sanzione, credo che il giuramento a servire il ruolo pubblico con dignità e onore sia incompatibile con i fatti accertati e sufficiente a far recedere ogni legame fiduciario coi responsabili.
Gli atti sarebbero conseguenti in un mondo normale, con ciò inteso che nessuna rivalsa politica dovrebbe essere temuta.
Ma non sarà così, altrimenti sarebbe riconosciuto a questa classe dirigente altro grado di legittimazione e reputazione.