Ieri è successa una cosa interessante. L’Ansa ha diramato la notizia secondo la quale il presidente Solinas intenderebbe allontanare dai ruoli ricoperti i partecipanti al banchetto di Sardara che facciano parte della sua amministrazione. Erano le 15.38 di ieri.
Poco dopo, Sardiniapost ha annunciato l’avvenuta presentazione da parte dell’onorevole Desirè Manca di un’interrogazione su una festa di 20 persone recentemente svoltasi a Villa Devoto.
Non c’è niente di casuale a questo mondo. Peraltro, anche il linguaggio dell’Ansa era sufficientemnete allusivo, apparentemente severo, ma sostanzialmente accomodante. Il Presidente sarebbe in attesa di comunicazioni ufficiali e, al momento, nessuno della sua amminsitrazione gli avrebbe comunicato nulla. Tuttavia, qualcuno della sua amministrazione ha passato la notizia del banchetto a Villa Devoto all’opposizione. A buon intenditor, poche parole.
Cerco di spiegarmi meglio.
Il vero motivo per cui o i nomi del meeting di Sardara non usciranno mai o se usciranno, non produrranno effetti profondi, sta nei riti del ‘mondo di mezzo’, di quel mondo di contatto tra la Destra e la Sinistra sarda, tra l’interesse pubblico e quello privato, tra il potere momentaneo e quello duraturo, che ha sempre triturato (spesso usando la magistratura e le forze dell’ordine verso gli innocenti) dal Settecento in poi, chiunque abbia tentato di contestarne il ruolo e le funzioni: contro i poveri c’è sempre giustizia, diceva Manzoni.
La storia ci ha insegnato come funziona questo mondo.
Poniamo il caso che Tizio chieda le dimissioni di Caio. Caio non esiterebbe a darle, ma nel contempo non accetterebbe di pagare per aver fatto ciò che tutti facevano, quindi dice a Tizio che non gli dispiacerà se lui, pentito, racconterà chi ha organizzato il pranzo di Sardara e con quale scopo, chi c’era e perché, chi è scappato e chi no. Non solo: Caio ricorderà a Tizio che anche lui durante i divieti pandemici ha fatto incontri culinari, magari in verdeggianti tenute campestri settentrionali e esplicitamente massoniche, col compasso a fungere da struttura rinforzante delle gambe dei tavolini. A quel punto Tizio comincerà a riflettere se è ufficialmente a conoscenza della presenza di Caio al pranzo oppure no. E se per caso qualcuno dovesse notificargli che Caio ha partecipato a un pranzo, potrebbe invocare, giustamente, che attende che si arrivi a un pronunciamento definitivo delle autorità competenti, che non accetta processi di piazza, a meno che non riguardino i suoi avversari, nel qual caso è disponibile a finanziare le forche.
Potrebbe anche darsi il caso di Sempronio, cui sempre Tizio potrebbe chiedere di allontanarsi da sé.
Chi è Sempronio?
Sempronio è un pessimo elemento della fauna politica sarda, uno senza arte né parte, un adulatore manipolatore, un servo intrigante carico di dissimulata invidia sociale. Pur essendo così internamente marcio, Sempronio sa servire e giunge a possedere entrambe le chiavi di Tizio, quella del sì e quella del no, giunge a coprirne ogni debolezza, a conoscerne ogni segreto. In Campidano dicono di questo personale ‘da camera’, che «porta la minca del padrone a pisciare», espressione colorita, imbarazzante, ma che rappresenta bene la confidenza, l’intimità della scrollatina.
Ora è evidente che qualora Tizio provasse anche solo col sopracciglio a dire al servo Sempronio di levarsi di torno, Sempronio non mancherebbe di dire che lo farà immediatamente, ma riservandosi di tutelare il proprio buon nome rivelando i retroscena del potere, tutte le angherie che ha dovuto patire, tutto lo schifo che ha dovuto sopportare scrollando lì e scrollando qua, rivelandosi così serpentinamente per essere ben altro da ciò che era sembrato durante gli anni di servizio.
A questo punto Tizio riprenderebbe a ragionare e noterebbe che in fin dei conti Sempronio è solo un servo, non ha veri e propri incarichi istituzionali e dunque può rispondere delle sue responsabilità mantenendo lo stipendio e la livrea.
Potrei continuare con altri esempi, ma mi pare bastino.
Che cosa riesce, dunque, a mettere in crisi il ‘mondo di mezzo’?
Un potere esterno, un potere autonomo che faccia domande e possa punire i bugiardi, ma soprattuto che possa punire anche Tizio se non agisce. A quel punto il ‘mondo di mezzo’ diventerebbe un coro di uccellini canterini, ma mezza Sardegna comincerebbe a tremare, compresa una parte di quella che vive a contatto col potere esterno di cui sopra. Tutti hanno famiglia. Per cui, il potere esterno, sentendosi minacciato in casa dall’eccesso di sé, sceglierà tre quattro figure del ‘mondo di mezzo’ da mandare al patibolo, mentre tutte le altre le manderà ‘lunghe’, le destinerà all’oblio.
Non è un romanzo, è l’Italia. Per sconfiggere il mondo di mezzo occorre una visione diversa dell’uomo, della storia e dello Stato, non basta e non serve l’indignazione facile facile di un giorno.
Per disprezzo verso questa Italia, il mio calendario è disseminato di giorni per la memoria di tutti gli sconfitti, di tutte le vittime del ‘mondo di mezzo’.
Queste vittime sono il mio personale Paradiso, fatto di giusti, liberi e fieri, non mi importa se vinti.
