La consuetudine degli organi di informazione di dare notizie fondate sulle dichiarazioni dei protagonisti e non sui fatti accertati continua a deformare e manipolare l’opinione pubblica. Non solo: ormai impedisce anche ai professionisti dell’informazione di vedere e cercare i fatti.
Continuità territoriale I fatti di questi giorni per la continuità territoriale sono i seguenti: il Presidente della Giunta ha partecipato a una Conferenza di servizi con l’Unione Europea. Fonti su che cosa sia accaduto in quella sede? Nessuna, solo le dichiarazioni della Presidenza dalle quali ieri si è affermato con titoloni che la nuova continuità territoriale veniva sospesa.
I fatti sono che dietro al nuova continuità territoriale ci sono studi, valutazioni, corrispondenze con L’Unione Europea e anche indicazioni dell’Unione Europea che andrebbero pubblicate, perché pubbliche. Viceversa, anziché andare alla Direzione generale dell’Assessorato dei Trasporti e chiedere le carte, come può fare qualsiasi cittadino, i media prima si sono fidati di ciò che ha detto la Presidenza e oggi cominciano a fidarsi di ciò che dice l’opposizione. Nessuno pubblica le fonti. Ma c’è di più.
Già da ieri era ben chiaro, non foss’altro perché pubblicato con titoloni anche nei mesi scorsi, che dietro la nuova continuità territoriale c’era un decreto del ministro dei trasporti Toninelli. C’era anche ieri questo decreto, ma nessuno se n’è ricordato. Ma non c’è solo il Decreto, ci sono tutti gli atti preparatori, c’è lo studio che ha preceduto il bando, c’è il bando, c’è l’aggiudicazione ecc. ecc. Quindi la domanda è: su quali basi il Presidente della Regione ha preso posizione nella Conferenza di Servizi? Alla luce di quale istruttoria? Ma queste domande sono assolutamente troppo esigenti per un’informazione delle emozioni e non dei fatti. Il giornale dura un giorno come la memoria del lettore, che infatti sempre più si dimentica di comprare il giornale, perché lo avverte inutile.
Sanità: che cosa è l’ordinaria amministrazione? Rientra nell’ordinaria amministrazione dar corso ai concorsi svolti? È una bella domanda, soprattutto per l’autorità giudiziaria italiana, obbligata all’azione penale, ma libera di decidere se, alla luce della legge, bloccare politicamente e non legislativamente i concorsi sia o no un atto legale. Personalmente penso che non sia legittimo bloccare i concorsi, mentre penso sia legittimo attivare una verifica ispettiva sui concorsi svolti e in essere, sull’attribuzione delle strutture complesse e quant’altro. Ma in ogni caso, in base a quale istruttoria si è dato questo indirizzo? Non si sa. Negli enti regionali, per legge, nei sessanta giorni successivi all’insediamento, cioè quando i Direttori generali possono essere sostituiti, ci si deve limitare all’ordinaria amministrazione, ma se questa consiste nel bloccare gli esiti di selezioni già svolte, servono ben altre motivazioni: i concorsi non si chiudono o si aprono per ragioni politiche.
Agricoltura: non so quanti ricordino la vicenda del refresh, cioè della rinnovata classificazione dei terreni per determinare la reale superficie adibita ad attività produttiva. Noi denunciammo il danno, poi si corse ai ripari riammettendo le superfici escluse per un errore di Agea, fecendo appello alle Pratiche Locali Tradizionali. Bene, qualche giorno fa l’Unione Europea ha concluso un’istruttoria e ha revocato 350 milioni di finanziamenti all’Italia proprio per le modalità confuse e non vantaggiose per tutti gli agricoltori di identificazione dei terreni qualificati Pratiche Locali Tradizionali. Questa la lettera. La Sardegna, dinanzi a queste acclarate dimostrazioni di pasticci all’italiana, dovrebbe agire per i propri interessi, invece semplicemente non sa, perché vive in una nube di indiscrezioni e rivelazioni che la rendono completamente cieca.