Ieri, mentre si consumavano diverse tragedie e commedie politiche, si svolgeva una seduta della Commissione sanità del Parlamento sardo.
Il Partito dei Sardi era ed è rappresentato dall’onorevole Augusto Cherchi, nella vita civile primario di anestesia (il cui curriculum non è stato vagliato dalle sole commissioni di concorso, ma anche dalla Guardia di Finanza, dai Carabinieri, dal Corpo Forestale, dai Barraccelli e dall’Assemblea di condominio. D’altra parte questo è il destino di tutti i dirigenti del Partito dei Sardi) e noto uomo di pace, tutt’altro che eversore (lo dico per quella parte del mondo politico sardo che, per difetto di argomenti da discutere con noi, chiama i carabinieri e chiede che ci arrestino). Augusto è uno che studia e che crede che le leggi approvate dal Consiglio siano per l’appunto leggi, non auspici. Ieri, in occasione della prima parte dell’audizione di S.M. Moirano (l’audizione continuerà martedì prossimo) si è scoperto che, secondo non si sa bene chi, la legge del Consiglio sulla rete ospedaliera ha bisogno, per essere applicata, di linee guida o di note esplicative. Dove sta scritto tutto questo? Mistero. Non si sa. Augusto ha fatto presente che a suo modo di vedere la rete ospedaliera è un provvedimento scritto in italiano regionale sardo, questo sì, ma comunque comprensibile e non affetto da oscurità burocratiche. Un lettore non affetto da patologie è in grado di leggere la legge e di capirla. Ma tant’è, nella Versailles sanitaria sarda, si ritiene che servano le linee guida. Ne consegue che se non si sta dando attuazione alla rete ospedaliera, la colpa dovrebbe ricadere sull’assessorato che non esita le linee guida, ma dopo una rapida indagine si scopre che nessuno all’assessorato pensa di dover scrivere linee guida. “E allora?” si chiederebbe il mio amico zio Gavino che usa questa espressione per le questioni irrisolvibili di cui lui solo conosce la soluzione? Mistero.
Il buon Augusto (sempre quello il cui sudore è stato sottoposto a verifica da Guardia di Finanza, Carabinieri, Corpo Forestale e Assemblea condominiale) ha poi chiesto una informazione ovvia: quanti sono i dipendenti di ruolo dell’Ats? Quanti sono quelli in servizio? Quanti sono i dipendenti delle Asl con contratto a tempo determinato? Quanti gli interinali? Mistero. I dati disponibili non sono della Regione Sardegna, ma del Ministero e risalgono al 2013!
Si dirà: “Ma questi sono dati di base!” Ebbene, i dati di base sono sconosciuti al Consiglio della sardegna, però, nelle more di queste nebbie informative, si è riusciti ad annunciare elettoralmente 2000 nuove assunzioni. Ma non demoralizziamoci: le stesse persone che hanno assunto a manetta poco prima che si bloccassero le assunzioni in sanità, le stesse che hanno bloccato alcune Asl e invece fatto respirare Asl marginali e ospedali periferici, gli stessi che hanno fatto tutto questo, adesso ci daranno i dati che siamo ansiosi di leggere. Ma una volta che li leggeremo, rimarrà un problema centrale: in base a che cosa si è stabilito il fabbisogno ottimale di personale della sanità sarda? Augusto ha suggerito che siano i criteri per l’accreditamento, ma gli è stato subito obiettato che non è così. E dunque com’è? Mistero. A martedì prossimo.