Che il potere abbia sempre difeso il potere lo si evince dal fatto che è stato ripristinato il vitalizio a Formigoni dopo una una condanna definitiva per corruzione.
Questo comportamenti non fanno bene alla giustizia, anzi sono un’istigazionr a comportamenti disonesti.
Egregio Sechi, no, Fb non basta, dopo l’esperienza fatta di aver denunciato due persone visibilissime in fb e risultate irrintracciabili dalla Polizia e dalla Autorità giudiziaria. Evidentemnte lei ha qualche problema con l’italiano. Mai detto di incontri conviviali massonici a Villa Devoto. Di un incontro conviviale a Villa Devoto hanno parlato nei giorni scorsi i giornali. Di incontri massonici nel nord Sardegna hanno parlato fonti di informazione locale. Quanto alle inversioni a U, mi sembra di ritornare ai tempi delle calunnie soriane, cui lei con la stessa genericità si iscrive. Quando avrà fatti chiari e circostanziati da contestarmi e non fastidi per non essere mai stato io un corifeo, si faccia sentire. Bazi in bon’ora.
Lastima chi custu modu de essere sardos assimbizzada a essere non continentale ma concas de …
ma s’onestade? ite fine ada fattu ?
Non le basta il nome ed il cognome? Per la foto, se proprio ci tiene, può prenderne visione accedendo alla ma pg fb… ma mi domando: ch3 mai se ne farebbe?
Per quanto riguarda il messaggio più che sibillino, che in filigrana lascia trasparire molto di più di quanto dichiarato, la invito a rileggere il passaggio che allude a logge massoniche e pranzi conviviali preso Villa Devoto. Se ha qualcosa da dire, la dica senza troppi sotterfugi che alludono e non dicono…
per i suoi annosi (per la Sardegna) e dannosi (per i sardi) contatti con destra e sinistra, be(, mi permetta di richiamare alla memoria dei lettori il suo palmares, che evito di dettagliare, troppo lungo ed eccessivamente ricco di curve ed inversioni ad “U”..
Vittorio Sechi.
Che figura di m…..
Egregio Sechi, io so quello che scrivo, niente di meno e niente di più. Elenco le mie fonti e ne do conto al lettore. E so perfettamente che non succederà nulla perché il mondo politico sardo ha diversi livelli di mediazione che lo difendono dalle crisi. Quanto a me, la sfido a mettere in evidenza i miei collegamenti con la Destra, con il potere duraturo e con gli interessi privati. Faccia uno sforzo e esca dall’insulto, accetti la sfida, metta un bell’indirizzo e una foto sotto il suo nome e venga in campo. La aspetto.
Assomiglia tanto ad un avvertimento in stile mafioso “… poniamo che Tizio… “.
Colui che scrive questo pattume, sa e non vuol dire, lascia filtrare. Ebbene, colui che immette tanto pattume in rete, è un maestro nel tenere i ‘giusti’ collegamenti fra destra e sinistra, fra potere momentaneo e quello duraturo, fra interessi pubblici e privati, cioè, colui che scrive tanto pattume, era, è e, purtroppo, sarà uno dei più insigni rappreßentanti di quel mondo di mezzo che oggi scaltramente pone all’indice.
Se malauguratamente avessero partecipato alla libagione anche esponenti del PdS, prima di tutto i nomi sarebbero stati già resi noti dai mass media, si sarebbe risalito alle eventuali note di demerito assegnate loro dalla terza elementare in poi dai proprio insegnanti, e ogni 3 virgole si sarebbe ricordato come il leader del partito fosse Maninchedda.
… su chi semus… nessi pro su fragu, o pudesciore, za semus! O est prus zustu a nàrrere chi «sunt»? A donzi modu totugantos in zona bassa, de «bassa», in bassu.
Depimus fàghere sos cumplimentos a sos Campidanesos chi narant «porta la minca del padrone a pisciare»?
Invetze sos Logudoresos (e goi so deo puru, fintzas si donzi bidha de Sardigna est bidha mia, ma de seguru no ca ndhe so mere!) semus prus… grusseris? Ca namus chi bi sunt cudhos chi cherent sos àteros «a lis zúghere su culu a cagare» ca a solos no bi andhant, e bi sunt sos chi faghent custa faina!
Ma semus sempre in cue, tra il davanti e il di dietro, sempre in zona bassa.
Su nàrrere chi cue puru bi at fintzas funtziones netzessàrias, bonas, nóbbiles, a parte totu sas porcherias de bassa.
Ma no mi paret chi sos Sardos cumprendhimus cantu che semus in bassu (si no est a nàrrere chi de cantu semus intelligenti semus fintzas tontos.)
Ma già oggi qualcosa non torna…che ci faceva li il capo della forestale?
All’unione Sarda Casula dice che stava lì per motivi di lavoro; l’oggetto era una verifica (fatta di persona;… doveva controllare bene) per un ampliamento da fare nella struttura…Ma…ma!
…il sindaco di Sardara oggi dice che non vi è nessun ampliamento da fare nel residence che peraltro risulta di propietà del comune di Sardara.
Che ci faceva quindi li il Capo della forestale …si è sbagliato?
Si è confuso?
Si è perso?
Aggiungo…come mai è intervenuta la GDF…
Non sarebbe stato più semplice per un intrepido cittadino amante della legalità sputtanare questi signori chiamando i vigili, la polizia i carabinieri…
Guarda caso la GDF… perché?
Non aggiungo altro!
Duncas in pacas paraulas ,non sapremo mai niente ,e su chi imus ..semus