Oggi abbiamo citato l’SOS dell’on. Matta come esempio del livello culturale del Consiglio regionale.
Vogliamo rendergli merito, perché è intervenuto in Aula con grande tensione emotiva (min. – 26:41 oppure 14:59), addebitando il suo errore alla dislessia.
Mi è piaciuto vedere un uomo ergersi sicuro della sua insicurezza, non nasconderla. Mi è piaciuto vederlo colmo di fatica.
Sto con i deboli e con i perdenti, non riesco a non schierarmi con loro.
Non so se l’on. Matta sia da annoverare tra questi, ma mi pare che abbia detto la verità nell’annoverarsi tra quelli che hanno fatto fatica più degli altri e non per propria colpa, ma per biologia.
Mi resta un dubbio.
Mentre la metatesi Enattos – Ettanos è tipicamente dislessica, lo è meno la lettura di ‘sos’ come S.O.S., cioè di un monosillabo come polisillabo, per di più con noto e preciso significato di richiesta di aiuto. Credo che, in questo secondo caso, sia intervenuta, più della dislessia, la competenza linguistica campidanese dell’onorevole, il quale probabilmente non conosce l’articolo determinativo maschile plurale ‘sos’, tipico del logudorese, e invece usa la forma ‘is’ tipica del campidanese; come pure è forse intervenuta l’ignoranza o la poca conoscenza del toponimo lulese, benché più volte ripetuto in questi anni (e i dislessici – io ne ho in casa – apprendono molto dall’ascolto).
Anche in questo secondo caso, comunque, l’onorevole ci è simpatico, perché ha avuto il coraggio di giustificarsi, di alzarsi con voce tremante a dar conto di sé.
Non ci interessa se dietro questo intervento c’è anche la mano del responsabile della comunicazione della Presidente, l’orwelliano Gasparetti (che manipola ogni responsabilità in debolezza e, dunque, ogni critica in aggressione): finché un uomo si mette in piedi a difendere la propria dignità, c’è speranza che difenda anche quella altrui.
Vada avanti onorevole Matta, mai sarò dalla sua parte, ma la riconosco come uomo che ancora non è stato interamente digerito dal proprio ruolo.
Due parole all’on. Truzzu che ha tacciato di ‘odiatore’ chi, tra cui io, aveva notato lo svarione del segretario del Consiglio.
Egregio onorevole, capisco la sua corsa a voler apparire almirantiano fino in fondo, a non voler restaurare il fascismo ma anche a non rinnegarlo, a voler apparire affidabile nonostante via Roma e viale Trieste; capisco l’estetica della presentabilità rassicurante, capisco tutto, ma non tacci d’odio il legittimo controllo dei contenuti e dei costumi del parlamento sardo (lei, per esempio, che dice dell’onorevole che va in Consiglio col suo cagnolino? Se lo facessero tutti, dipendenti compresi, il palazzo diverrebbe uno zoo. Se lo facessero i dipendenti della mia Università, che cosa accadrebbe? Se lo facessero i dipendenti regionali, che cosa accadrebbe? Ma voi ve lo permettete. Perché? Per affinità elettiva col Marchese del Grillo).
È legittimo osservare i rappresentanti dei Sardi ed è legittimo mettere in evidenza non tanto i loro limiti personali (chi non ne ha?) quanto le loro inadeguatezze culturali (di questo si tratta nel caso dell’on Matta), perché solo in questo modo si può sperare di garantire all’opinione pubblica criteri di valutazione un po’ più selettivi di quelli in uso. Se crede, le farò una rapida rassegna di come gli svarioni dei parlamentari italiani hanno legittimamente occupato le cronache dei quotidiani nazionali, dall’inizio del Novecento ad oggi.
Invece, a proposito di odio, ricordo perfettamente la campagna che alcuni consiglieri regionali organizzarono contro la Giunta e contro la dirigenza di Abbanoa qualche anno fa. Lei la ricorda? Quello sì che era istigazione all’odio, con la gente che strattonava assessori in carica con ragioni inconsistenti, ma alimentate da facinorosi in giubba.
