Il Magnifico Rettore dell’Università di Sassari (UNISS), il Prof. Gavino Mariotti, noto alle cronache per alcune cene eleganti e per le sinergie con i prelati maggiori, non di rado si è presentato quale valente amministratore: ha usato questo biglietto da visita, ad es., nella sua sfortunata candidatura a sindaco del capoluogo turritano sotto il vessillo di Fratelli d’Italia.
La sua amministrazione da Rettore è segnata da un numero consistente (eufemismo) di concorsi per i docenti: chi voglia dati puntuali si armi di pazienza e spulci qui. I posti più ambiti sono naturalmente quelli per i professori ordinari, cui nel mondo universitario spettano gli incarichi di vertice, a cominciare dalla sanità: a UNISS sono stati fatti molti concorsi per professore ordinario (i più costosi, anche nell’ottica degli stipendi da corrispondere negli anni) usando l’art. 24, comma 6 della legge Gelmini, che consente di effettuare procedure valutative riservate ai docenti già in servizio nell’università che fa il bando, con esclusione degli esterni.
Cercate i bandi per professore ordinario del 13 ottobre 2021, per farvi un’idea delle dimensioni di ciò che è stato fatto (in un solo giorno una ventina di bandi ex art. 24 per professore ordinario). Inutile dire che in questo modo si crea anche una classe dirigente, da spalmare su posti di responsabilità strategici (leggi Consiglio di amministrazione, Nucleo di valutazione ecc.).
Tutto ha un costo, ovviamente, e le università devono stare attente a non spendere più di quanto possano spendere. E qui entra in gioco il Collegio dei Revisori dei conti, che è come il Grillo Parlante di Pinocchio: solo che non parla alla coscienza, ma produce relazioni che per legge devono essere pubbliche. In particolare, esprime pareri che riguardano i bilanci preventivi e quelli consuntivi.
Dal sito dell’amministrazione trasparente di UNISS si viene a sapere che il 18 dicembre 2024 il CdA ha approvato il bilancio unico di Ateneo di previsione annuale autorizzatorio 2025, nonché il bilancio unico di previsione triennale 2025-2027, che è pure riportato integralmente, insieme al parere del Collegio dei Revisori dei conti.
Già negli anni passati i Revisori avevano richiamato l’Università di Sassari al controllo dei costi del personale docente: si può vedere ad es. la relazione al bilancio di previsione del 2024, a p. 19: «Va rilevato l’incremento costante e considerevole dei costi del personale docente, conseguente alle politiche di reclutamento adottate, per le quali il Collegio ha effettuato osservazioni e rilievi in più occasioni, che si richiamano». Per chi vorrà approfondire basterà spulciare un po’ i pareri del Collegio relativi ai vari bilanci nel corso degli ultimi anni.
Veniamo ora al parere dei Revisori sul bilancio di previsione 2025: è firmato da due membri del Collegio alle 15,30 e alle 15,35 del 18 dicembre, lo stesso giorno in cui c’è stata la delibera del CdA. Viene da chiedersi se i componenti del CdA abbiano potuto leggerlo con la dovuta attenzione prima di dare il proprio via libera al bilancio preventivo.
Il documento è un capolavoro di finezza perché da un lato esprime rilievi pesanti, dall’altro utilizza il lubrificante, come è del tutto evidente nella formula finale, con la quale afferma che esprime il proprio parere favorevole sul bilancio di previsione di UNISS, ma «subordinatamente all’osservanza dei rilievi specificamente formulati». Azzardiamo una traduzione in italiano corrente? «Così com’è non lo approviamo».
Vediamoli allora questi rilievi, in particolare due.
Il primo ruota attorno alle criticità legate alla riduzione del Fondo Finanziamento Ordinario (FFO) per l’applicazione del D.M. n. 1170 del 7 agosto 2024. Questa riduzione è dovuta soprattutto alla maggiore incidenza del parametro noto come costo standard, «strettamente correlato al numero degli studenti iscritti e agli iscritti ai corsi di dottorato»; «UNISS risulta aver perso, nel 2022/2023, rispetto al 2021/2022, n. 606 iscritti ai corsi di laurea, pari al -7,2%, a fronte di una perdita, sul piano nazionale, limitata al -1,6%»; «le attuali linee di indirizzo, derivanti dai dettami del decreto ministeriale n. 1170 del 7 agosto 2024, potrebbero penalizzare l’UNISS non solo in relazione all’esercizio in corso ma anche negli anni a venire e a regime, viste le criticità già registrate rispetto all’andamento delle iscrizioni e le oggettive difficoltà a catalizzare studenti provenienti da territori extra regionali».
