“E allooooora ” direbbe lui, il nostro signor Angioletto, conforto dell’anima e custode delle vocali campidanesi, il mitico lambrettista che fa pisiti dai palloncini e li regala ai Carabinieri, lo scopritore di Damo e Deva, l’unico testimone presente e vivente dell’Ultima Cena con civraxetti trasformati in rosette, linguine, paninetti di ricotta e all’olio, lui che già lo fa e lo sa, lui direbbe: “E alloooora”.
Chi non frequenta le campagne sarde, e quelle del Medio Campidano in particolare, non sa che “E allooora” può voler dire: “Sì”, “No”, “Forse”, “Può essere” “Tu cosa ne pensi”, “Certamente”, “Manco un po'”, “Bravo”, “Ma ita ses, maccu?”, “E dunque”, “Financo”, “Or dunque” “Giammai” ecc. ecc.
Tutto dipende dal contesto.
Dicono che l’opposizione di Centrosinistra si sta opponendo alla controriforma Asl del Centrodestra, cioè al ritorno delle 8 Asl.
Vero o falso?
“E allooora”, nel senso di “Vero” che il Centrodestra lo sta facendo in perfetto stile conservatore e non riformista.
“E allooora” nel senso di “Falso” che il Centrosinistra non sia d’accordo, perché se così fosse stato, avrebbe chiesto i dieci giorni per l’elaborazione della relazione di minoranza e impedito l’ingresso della legge in Aula prima di Ferragosto.
“E alloooooora”.
È vero o falso che in sanità non funziona nulla per colpa dell’Ats?
“E allooooora”, nel senso di “Falso”, perché in sanità non funziona nulla per difetto di conduzione da parte di chi la governa politicamente e amministrativamente, perché molti primari sono tali per contiguità o con altri primari o con mandrie grembiulate o con attovagliati improvvisati o politicamente motivati intorno a piccoli deschi clinici o chirurgici.
Doveva andar via l’assessore Nieddu per inadeguatezza manifesta; doveva andare via il Commissario strordinario Ats per insuccesso acclarato, e invece, abracadabra, va via l’Ats e tornano le veccchie Asl.
Si mantengono i commensali ma si moltiplicano le rosette, una bella picchettata.
Noi eravamo e siamo contrari all’Ats, all’egemonia politica che ne ha caratterizzato la gestione dal n.2 in giù (perché Moirano, il n.1, era imperiale, non feudale, ed era anche intelligente per quanto drammaticamente prepotente), all’ideologia politica che ha accompagnato la riforma (lo sguardo orante verso la sanità lombarda), ai rapporti con Lombardia e Gemelli che caratterizzarono quegli anni. Ma il ritorno alle 8 Asl è un capolavoro di disgustosa pasticceria sarda (ne basterebbero 3), nel senso del pasticcio, non del dolce, gradito anche al Centrosinistra, e si vede! Dei Riformatori meglio non parlare: sono nel pieno dell’insularità ridotta a convenienza. Basterà riunificare il Brotzu, lasciarlo in solide mani riformatrici, e glu glu, vedrete come andrà giù il ripristino delle 8 Asl, come è andato giù il ripristino delle province abrogate da un referendum organizzato dai Riformatori, come è andato giù il ripristino dei consigli di amministrazione nelle società controllate regionali, abrogati con un referendum promosso sempre dai Riformatori.
“E allooooora”.
A Palau, invece, dopo che noi abbiamo sollevato il caso del Puc inabissato e dopo la lettera tardiva e resipiscente dell’Assessore all’Urbanistica che dà i trenta giorni al Comune per trasmettere gli atti tenuti fermi quasi due anni, ecco che tutti si svegliano a dire che si tratta di mere questioni burocratiche, di multe, di possibili danni erariali, e nessuno a indicare il problema politico e di giustizia.
Primo punto: si vuole dimenticare che l’iter di uno dei Piani urbanistici più importanti della Sardegna venne bloccato dagli arresti – a mio avviso assolutamente eccessivi e immotivati – del sindaco precedente? Questo non conta? Non conta notare che un sindaco venne arrestato e l’iter del Puc si bloccò? Evidentemente non conta.
Non conta notare che il Commissario nominato dalla Regione doveva concludere l’iter, cioè notare che non ha fatto alcun dispetto all’amministrazione entrante, ma solo il suo dovere? Evidentemente non conta.
Non conta notare che la pubblicazione degli atti, le osservazioni dei cittadini e le controdeduzioni, hanno compiuto l’iter comunale del Puc che solo per l’intervento di un nuovo potere, che però non aveva il potere di farlo, non si era ancora concluso nella parte regionale?
In un Paese normale, è assolutamente legittimo che una nuova amministrazione voglia cambiare gli atti di programmazione della precedente, ma se quegli atti si sono perfezionati in tutto o in parte, prima entrano in vigore, poi li si cambia. O meglio: chi non vuole perfezionarli non può addurre come motivo per annullarli solo la sua volontà e la sua attività per impedire che si concludano; deve dimostrare che manca un interesse pubblico a perfezionarli, e qui mi pare sia proprio il caso contrario.
A Palau, si vuol fare un’altra cosa: si vuole revocare il Puc approvato, tornare al vecchio piano di fabbricazione e nel frattempo predisporre un nuovo Puc, un’altra era glaciale dove poter continuare a impedire tutto ai piccoli e far scorazzare a piacimento i grandi che ogni tanto possono invitare a mensa, perché si sfamino, quelli che si lamentano!
“E alloooora”.
Il guaio è che a vedere il dito e non la luna sono anche certi organi di stampa, ormai resi miopi dalla consuetudine sociale a ingoiare tutto, a far durare la memoria il tanto giusto da non suscitare rimorsi e scrupoli.
“E alloooora”.