Continuo a ripetere che la nuova frontiera umanitaria, in Occidente come in Oriente, è non permettere che vi siano lavori sotto i Mille euro. In Sardegna stanno sotto i Mille euro non solo molti operai, che sono sempre di meno, ma molti diplomati e molti laureati. Esistono i liberi professionisti del mezzo mese: lavorano per trenta giorni, guadagnano per quindici.
Continuo a ripetere che non è possibile accettare che le materie prime della filiera alimentare della Sardegna e del mondo siano sottopagate così tanto da rendere svantaggioso produrle in Occidente.
Continuo a ripetere che la Sardegna non dispone dei poteri necessari per garantire ai suoi cittadini libertà di movimento. I Sardi sono subordinati, nell’ordine, all’Italia (Roma, Milano), alle compagnie aeree e alle compagnie marittime.
Per cambiare questo ordine di cose serve una intelligente, legale, ben organizzata e durevole mobilitazione del popolo, non più le salottiere riunioni di pochi e stanchi dirigenti di partito in alberghi cagliaritani.
La battaglia in corso in Sardegna tra gli indipendentisti di governo come noi e la Sinistra italiana è proprio questa: noi vogliamo cambiare radicalmente la situazione attuale, l’attuale ordine costituito che limita la libertà, i diritti e la produzione di ricchezza. Loro, la sinistra salottiera dei locali notturni e dei burocrati diurni, la vogliono gestire a proprio vantaggio.
La battaglia in corso tra noi indipendentisti con la Destra italiana, con la Lega, è una battaglia durissima di umanità (nessuno mi potrà mai impedire di salvare chi sta affogando) e di competenza: noi sappiamo che la Lega prende al Sud per dare al Nord.
Il sindaco di Macomer, Antonio Succu, ha insegnato all’Italia che cosa è essere sindaci non salottieri. Noi abbiamo denunciato il furto di milioni di euro a danno dei comuni sardi da parte del Governo italiano con la riduzione del 60% del fondo di compensazione dell’abolizione dell’Imu. Noi facciamo di conto: Sinistra e Destra distraggono gli elettori su altri temi, e intanto prendono.
Non serve una banale riforma. Serve una intelligente, capillare, bene organizzata e profonda rivolta.
Il Partito dei Sardi sta facendo liste ad alta coerenza programmatica. Stiamo pulendo le liste da ogni opportunismo e lo stiamo facendo felicemente.