Tutto chiaro sin qui? Riduzione degli studenti = meno soldi dal Ministero. Ovviamente, questo si somma al già segnalato «incremento costante e considerevole dei costi del personale docente, conseguente alle politiche di reclutamento adottate».
Riguardo alla programmazione delle assunzioni che UNISS mette a budget per il 2025-2027, i Revisori invitano alla prudenza: la riduzione del FFO per le cause ricordate determina la necessità di intervenire strutturalmente per evitare che le stesse cause incidano negativamente anche negli anni a venire, agendo sull’indicatore delle spese di personale (che va contenuto entro il tetto dell’80%, attualmente sforato, con tutte le conseguenze negative del caso). Perciò, si raccomanda a UNISS di dare corso a una serie di misure riorganizzative (rivisitazione dell’offerta formativa per aumentare gli iscritti e agire così positivamente sul costo standard) che possano riattivare un circuito virtuoso funzionale all’efficientamento dei costi e alla crescita del FFO; dalla verifica dell’efficacia di queste azioni non potrà prescindere la programmazione delle assunzioni.
Il secondo rilievo pesante formulato dai Revisori riguarda le criticità relative al raggiungimento del target di spesa del PNRR, cui si accompagna un’incertezza circa la possibilità di conseguire le relative somme indicate in apposite poste di bilancio. Riprendendo preoccupazioni espresse anche a livello ministeriale, il Collegio ricorda e rinnova la richiesta di costituire riserve di bilancio atte a coprire il rischio di eventuali revoche dei finanziamenti. Trattandosi di svariati milioni di euro, sarebbe una catastrofe, viene da aggiungere.
Dunque: la retorica airfryer del cattolicissimo Rettore è messa di fronte all’evidenza dei numeri dai Revisori dei conti. Vedremo in futuro se si sarà capaci di mettere rimedio o si porterà UNISS al commissariamento. Intanto, però, il Senato Accademico e il Consiglio di Amministrazione che fanno? I docenti che fanno? Dopo tutto, esiste anche l’art. 2, comma 1, lettera e della legge 240/2010, parte finale, quella che inizia con “a proporre al corpo elettorale con maggioranza di almeno due terzi dei suoi componenti una mozione di sfiducia al rettore ecc. ecc. Ma già, che dico, nell’Università non si fa.
Il concorso di ICAR/20 (Tecnica e pianificazione urbanistica) cui fa riferimento Stefano Enzo è questo:
https://www.uniss.it/sites/default/files/bandi/d.r._di_approvazione_atti_.pdf
E del presule suo amico del cuore non ci sono novità?
Le censure del Collegio dei revisori circa il Bilancio di Ateneo, è bene ricordare che riguardano il 2023, ancorché formulate come si è detto il 18 Dicembre u.s. Sicuramente i Consiglieri di Amministrazione non hanno avuto occasione di meditare su questa rassegna, ma tant’è, l’algebra fotografa la situazione economica finanziaria registrata al 31 Dicembre di ogni anno (2023 in questo caso). Successivamente segue un periodo (in genere di 6 mesi) per convalidare le cifre che sono state aggregate nelle azioni per comprendere a bilancio quanto perseguito da UniSS. Andando a spulciare i verbali, come suggerito nel blog, ci si accorge che sono stati implementati anche metodi molto creativi per questo rapido assalto al caveau della conoscenza, neanche fosse stata una rapina ai portavalori di Mondialpol. Nello specifico, nel resoconto del Senato Accademico del 06/06/2023 si esprime parere favorevole all’aggiornamento della programmazione per il SSD ICAR/20 e nel parallelo documento del CdA svolto nel pomeriggio dello stesso giorno, (seduta straordinaria, forse anche memorabile) si ribadisce l’aggiornamento di programmazione. A questo, udite bene, si completa al punto successivo lo scorrimento della graduatoria a favore di due professori associati, che si ritrovano di colpo promossi al rango di professori Ordinari. Tutto questo grazie al fatto di NON aver vinto il concorso per professore Ordinario di ICAR/20 bandito nel 2020, il cui posto risulta occupato dal vincitore. Quindi ecco spiegato il miracolo contabile che il Collegio dei Revisori non è abilitato a censurare: si mette a concorso una posizione di PO e, alla fine della fiera, ne entrano in servizio 3. Una sorta di Gesù Cristo nella parabola dei pani e dei pesci. Ecco perché il connubio tra UniSS e Santa Madre Chiesa ci sta tutto. Altri resoconti riportano simili scorrimenti a favore degli idonei “graditi”, salvo un caso ancora sub-iudice per un rilievo emerso a cura del Direttore Generale che si trova descritto nel resoconto del CdA del 23/10/2024. Per i “Mariottologi” questo è un caso ulteriore di creatività rigettata che arrichisce la casistica implementata nel Regolamento delle chiamate. Quest’ultimo è stato manomesso per almeno 6 volte dopo il passaggio della sua adozione ufficiale in occasione del mandato Mariotti
Cosa è necessario per diventare ordinario?
