E dunque il ministro delle infrastrutture viene in Sardegna, inaugura un tratto miserevole di 6 km dell’orientale sarda e va nel cantiere tormentato di Cumbidanovu a scippare come proprio il risultato di ripartenza dei lavori della Diga, conquistato dal lavoro di tanti in tanti anni.
Salvini viene in Sardegna a fare inaugurazioni di cerotti, ma evita di recarsi per esempio a Monte Pinu, vero monumento alla vergogna di Stato, o sull’eterno cantiere della SS 195, o nel disastro degli interventi sulla SS 131 Nord o sull’inesistente intervento, per il quale l’Anas ha già ricevuto gli acconti, per la Olbia-S.Giovanni, la quattro corsie in galleria che Anas non ha mai realizzato.
Salvini, per le gravi e grandi responsabilità dell’Anas e del Ministero della Infrastrutture avrebbe dovuto chiedere il permesso per mettere solo un’unghia del piede in Sardegna.
Invece no. Può permettersi la beffa, tanto è infimo il senso di sé delle istituzioni autonomistiche.
Ad accogliere il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti in Sardegna, con il salasso del costo dei trasporti in corso, sarebbe dovuto essere uno sciopero generale, non un corteo di adulatori.
Che pena che facciamo!
Tanto orgoglio ostentato nel folklore, e tanta infame vigliaccheria nelle istituzioni.
Troppi di noi sono balentes di fucile e coltello, ma non di cervello.
La domanda è d’obbligo: perché Salvini reputa politicamente conveniente venire in Sardegna a prenderci in giro? Perché non ha paura di prenderci in giro?
Perché c’è chi glielo permette.
Io, da assessore, mi sottrassi ad accompagnare il ministro in quella che era una passerella pre-elettorale esattamente come questa. E io posso dire senza timore di smentita di essere stato colui che ha sbloccato la Sassari-Olbia e la SS 125, che ha costretto Anas a riaprire la SS 131 a Villasanta dopo dieci anni di complanari, che ha aperto la circonvallazione di Senorbì che ha presentato contro Anas quattro esposti alla magistratura (la Procura di Tempio mosse almeno il sopracciglio e ottenne che la Sassari-Olbia ripartisse, quella di Cagliari se ne catafotté e la SS 1195 è ancora un cantiere a cielo aperto). Quando riaprimmo Villasanta, fu fatta forse una cerimonia, fu chiamato un ministro? No, si riaprì la strada punto e basta, come fanno le persone serie.
Le istituzioni sarde devono assolutamente sottrarsi alle passerelle di Stato, chiunque sia la maggioranza politica al governo della Sardegna. Bisogna insegnarlo fin dalle elementari: non si ringrazia, né si accompagna chi ti affama.
Invece ieri le istituzioni regionali (quelle statali erano obbligate ad accompagnare il ministro, ma quelle regionali no) erano tutte impegnate a sostenere la coda di Salvini. Evidentemente sardisti e leghisti sardi pensano di trarre vantaggio dal mostrarsi al fianco di un ministro così ostentatamente sfacciato nel prendere in giro i sardi. Ma se Salvini si permette un gesto così inverecondo è perché non vede dinanzi a sé poteri sardi, ma solo pretendenti sardi alle sue grazie, al suo potere. Sono convinto che in cuor suo politicamente li disprezzi almeno quanto noi disprezziamo la sua incapacità.
Signor Manichedda,
mi piace il Suo incipit:
“e dunque il ministro delle infrastrutture viene in Sardegna”
Tanto mi delude il seguito del Suo scrivere.
“chiedere il permesso per mettere solo un’unghia del piede in Sardegna”
Che Salvini sia infido, borioso arrogante ed al contempo ignorante della Lingua italiana, è noto, non solo,nel suo cianciare non conosce i verbi quale il presente indicativo,
(terza elementare) tralascio i congiuntivi, il nostro, è non solo lui, tra i politicanti per meriti acquisiti detiene la prima sedia.
Di grazia, signor Manichedda, sono a chiederLe chi avrebbe dovuto organizzare lo “sciopero generale” ed al contempo fucilare seduta stante il corteo degli adulatori, i possessori del turibolo che tanto incensano,che tanto porgono il deretano altrui allo straniero?
Chi avrebbe dovuto impedire al quaquaraquà Salvini mettere “unghia” in quel ch’è la Sardegna?!
Lei stesso si dà la risposta :
“che pena che facciamo” (sic)!
Signor Manichedda,
Provo pena per quel che scrive,
Lei, di sicuro ha le capacità nel rappresentare il Popolo sardo, di certo tanto amore nutre per la terra natia.
