Oggi, sul Foglio, l’unico giornale che sa raccontare Conte per i suoi aspetti ipervanitosi e la Schlein per la sua confusione, Marianna Rizzini dice una cosa giusta a Renato Soru: non fare il fantasma.
È un’analisi giusta, fatta dal giornale che sostiene apertamente la nascita e lo sviluppo di un’area liberal (e io aggiungo, federalista) in Italia non necessariamente inglobata da Pd o Cinquestelle e magari di dimensioni sostenute.
La strada non sembra quella delle aggregazioni temporanee per le temporanee elezioni europee.
La strada sembra quella di un lavoro di organizzazione culturale e politica faticosissima, che devono fare i giovani aiutati da gente come noi, che costruisca una diversità di militanza e di proposta.
Renato ha il compito di tenere unito il fronte, di organizzarlo, di farlo divertire.
Ha un grande ruolo (glielo dico con molta delicatezza, perché conosco lo sforzo fisico, morale, finanziario e familiare che ha fatto): deve tenere le relazioni personali, deve coltivare il clima affettuoso che è stato capace di costruire, deve inventarsi l’infrastruttura immateriale che tenga unita e dia voce all’area che ha costruito.
Troppi giovani ci hanno creduto.
Troppi intellettuali hanno prestato cervello e parole.
Troppi imprenditori ci hanno messo soldi e faccia.
Inoltre la politica sarda ha bisogno di un presidio di intelligenza e di cultura. Potrebbe essere divertente.
Questo sito è a disposizione di un disegno di questo tipo, non ad altro, ma a questo sì. Se si vorrà creare cultura, partecipazione, giudizio, dibattito, promozione, io darò, nei limiti di forze sempre più mancanti perché dedicate ad altro, io darò una mano, tenedo il filo del ragionamento anche con i pochissimi di cui sono amico nell’area della Sinistra.
Ma ora deve essere Soru a mettersi in piedi e a dire: “Ci saremo, magari in una forma soft, ma ci saremo e io aiuterò a esserci”.
Diventare fantasmi significa far vincere il demone del dolore.
Io non voglio più organizzare nulla né essere responsabile di nessuno, ma se nella cava delle pietre dove io romperò la mia, vogliamo fare una scuola, vogliamo scrivere libri e parlarne, dare conto di cosa succede nel mondo, dire la verità del potere che verrà (che annovera truppe scelte, lanzichenecchi mascherati e parassiti seriali di prossima occupazione), di pietre da sbozzare ce ne sono tante e a me piacciono molto i compagni di ventura, specie se fattivi e di poche parole.
Gent.mo Dott. Maninchedda, abito in Gallura.
Ho votato Soru. Venti anni fa, da me in paese, la stragrande maggioranza dei cittadini odiavano Soru per aver bloccato concessioni edilizie lungo le coste del nord-est. Oggi non è più come allora, è passata molta acqua sotto i ponti, e sono in molti ad essere riconoscenti a Soru per quella legge, da tutti gli schieramenti.
Il risultato delle elezioni mi ha rasserenato, come essermi tolto un macigno di dosso. Non ha vinto lo schieramento che ho votato, ma ci saranno altre possibilità in futuro. Ci vuole tempo. Ha vinto lo schieramento meno lontano dal mio. Non è una magra consolazione. E’ una consolazione sincera accompagnata da un sentimento di serenità.
Lasciamoli lavorare. Ci sono tra loro giovani donne e giovani uomini entusiasti, pieni di desiderio di far bene. Io sono felice per loro, e di riflesso sereno per me.
E’ stata una grazia. Un piccolo miracolo. Non abbiamo fatto da ago della bilancia. Tra cinque anni, tutti coloro che si sono uniti a Soru, alle sue idee ancora più mature e lungimiranti di quelle di venti anni fa, avranno la possibilità di riconfrontarsi per davvero alle prossime urne, e questo lo sarà anche grazie a quanto accaduto.
Ho votato Soru con orgoglio, ma potendo tornare indietro non l’avrei fatto. L’ho votato perchè Lei, Dott.Maninchedda, ha scritto che Soru, anche all’ultimo giorno di campagna elettorale, era il vero contendente di Truzzu, e che i Sardi erano pronti. Non ho dato ascolto ad altri sondaggi, fatti da persone realmente con i piedi sul terreno. Pazienza. Mi servirà di lezione. Lei ha chiesto scusa spiegando di esser preso un abbaglio, ho preso un abbaglio anche io credendo in Lei, rimane comunque inalterata la mia profonda stima per Lei, per aver dato a Soru uno spazio di libertà e condivisione come pochi altri hanno fatto. Mi sento vicino a tutti coloro che, viceversa da quanto ho fatto io, avevano i sondaggi degli ultimi giorni alla mano, si sentivano di voler votare di cuore Soru, ma hanno preso una molletta e sono andati alle urne a votare Todde, per il male minore. Queste persone, se esistono, sono da encomiare. Non si può raccogliere un frutto che non è maturato. Si può però almeno far sì che ci sia qualcuno lì che non avveleni la pianta. Ci vuole tempo per tutte le cose. Non possiamo dare la responsabilità ai giornali, alle televisioni, ai partiti, che hanno oscurato Soru. Hanno solo contribuito, in parte. E’ il tempo che fa la differenza.
