Sono andato a fare una passeggiata in campagna a Orgosolo.
Ho voluto visitare il luogo dove dovrebbe sorgere la diga di Cumbidanovu, perché incuriosito dall’annuncio shock di Salvini, con al fianco l’assessore leghista ai Lavori Pubblici Saiu, che ha promesso la ripresa e la conclusione dei lavori entro tre anni. Era il 17 luglio scorso.
Ovviamente, la promessa è stata condita, con i consueti cenni a beneficio dei ‘nativi’ di posti di lavoro e acqua pura per i campi.
Avevo memoria di com’era la situazione cinque anni fa, con un progetto vecchio di fine anni Settanta che lasciava tutti più che perplessi (una diga a gravità, quando l’esperienza del Cedrino a valle aveva dimostrato che, in determinate condizioni, era fattibile e più economica una diga tipo Rock Fill a riempimento di pietrame), imprese che avevano perduto tutto nell’alluvione che aveva travolto il cantiere, la Direzione Generale Dighe che emanava Prescrizioni e Direttive ogni due per tre (le ultime, introvabili, sono del 25 gennaio 2021) e che davano la sensazione netta che al Ministero per le Infrastrutture non credessero più nel progetto, ma volessero lasciare la patata bollente del bocciarlo alla Regione.
Questo è il video dell’ante-diga.
I luoghi dicono la verità: non c’è nessun cantiere, nessuna attività, sono luoghi abbandonati che solo una sfacciata propaganda può affermare che vedranno l’opera conclusa in tre anni.
Non solo: se si osservano bene le immagini, si nota che, in questo momento, dopo 10 anni dall’alluvione, i materiali escavati prima e posti al servizio del cantiere, risultano ancora abbancati nell’alveo (al netto di quelli asportati dalla piena).
Nel frattempo la Giunta ha trovato una soluzione per il granchio blu e le cavallette: pare che al crostaceo piacciano le cavallette e che a Solinas piacciano i crostacei. La logica dei problemi risolti per annuncio, porta i letterati a sviluppare la creatività.
Non è che Salvini che conta balle con al fianco un assessore ammaestrato sia una grande novità.
Esiste un piano acque datato 1986, giunta melis. Non vorrei sbagliarmi ma quel piano prevedeva la realizzazione, forse altre 15 dighe, per un importo complessivo , mi pare, di 16mila miliardi. Spero di non sbagliarmi, però quella cifra era pari a 16 volte il mitico master plan di arzachena- costa Smeralda.
Al di là dei costi di presentazione, lira più lira meno, valutati in circa 300 milioni, di quel faraonico progetto, è rimasta la pubblicazione di un libricino a memoria degli assessori che vollero sognarono quel piano. Correva tempo di elezioni e la storia si ripete a distanza di 37 anni. Corsi e ricorsi della storia sarda.
Carissimo Paolo,
non se ne può veramente più di tanto vuoto, tanta pochezza e sopra tutto tanti proclami…ma leggere nell’articolo di ieri “sempre che lo sforzo enorme fatto per metterlo insieme non sia stato ormai vanificato dalle tante furbizie egemoniche estive (mi pare che due partiti siano già andati via e che altri due siano sul punto di farlo” riferito al cosidetto centrosinistro allargato, è stato un pessimo inizio di giornata.
Non si è ancora imparato nulla…