Non odio nessuno, perché sono stato odiato e so cosa vuol dire, ma non mi faccio prendere in giro da abili strategie retoriche e da ammiccamenti corporativi.
gentilissimo Paolo Truzzu da rappresentante del maggiore partito di coalizione del centro destra mi avrebbe fatto piacere leggerla su argomenti come la questione elettorale elettorale in Sardegna in cui come lei conosce, parte importante dei sardi non ha rappresentanza politica.
Sia gentile, non interpreti come benaltrismo questa mia perché si tratta solo di un perdonabile e inoffensivo desiderio.
Gentile Professore, credo che nel dedicarmi la sua attenzione sia stato tratto in inganno da un resoconto errato del mio intervento da parte di un quotidiano locale. Nell’esprimere la mia vicinanza all’On. Matta, infatti, non ho mai utilizzato la parola “odiatori”, ne ho accusato qualcuno di aver alimentato campagne d’odio, ma ho semplicemente tenuto a precisare che nessuno dei consiglieri dell’attuale compagine di minoranza, a differenza di altri, ha mai pensato di utilizzare i social per denigrare o svilire i colleghi, perché in aula può capitare a tutti di sbagliare.
Per amore della precisione chiarisco che non sono mai stato almirantiano (ma avrei voluto esserlo) semplicemente perché la mia militanza politica è successiva alla sua morte e che mai mi permetterei di tacciare d’odio chi esercita ” il legittimo controllo dei contenuti e dei costumi del parlamento sardo”. Benché ci dividano tante cose, penso che ci vorrebbero più pagine come la sua, in quanto costituiscono un naturale limite all’esercizio del potere assoluto di chi governa (di qualunque colore sia) e una buona cura contro il settarismo. E penso che possano essere d’aiuto anche a coloro che finiscono sotto il giogo della sua penna.
Ricordo bene inoltre la campagna di raccolta firme che feci una decina d’anni fa contro Abbanoa, ma non contro di lei, poco prima dell’arrivo del Dott. Ramazzotti, e non ho difficolta a riconoscere pubblicamente che è stato probabilmente uno dei migliori amministratori che la società ha avuto. Anche io come lei non odio nessuno, perché sono stato odiato e spesso dipinto come in realtà non sono. Ma siccome sono un essere umano, ogni tanto mi inalbero, questo sì, e magari, anche se so che non dovrei, sbaglio. Questa volta però non voglio sbagliare e pertanto non cadrò nella trappola su Via Roma e su Viale Trieste, che comprendo possano non piacerle e che possa criticare. Mi limito a precisare che nel mio mandato da Sindaco ho pensato a fare ciò che ritenevo giusto e non ciò che ritenevo conveniente. Come è avvenuto del resto anche con il senso unico di Viale Marconi, che alcuni dicevano di volere a parole ma non nei fatti, e per il quale la ringrazio, perché, nonostante alcuni piccoli correttivi da apportare, senza di lei oggi non l’avremo e avremo invece una delle strade più pericolose dell’Isola. E mi creda è una mia convinzione profonda e non un abile strategia retorica. Buona giornata
Buongiorno, a proposito di odio, qualche persona ricorda l’assalto alla casa privata del Presidente di una Giunta Regionale del passato? Soprattutto chi istigo’ centinaia di persone con mezzi di tutti i tipi e in modo imponente, stimolando infidamente i poveri sprovveduti all’uso della violenza?
Da tempo riscontro nel linguaggio usato da certa politica, atteggiamenti adolescenziali, la colpa è degli altri, “Ma cosa avete fatto voi”…mentre al governo sono loro. Senza assunzione di responsabilità e senza rispetto dell’intelligenza dei cittadini.
Infine a riguardo di “Affinità elettive col Marchese del Grillo” riporta anche al vernacolare campano: Chiagni e fotti.