Dove ha sbagliato Soru? Beh, è semplice, avrebbe dovuto tirare il freno a mano negli ultimissimi giorni di campagna, era Lui che avrebbe dovuto dirci di metterci la molletta al naso, e di prepararci per la prossima tornata ancora più numerosi, ancora più lungimiranti. Lui i sondaggi di questa debacle li aveva, non posso credere che lui fosse abbagliato. Avrà invece pensato sicuramente al lavoro e alla dedizione dei suoi candidati e di tutti quelli che gli erano vicini, ma avrebbe dovuto trovare lo stesso il coraggio di fermare il treno sul rettilineo finale. E penso che stia soffrendo per quest’unico (enorme) errore strategico che ha compiuto, i suoi occhi in conferenza stampa parlavano da soli, è una persona buona d’animo. La “grazia” comunque è arrivata lo stesso, per fortuna. Ora PD-5S governeranno la Regione, peggio di Solinas non potranno mai fare, i cittadini hanno chiesto discontinuità, Soru si leccherà le ferite, ritornerà speriamo più forte di prima, tutto verrà migliorato gentilmente con il tempo.
Sono residente in Polonia,voto in Sardegna e pago l’addizionale comunale e regionale al comune di Roma e alla regione Lazio perche l’Inps ha la sede a Roma.Come me tutti gli emigrati ex Inpdap.Mi scuso con Lei e i suoi tanti elettori per questo mio sfogo personale,lo ho fatto solo per ‘ricordare’ quanto e’ lunga la strada per una reale autodeterminazione del popolo Sardo.Mi sono schierato con Renato Soru dal 2004 e,questa volta anche in modo molto piu’ convinto..Ho avuto modo di conoscerlo da funzionario regionale e da sindaco del mio paese,Bonorva.Sono molto d’accordo con Lei quando scrive che Renato Soru non puo’ fare il “fantasma” sono convinto che non lo fara’ e non ripetera’ l’errore dello scioglimento di Progetto Sardegna.Leggo con interesse il suo giornale e sono convinto che puo’ davvero essere molto utile per un progetto per la Sardegna che deve continuareC’e’ una dignita’ di chi perde che e’ meglio dell’arroganza di chi vince.Cordiali saluti Professore.
@ Luca Non so chi sia l’indipendentista arrabbiato. Rileggiti, forse scopri uno snob rancoroso. Comunque, cinquantamila. Siamo cinquantamila, tutti cretini, arrabbiati, e che non capiamo niente dell’azionismo. Cinquantamila, però.
Bsera proff ci speravo e La ringrazio sono davvero contento non La vedevo davvero nei panni di uno che si stufa e lascia perdere così come spero e aspetto che Renato quagli i pensieri e le ansie in una decisione consona a quello che è riuscito a trasmettere a tanti Sardi Lo siamo tutti in queste irreali lavoro e alle prese con le nostre ansie delusioni e speranze e quando il vento si sarà calmato è diventato una brezza che scivola nei capelli il tutto ci sarà chiaro e un inizio non è una fine stia bene e buone cose.
Certo che bisogna essere troppo impegnati a pensare per immaginare che un gigacapitalista, con l’allure del padrone delle ferriere, che raduna indipendentisti arrabbiati, comunisti minimamente pentiti, azionisti incoerentissimi potesse aspirare ad alte vittorie…piuttosto penserei al valore della grazia ricevuta dal non aver superato lo sbarramento
Potzo cumprèndhere a Renato Soru chi arrespondhendho a s’intervista chi apo inténdhiu po s’arresurtau at foedhau de “sconfitta” no solu po s’umilesa sua e segare in curtzu chentza giru de foedhos ma fintzes ca «sconfitta» dha cunsiderant is chi ant pigau prus votos o si dhos ant giaos.
Ma ite vitória est su “45% virgola” magioràntzia de su “52% virgola” de totu is chi ant votau?
Naraus chi custa ‘magioràntzia’ in demogratzia est legale, autorizada a ‘guvernare’… e – dhu naro chentza èssere profeta e cun su disìgiu de m’ibballiare in prenu – at a fàere amministratzione de dipendhéntzia cun sa ‘fortza’ de contare cantu s’assu de bastos de una Sardigna de gente divìdia, ispimpirallada.
