Adesso succederà questo: nei prossimi giorni la notizia passerà dalle prime dieci pagine della foliazione dei giornali alle successive.
Nel frattempo si aspetterà che l’indignazione pubblica si stemperi. Poi, forse, silenziosamente si chiederà ai politicamente deboli dell’amministrazione Solinas di dimettersi, massimo uno o due, e poi tutto tornerà a fluire lentamente, come i liquami, come prima.
La Nuova Sardegna, per non sbagliare, fa seguire, e con una certa fatica, la vicenda da Sassari, non si sa mai che da Cagliari si venga a sapere troppo. Non solo: la notizia è trattata come fatto di costume non tanto come cronaca politica. È la stessa tecnica di copertura della morìa di persone a Sassari durante l’epidemia. È la tecnica del conte zio di manzoniana memoria: lenire, sopire, dividere.
Per il resto è iniziato il grande depistaggio etico, guidato da sapienti mani istituzionali.
In primo luogo oggi si afferma che non c’è un’evidenza di reato, ma solo una violazione amministrativa. Perché lo si fa notare? Chi stava cercando colpevoli da impiccare? Nessuno.
Il tema era e resta politico e etico prima che giudiziario.
I ristoranti sono chiusi, le palestre sono chiuse, i negozi di abbigliamento sono chiusi, le aule sono chiuse, i barbieri e i parrucchieri sono chiusi, noi siamo chiusi in casa e non ne possiamo più la vita, e nel frattempo persone investite di cariche e di ruoli pubblici, gli stessi che nei post raccomandano ai cittadini comportamenti virtuosi, se ne sono andati a spuntinare per celebrare uno dei tipici riti del mondo di mezzo: pranzare insieme per parlare di tutto e di niente, con apparente cazzeggio e sostanziale ‘odoramento’ reciproco rispetto a potenziali obiettivi comuni.
E dunque: ma chi se ne frega se è solo un’infrazione amministrativa? La sensazione è che oggi si sia fatto filtrare dal palazzo che più conta, che si sta facendo un gran baccano su una possibile multa e niente più.
Allora si potrebbe fare anche un ragionamento al contrario: se è una cosa così banale, perché non pubblicare i nomi?
In fin dei conti non si accuserebbe nessuno di aver commesso un reato, ma si direbbe che ha partecipato oppure no a un evento. Seguirebbero smentite? Benissimo, le si pubblicherebbe e si aprirebbe il conflitto delle interpretazioni sull’affermazione e sulla smentita.
Il dato certo è che dalle caserme della Guardia di Finanza e dagli uffici delle Procure sono filtrati nomi e cognomi per ipotesi di reato enormi, poi rivelatesi fallaci in giudizio, ma a macelleria sociale dei presunti colpevoli già avvenuta, mentre oggi su una semplice violazione amministrativa non filtra nulla, nebbia fitta. Quindi oggi capiamo, dalla cortina di protezione in campo su ‘una semplice multa’ che i nomi sono tali da dover essere protetti. Da chi? dalla ragnatela che lega i palazzi a Cagliari, la stessa che da circa trecento anni fa fallire ogni cambiamento. Beniminde l’Uomo ragno !
E torniamo a quel rompiballe di Manzoni: c’è sempre giustizia per i poveri, cioè solo contro i poveri, i poveri di potere e di denaro.
Ma, si potrebbe dire che si può sempre fare affidamento sulle interrogazioni presentate in Consiglio regionale. E qui siamo al ridicolo, perché i consiglieri regionali sanno bene che nessun membro della Giunta può rispondere rispetto alle interrogazioni depositate.
L’unico caso esposto è quello del Comandante del Corpo di Vigilanza ambientale, i celebri forestali, l’unico che ha avuto la dignità postuma di dire che era lì, lui dice per ragioni di lavoro. Ma perché chiedere la testa di Casula? Per il gusto di vedere l’agnello (bellu creschidu, ca Antoni totu est ma anzoneddu nono!) sull’altare?
Il comandante non va mandato via subito, questo è l’errore tattico.
Il comandante deve ricevere dal Presidente la richiesta formale di un rapporto dettagliato sulla presenza a Sardara di persone dell’amministrazione. Se il Comandante facesse il reticente, andrebbe mandato via, se dicesse la verità, il presidente Solinas avrebbe gli strumenti per decidere sui suoi collaboratori spuntinanti.
Peraltro, non mancano altre ammissioni su cui il Presidente Solinas potrebbe già prendere decisioni, ma, per l’appunto, rispetto a queste si ripete che è solo una violazione amministrativa ecc. ecc.
Torno a dirlo: per uscire dalla palude sarda occorre visione, ideali, disciplina e sacrificio, non facile e momentanea indignazione.
innanzitutto non e’ solo infrazione amministrativa perche’ se i gaudenti hanno consegnato le autodichiarazioni e le stesse risultassero non veritiere penso si possa parlare di false dichiarazioni ad una autorità e ,(se non sbaglio mi pare ci sia proprio scritto nei moduli di autodichiarazione) , in questo caso si puo incorrere in reati di tipo penale