Ieri la passeggiata del Governo Conte in Sardegna non ha prodotto un bel nulla. Tutti cercano voti e non persone. Tutti lisciano il pelo ma non risolvono il problema. Noi abbiamo messo in campo l’unica proposta seria di cui tutti adesso parlano senza citarci (20 milioni di euro per svuotare dalle eccedenze i magazzini attraverso il bando per gli indigenti), ma il Governo italiano, che gestisce i fondi europei utilizzabili, non ha preso alcun impegno.
Carabinieri e Polizia assistono immobili alla distruzione di latte e latticini dei sardi da parte di altri sardi.
Non è più sicura né la proprietà, né la libertà di movimento, né l’incolumità personale.
C’è un clima di paura in Sardegna con le forze dell’ordine che lo osservano a braccia conserte.
I Sardi si stanno dilaniando tra sardi per colpa delle bugie degli italiani e il Ministro degli interni della Repubblica italiana ne è contento.
I caseifici sono fermi. I pastori non sanno che fare del latte. La ricchezza prodotta in Sardegna da sardi viene distrutta per le strade sotto gli occhi della Polizia e dei Carabinieri.
Tutto questo è casuale?
No. È elettorale; è la campagna elettorale dei partiti italiani, e della Lega in particolare, pagata dalla guerra civile dei Sardi.
Il Governo italiano deve fare due atti amministrativi banali: stanziare 20 milioni del bando indigenti per il Pecorino romano e prorogare il Piano dell’offerta che scade il 9 marzo. Non ha fatto nulla. Sono cose che si possono fare in dieci minuti, ma non si fanno. Poi ci sono le accuse al Consorzio del Pecorino Romano, che da sempre è l’oggetto del desiderio degli industriali romani. Bene, si pubblichino le carte. La Regione Sardegna, che le ha, pubblichi il Piano dell’offerta, chi lo ha violato e chi ha ricevuto le sanzioni. Facciamo un’operazione trasparenza e vediamo chi dolosamente sta mentendo, se i Sardi o gli italiani che vogliono impadronirsi della Dop del Pecorino Romano. I giornali cerchino le carte, troveranno la verità.