Custa eja est «sconfitta», in parte manna a orrodas irgónfia, a depressione ordinària/disànimu e fintzes “clinicamente conclamata”, e parte manna sèmpere ibertandho s’agiudu de is ladros de Pisa o apedhiaos a calecunu praxere o àteru a tìtulu personale coment’e chi siaus unu muntone de arena impastaos chentza ciumentu ispartzinaos po dónnia proidedha o bentighedhu chi faet. Una Sardigna chentza fortza, mancu cussa de una citade italiana cun metade de sa gente.
Iscusae, ma assumancus in Sardegna e Libbertà (ma poita no Sardigna e Libbertade si is foedhos nostos no funt unu flatus vocis?) no foedheus prus de “sconfitta”, chi est de sa Sardigna minoràntzia, opositzione, magioràntzia e ne una cosa e ne àtera!!
No est “sconfitta” de Soru chi est su chi est e podet e depet sighire a èssere sa persona de valore chi at ischìpiu èssere in custa isperiéntzia de Coalitzione Sarda – e dhi auguraus cun salude e cuntentesa! –, e mancu de una Coalitzione Sarda chi podet e depet sighire méngius, prus sarda e prus forte, fàere prus unione e prus profetosa (e a pàrrere meu no solu cun Sardegna e Libbertà ma fintzes cun rivista mensile chi fatzat iscola).
Sa polìtica e su guvernu no est cosa de “campagna elettorale” ma de libbertade e responsabbilidade de totu sa vida, po chistiones meda prus colletivas essentziales chi no personales chi bastat a contivigiare donniunu a manu sua.
Sa fine de custa “campagna elettorale” est su mengianu de una die e faina chi no acabbat cun noso.
D’accordo con lei, salvo un aspetto: l’area liberal. Quella c’è già, ci sono Renzi, Calenda quelli del foglio etc.
Soru a mio avviso ha rappresentato molto di più: ha portato con se la carica innovativa e dirompente dei giovani di Sardegna chiama Sardegna, l’attenzione dirimente a temi come l’istruzione, la lotta contro la dispersione scolastica e lo spopolamento; la sanità pubblica, i beni comuni, l’innovazione digitale, il no alle servitu’ militari ed al consumo del suolo, oltre alla naturale attenzione per i diritti civili ed il garantismo. Insomma un programma più simile al governo di sinistra spagnolo, per dirne una, piuttosto che ai desiderata del Foglio.
Confido che si possa procedere in tal senso e combattere la.. minestra riscaldata
Proprio per quei giovani che ci hanno creduto, e vorranno continuare a crederci, attirati dalla bellezza del sapere buono, ragionato, libero e dialetticamente condiviso, proprio per loro, lasciamo fare i fantasmi a chi crede di farcela solo mascherandosi da ciò che gli altri si aspettano in base alle “promesse”; e continuiamo a metterci testa e cuore, per loro. Mi perdoni, mi accorgo di aver fatto un periodo senza punti, scrivendo di getto, quasi senza fiato, ma forse anche la scrittura vuole esprimere quell’impellente necessità di non arrestare il passo, per non rischiare di perderlo, di perdere, soprattutto, chi ha già intrapreso il cammino con questo ritmo di musica buona. Esserci. Questo basta. Senza la paura dei margini, sempre con creatività partecipativa. Grazie.
Soru è la risposta carismatico patronale e paternalistica alla crisi della politica.
Non credo che una società matura ne abbia bisogno.
Cara Prof.,te lo scritto in tutte le salse quale è il mio pensiero,ora finalmente si sa che ci sono almeno 60.000 sardi che hanno votato Soru consapevolmente e liberi da condizionamenti.
Mi viene in mente un scena di caro diario di Nanni Moretti quando ad un semaforo rosso scende dalla vespa e si rivolge d un uomo con un bella auto decappottabile e gli dice” ho sempre fatto parte di un un minoranza e credo che continuerò “
Ecco.Esatamente così orgogliosamente,e se vuoi anche con po sbob.
Concordo al 100%, proprio oggi che il Sindaco Sala sancisce la fine del concetto di centro, in quanto anacronistico, e Calenda getta la spugna sul correre fuori da coalizioni mainstream, penso che un centro liberal, indentitario e garantista si quanto più necessario.
Le posizioni sempre più estreme vanno combattute da posizioni razionali e moderate.
Come commentava Soru ieri a caldo, c’è un patrimonio di idee che non va sprecato.
Leggiamo il programma di Progetto Sardegna, sono quasi 100 pagine. Le idee sono già tutte lì.
Servirà un nuovo leader forte, deciso e competente, auspicabilmente supportato da Soru in qualità di mentore.
La strada è già tracciata, ma bisogna imboccarla.