Che aspetta a chiamare alla Lotta gli Audaci, i Combattenti, i Vittoriosi, i sempre Invitti, i componenti dell’Indifferenza, vivere o morire per noi poco conta,quel che necessita,essere presenti al combattimento.
Signor Manichedda,
sorrida è metta la mente in pace.
I balentes non esistono più.
In una mia precedente risposta portavo a memoria il racconto di Salvatore Satta ( Il giorno del giudizio) ove elencava non tanto le virtù del Popolo sardo, quanto la sua decadenza, non solo, già Federico Zero (storico dell’Arte italiana nel suo Cos’è un falso)
descrive brevemente la Cultura del Popolo sardo.
Pag. 26:
… vive di importazioni figurative, non ha una cultura autoctona…
a parte la civiltà dei nuraghi, non avevano arti maggiori:architettura, pittura, scultura. Come si esprimono?
Grande tradizione di canti.
Poi le danze.Poi i costumi.
Oltre:
Sì dà merito di aver sbloccato la Sassari Olbia e la SS 125.
Per poi lamentarsi dell’apparato che tanto refugge :
“Le istituzioni sarde devono assolutamente sottrarsi alle passerelle di stato”
Signor Manichedda,
forse dimentica che le istituzioni sarde sono rappresentante dalla consorteria di tal Solinas?
Scrive di insegnamenti alle elementari : “non si ringraziano n’è si accompagna chi ti affama”.
Quante belle parole, quanto ardire nello scrivere, quanti buoni propositi, quanta sana ribellione nel difendersi dal “nemico”.
Ma, ahinoi, a nulla portano.
A quando la sana ribellione del Popolo sardo?
Quando scrive di insegnamenti elementari, la mente mi porta indietro nel Tempo.
Ricordo un libro, poche pagine, dal titolo “Il padiglione d’oro ” scritto da Yukio Mishima.
Tratta di un monaco buddista,quale ultimo guardiano di un Tempio che tanto si era adoperato per mantenere i giusti Insegnamenti.
Da solo interrogava con la sua mente.
Non più rituali, non più canti, non più gioia, non più interesse.
Solo scialbi visitatori privi di sacralità avevano preso possesso di quel luogo che per lui era Sacro.
Il monaco, l’audace monaco che non si era piegato alla cosidetta modernità, fronte a tale scempio,
saggia fu la sua decisione :
bruciare il Gòmpa.
Signor Manichedda,
non si tiri indietro, non faccia finta di niente, non basta solo scrivere, si vive per morire, chiami a raccolta: saremo in pochi, che importa?
Occuperemo un polveroso viottolo di campagna, un ponte ove non possa niuno, un fontanile ove più non sgorga l’acqua, un assolato eremo ormai in disuso.
Ripeto, che importa?
Sempre a disposizione, sempre all’erta.
Stia bene.
Salvini viene in Sardegna perché in Sardegna abbiamo Solinas. In Sardegna abbiamo Solinas perché i sardi zoticoni e rincitrulliti, che qualcuno li perdoni, lo hanno votato. I sardi hanno votato Solinas 1) perché sono zoticoni e rincitrulliti, 2) perché non c’è una sola persona, fra i politici, nella società civile e in quella imprenditoriale insomma da nessuna parte, che possa concretizzare la speranza di essere governati decentemente. I sardi sono zoticoni e rincitrulliti e …. perché……
La direi con P.M.:” Che pena che facciamo!
Tanto orgoglio ostentato nel folklore, e tanta infame vigliaccheria nelle istituzioni..Troppi di noi sono balentes di fucile e coltello, ma non di cervello.”Una pennellata perfetta.E non c’è altro da aggiungere.
Dopo la vergogna sul latte, ho sempre sperato avesse almeno la “omissis..” di non presentarsi ‘ in Sardegna
Il problema è il potere sardo che non c’è e il buon Paolo Maninchedda ne auspica la presenza. Il problema ha una soluzione semplice ed elementare ma di difficile (e non impossibile) soluzione pratica. Eppure non c’è alternativa e occorre affrontare le difficolta. Le prossime elezioni regionali rappresentano a mio parere l’ultima possibilità che abbiamo per iniziare a porre un argine alle prese per i fondelli non solo di un Salvini ma dell’intera classe politica italiana che spadroneggia in Sardegna. Dopo, persistendo l’inerzia, non abbiamo neppure il diritto di lamentarci.
