Ci fanno le moine. L’indipendentismo piace, la sovranità seduce. Ormai concetti sdoganati e al centro del dibattito politico, sono però per molti politici ancora degli oggetti misteriosi.
Ne “sentono” la grandezza e la dirompente forza. Ma non riescono a domarle e farle del tutto proprie, essendo fuori dai loro convenzionali schemi.
Ne sono attratti e impauriti. Per questo un po’ la fanno propria e un po’ se ne discostano. Rinnegare tutto ciò che fino ad oggi hanno professato, o banalizzare la via sovranista?
Ecco quindi che alcuni illuminati candidati, fanno risaltare come la lotta per l’indipendenza, renderebbe vani o addirittura sarebbe contraria ai valori emersi dalla resistenza. Una mossa “furba” per cercare di accaparrarsi i voti di chi ha vissuto direttamente o indirettamente quelle grandi conquiste. Un tentativo di provocare affinità con le classi sociali, ancora tanto presenti nella mia zona, legate ad un’ideologia.
Un tentativo maldestro, sintomatico della superficialità con la quale si affrontano tematiche così importanti. La resistenza è stata lotta di liberazione e uguaglianza, voglia di essere liberi in uno stato libero, possibilità di dissentire, di pensarla in maniera diversa. La resistenza è stata guerra di liberazione da uno stato oppressivo che tarpava le ali a sogni e ideali. La resistenza aveva dei valori, lottava per dei valori, aveva il fine di affermare determinati principi.
La Repubblica Italiana, solo in parte è riuscita a farli propri, a codificarli, a farli divenire base di convivenza civile per il proprio popolo.
E poi nulla è per sempre. Non sono i cittadini che si devono adattare ai contenitori, agli Stati, agli ordinamenti giuridici. Bensì gli ordinamenti giuridici, la forma stato, l’organizzazione sul territorio, sono la conseguenza delle scelte del popolo che su quel territorio insiste.
Quindi così come si è passati da uno stato fascista e dittatoriale ad uno democratico e repubblicano, non si vede perché non si possa ancora evolvere, magari in uno stato di Sardegna inserito in un’Europa dei popoli.
Può essere un concetto difficile da capire, ma la strada indipendentista non ha valori e aspirazioni così diversi dalla lotta di liberazione.
A mandare un bel segnale, ci ha pensato però proprio Francesco Pigliaru, il candidato dello schieramento di centro sinistra e aperto ai temi della sovranità. Davanti alla domanda “come si rapporta con i sovranisti?”, posta da un giornalista nel chiaro intento di metterlo in difficoltà, ha così risposto: “i sovranisti, in questo schieramento, sono un valore aggiunto”.
Luca Angei – candidato del Partito dei Sardi nel collegio del Medio Campidano