Grazie prof. come sempre un intervento puntuale e preciso. Grazie perché, io purtroppo non posso perché carente di forza, mi ha fatto giustizia. Ha fatto giustizia a me padre di ragazzi dislessici, profondamente offeso da chi utilizza la malattia, e in particolare questa, per propaganda, privo di umanità, di cultura e di dignità.
Ancora grazie.
Cosa non si fa per catturare l’attenzione dell’elettore mediamente distratto! Nel caso dell’ex sindaco di Cagliari sembra parte di una sua personale strategia. Lo schema è semplice e sempre uguale: appare una notizia, un post o qualunque cosa gli assomigli; questa attira l’attenzione del lettore iper connesso alla rete tramite social network (il suo profilo target preferito); l’aspirante governatore seleziona quelle notizie che a suo avviso possono fruttare due o tre like su Facebook o una qualche visibilità; appena conclusa la selezione, eccolo apparire con commenti, suggerimenti, chiose, rimproveri e quant’altro. Come non ricordare la sua lettera a Jennifer Lopez (solo l’idea che un sindaco le scrivesse, peraltro in italiano, è roba da frantumarsi il piloro dalle risate). Ricordiamo i fatti. Alcuni sindaci italiani (non lui per primo, lui copiava secondo lo schema appena descritto), dopo aver letto la notizia che l’attrice/cantante pensava di trasferirsi in Italia, pubblicano alcuni post su Facebook. La notizia desta un certo clamore (ovviamente tra i quelli interessati a queste notizie essenziali per l’umanità) ed ecco che il Nostro immediatamente si adopera per parassitare sulla notizia: pubblica, dimenticandosi di essere in decimo o forse il ventesimo sindaco a farlo, la sua lettera rivolta a JLo. E come per miracolo, ecco che piovono interviste, richieste di commenti, comparsate e chi più ne ha più ne metta. Un genio della comunicazione? O uno che sfrutta al meglio le caratteristiche cerebrali degli elettori?
Caro Paolo sono felice di leggerti e mi ci ritrovo completamente nelle Tue riflessioni.Perche l onestà intellettuale e un patrimonio che non ha colore è un diritto che deve essere solo dimostrato.Chi la possiede non penserà mai fare come il marchese del Grillo ovunque militi per coscienza perché la militanza per convenienza che è il cancro della Democrazia è la spiegazione di come ci siamo riempiti di “vuoti a perdere” di tutti i colori.Grazie ancora.
Trux, come i gerarchi fascisti: inadeguato.
capisco il problema… ciononondimeno diversi dislessici sono intelligentissimi…!!! E lui, con umiltà, ha dimostrato di esserlo chiedendo scusa ai sardi … cosa che non ha fatto Alessandra Todde!!! Vedrai che questo gli porterà un sacco di consensi 👌👌👌
Comunque
Issos prima ghetan sa preta poi cuana sa Manu
L’odio è un sentimento fortemente impegnativo per colui che lo prova perché accade che complice l’orgoglio si rimproveri all’odiato il possesso di qualità di cui si è sprovvisti.in tutta verità a me personalmente è accaduto una volta ;nella lettura di delitto e castigo. Di provarlo nientemeno che verso Dostoevskij; mi ero totalmente abbandonato nei meandri riguardanti l’episodio in cui il giovane Raskolnikov compie il tragitto tra la pensioncina e la casa della vecchia usuraia che intende sopprimere per fini di rapina , che sono sbottato: maledetto! Perché la tua scrittura è così elevata e sublime e invece la mia , così piccola e insignificante.
Un peccato veniale,..spero.
Onorevole Matta, non è successo niente. Personalmente ho dimenticato la sua.
Se la gaff dell’Onorevole Matta è dovuta a pura dislessia e differenza dialettale (is-sos) mi scuso per la battuta che ho fatto nel tuo precedente pezzo..