Per Salvini la Sardegna è l’ isola Smeralda delle vacanze smai/là, dello spritz sulla terrazza figa al tramonto di luglio. Viene qui per questo. Non conosce la geografia, la storia, l’antropologia della Sardegna così come di almeno 17-18 regioni d’ italia. Ha sorriso sparando la battuta la prima volta che ha sentito di questa famigerata incompiuta di
Cumbidanou. Inaugura?…Cosa?…Fa il figo. Anzi il fighetta. Ma in fondo è un Caraganzu qualunque su questa terra che pensa di valere di più solo perché interpreta la parte del leader. Si un qualunque nulla di nulla che è stato votato da tanti, anzi tantissimi. Così come tantissimi hanno votato la sua azzimato “serbidora capoterresa”.
Io sono veramente scioccata come mai questo OMISSIS lo facciano entrare ancora in Sardegna, mi vergogno di queste presenze. Uno che ha sempre parlato male della Sardegna, e bravi i tappeti sardi che lo accolgono con baci e abbracci. Non si accorgono quanto sono miseri, senza nessuna personalità. VERGOGNOSO OMISSIS A UN LEGHISTA DEL NORD.
La prego vivamente, se può, di non chiamarli “sardisti”, lo faccia in memoria di Emilio Lussu. La ringrazio anticipatamente per quello che potrà fare.
Il tratto della ss125 inaugurato ieri è stato avviato nel 1992. Per aprirlo ci sono voluti 22 anni… 22 anni… Fino a ieri il traffico veicolare era costretto in una striscia di asfalto sconnessa, senza cunetta, senza linea di mezzeria perché questa ne avrebbe evidenziato la limitata ampiezza, circostanza che imponeva alle macchine che incrociavano pullman e camion pesanti di rallentare, quasi accostare. In questi ventidue anni sono morte una decina di persone per incidente. E tutto questo non basta per provare vergogna.
Salvini non dovrebbe essere dove è. Fa finta di essere un ministro.
I sardi, ahimè, hanno la memoria corta, altrimenti avrebbero dovuto ricordare la pagliacciata del prezzo del latte. Ma tant’è…pocos, locos……e intende l’orecchio al nuovo padrone.
Che a sos pastores s’annu de su late frundhidu e de sos votos FREGATI, su ministru del FARE FARE FARE est torradu a far BALENARE a sos Sardos allampiados a ogros serrados, a conca irbentiada e a irméntigu fóssile, sos miràculos chi depet fàghere a sa Sardigna salvinizada futura: iscurtade su “programma” chi at dadu in s’intervista de deris! Nois amus irmentigadu s’àteru programma de s’Itàlia, sempre salvinista de illo tempore, candho su Presidente Mario Melis in su famosu viazu a Roma ndhe aiat batidu su “finanziamento” de 2.400 milliardos (tandho in lire) pro sa “rettifica” e elettrificazione de sa ferrovia FFSS, ant fatu carchi tretighedhu de retífica, ant raddopiadu su tretu Castedhu-Decimomannu (tantu sa Sardigna est totu cue) bi ant postu fintzas sos palos cun sos filos fintzas a Décimu, e apustis de pagos annos che ant bogadu fintzas cussos. E fata sa elettrificazione de sa FFSS in Sardigna! E fora sos pagos milliones chi ant ispesu, su muntone de sos milliardos s’Itàlia si che los at torrados issegus ca za li bisonzaiant pro cúrrere de prus, comente est in su programma de custu guvernu melónicu salvinista, per non rimanere indietro de sos àteros in su mundhu de sa gherra ‘civile’.
E como su ministru DEL FARE FARE FARE coment’e ideas za no si cambat pro eletrificare sa FFSS e fàghere viazare prus impresse sos sedile in d-una Sardigna desertu de zente e a cambaradas de zoventude fuindhe e a rios de màchinas andhendhe pro si arranzare donzunu a contu sou comente male podet ma totu a profetu de sos mezos pùbblicos a sediles libberi.
Però modestu su ministru del FARE FARE FARE: at nadu chi a su ponte Ólbia-Civitavecchia no bi est pessendhe: coment’e miràculu del FARE FARE FARE li bastat su ponte Sicilia-Calabria.
E nois, in d-una Sardigna chi còmporat de importazione fintzas sa chibudha e s’azu ammammalucados e atontados coltivamus menzus concas de cibudha, a balentia e barra a nos istèrrere a tapeto de catigare cun sos pes netos de sos ministros chi benint a nos batire s’azudu de sos ladros de Pisa (si ancora bi ndh’at, in Pisa).
Si no paret unu manincómiu, nessi unu logu de irbariados (o irbentiados) o irbariendhe e irbentiendhe za est.
“Ma se Salvini si permette un gesto così inverecondo è perché non vede dinanzi a sé poteri sardi, ma solo pretendenti sardi alle sue grazie, al suo potere.”
Uno schifo.
C’è qualcuno che spera di essere ricandidato… 😂