Esimio Ginick, deve essere senz’altro per “migliorare la qualità del corpo docente a vantaggio esclusivo della didattica e la crescita formativa degli studenti” (cit.) che il Magnifico nel suo Dipartimento ha fatto ordinaria una che presume l’esistenza di un verbo “avere le tasse pagate”.
Saluti da Antigua e Barbuda. Seguiamo con grande interesse le vicende dell’università di Sassari. Saludos!
Qualche dato sui concorsi? Sono sotto gli occhi di tutti. Prendiamo il Dipartimento del Magnifico Rettore, quello di Scienze Umanistiche e Sociali, noto come DUMAS. Qui si trova la situazione del personale docente:
https://dumas.uniss.it/it/dipartimento/personale-0
Ci sono 20 professori ordinari e 15 associati. Dieci dei professori ordinari sono stati varati nell’era Mariotti.
Normalmente, l’università ha una strutturale piramidale: i professori associati, più vicini alla base, sono più numerosi degli ordinari (come nell’esercito: i generali sono i meno numerosi). E in effetti, nell’intera università di Sassari i professori associati sono 260, quelli ordinari 161 (dati del Ministero). A Bologna, per fare un confronto, gli associati sono 1527, gli ordinari 978; a Roma La Sapienza gli associati sono 1513, gli ordinari 1009; a Cagliari, gli associati sono 490, gli ordinari 274 (sempre dati del Ministero, database del MUR).
Chissà perché, nel Dipartimento che ha espresso il Rettore dell’Università di Sassari, si va in controtendenza.
Egr. Prof
dopo la Sua domenicale attività censoria, degna di miglior sorte, ma, ipotizzo, fatta a fin di bene, oggi si occupa di questioni contabili della UNISS sulle quali dissento , perché basate su ipotesi di eventuali negatività a fronte di atti positivi finora compiuti dal rettore per migliorare la qualità del corpo docente a vantaggio esclusivo della didattica e la crescita formativa degli studenti.
A buon intenditor poche parole!
Distanti (sic!) saluti ( per oggi)!!
606 iscrizioni in meno è un risultato pessimo che indurebbe alla prudenza quando si fanno i bilanci di previsione.
Significa soprattutto un voto negativo verso l’offerta e dunque la scelta di altre sedi fuori della Sardegna .
P.S. non ho ancora capito il motivo della candidatura a Sindaco della Città.
Ma è la stessa università che avrebbe secretato la tesi di laurea di un Presidente di Regione? Che poi sarebbe la stessa che voleva dare la laurea honoris causa a Gheddafi. Che poi leggo, da una locandina apparsa su fb, che la stessa istituzione si appresta a presentare un pregevole libro, il saggio di Caterini sul disboscamento dell’isola e lo fa con lodevole tempismo, appena il volume è uscito dalla stampa, ovvero poche settimane fa.
Sassari un tempo centro culturale, oggi mare magnum con un curriculum del OMISSIS scritto da una Sibilla.
Io credo che un LA OMISSIS così sia stato eletto proprio per fare così. Del resto la questione del controllo dei costi del personale docente nell’ università di Sassari è risaputa ossia conclamata da più di 25 anni. Alcuni rettori in passato si erano distinti per averla denunciata senza effetti.Basti fare l’ elenco dei corsi farlo chi aperti e chiusi fra Nuoro e Alghero o altrove pure. Vedremo Olbia e i suoi nuovi corsi (un po’ di SS e un po’ di CA). Tutto grasso che colava e cola da una sola parte, spacciato come fucina di talenti. A me fa ridere questa Università così miope
Lui va bene per questo: e perfetto così: è la democrazia dell’ oligarchia dell’ università dei cento tradimenti.
Un rimedio c’è: stampare moneta