Concordo al 100%, questa esperienza non va sprecata. Proprio oggi che il Sindaco di Milano Sala sanciva la fine del concetto di centro, e Calenda gettava la spugna, il concetto di un posizionamento liberale e identitario è quanto mai necessario. L’estremismo di questi tempi va combattuto da una posizione razionale e moderata.
Come sottolineava Soru ieri, commenantando a caldo i risultati, c’è un patrimonio di idee che non va sprecato. Avete letto il programma di Progetto Sardegna? Quasi 100 pagine di idee , è già tutto lì.
Servirà un’altra figura di leader forte, illuminato e determinato per portarle avanti, auspicabilmente con il supporto di Soru in qualità di mentore.
Teniamo gli occhi aperti, la strada è già tracciata.
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Gli aspetti ipervanitosi di Conte hanno un nome: narcisismo patologico. È un personaggio molto pericoloso, a mio avviso quanto di peggio la politica italiana abbia espresso negli ultimi anni, superando con distacco perfino Di Maio e Salvini, e ho detto tutto.
Spero il Presidente (quello vero) non molli, ma continui invece ad alimentare con la sua guida questo percorso bellissimo che ci ha ridato forza e speranza, con lui un passo alla voltapotremo fare davvero la differenza per il futuro della nostra amata Isola ed anche, chissà, della mia amata Italia.
Un ottimo approccio, grazie
Se mai c’è stato un tempo in cui la politica era figlia dell’intelligenza della cultura ( in Italia dovremmo risalire al primo dopoguerra) non è certo questo, che è caratterizzato da un individualismo “dilatato” che in Europa vede molti stati inclini a sposarne i principi. Orban, Salvini, Giorgia Meloni, Le Pen docent. E che da noi in Sardegna annovera ancora “numerose truppe scelte, lanzichenecchi mascherati e parassiti seriali di prossima occupazione”.
A noi spetta invece di lavorare insieme per un umanesimo che, rivalutando l’uomo, gli conferisca un protagonismo storico, lo renda costruttore di un destino non egoistico, ma sociale e naturale.
Finché non matureremo insieme un ragionamento che ci mette d’accordo su ciò che è teoricamente desiderabile, finché non rafforzeremo la dimensione cognitiva, il nostro agire avrà un condizionamento zoppo.
Non dovremmo disperare per un risultato elettorale deludente. Abbiamo rischiato che fosse peggiore!
Le battaglie stancano, si capisce.
Il buon agricoltore prepara la terra, concima, semina, se ne prende cura. Sa che non sempre raccoglierà subito il frutto del suo lavoro, sa che forse non sarà lui stesso a godere del premio delle sue fatiche.
Tuttavia il lavoro assiduo, coerente, competente alla fine – ma anche all’inizio – gratifica sempre.
Quindi, professore, coraggio! Certi sentieri vanno raddrizzati e chi lo fa ha tutta la mia stima.
A Renato Soru ora lasciamogli alcuni giorni per rinfrancarsi da questa elezione e dai suoi risultati.
Ieri ha incassato, insieme a tutti noi che ci abbiamo creduto, una sconfitta bruciante, esaltata da in sistema elettorale ridicolo e aristocratico che non riconosce rappresentanti a chi raggiunge il 9% circa dei voti espressi.
Capisco la sua delusione. È delusione di tutti. Ma io sono fiducioso ed ottimista perché il progetto comune è vivo. Moltissima gente si è riconosciuta con slancio e passione come non mai in 20 anni nella proposta di Renato Soru ma altrettanta, pur apprezzando il progetto da sinistra, non ha creduto nel risultato ed ha temuto che la destra potesse spuntarla.
Io ho dunque la sensazione che la presenza di Soru, sul filo di lana, abbia finito in qualche misura per “galvanizzare” una parte di elettorato di sinistra, spingendolo sul Campo Largo in virtù di questo terrore. …Si, è stata la campagna del “voto utile” per paura di troppa Dx (i manganelli; l’attacco ai giornalisti d’ inchiesta..) e forse persino la campagna del “senso di colpa”.
Adesso che comunque il voto complessivo ha bocciato e spaccato soprattutto la destra, viene il momento della maturità politica. Mettiamoci tutti a disposizione. Continuiamo la strada iniziata. Penso che in realtà siamo molti di più di 60.000 voti. Renato ha preso questo impegno fin dall’incontro di Macomer e lo ha ribadito più volte fino al termine della campagna elettorale. Ieri parlava di avere percepito affetto. Si, questa cosa è stata evidente in questi due mesi. La Rivoluzione Gentile deve proseguire. E dunque, ripartendo da questo sentimento comune e dai valori della proposta della Coalizione Sarda, oggi mi sento partecipe con altrettanto affetto e slancio di una tale proposta di scuola politica.
Buongiorno, oggi è tempo di ringraziamenti.
Grazie Professore, grazie per i suoi articoli su questo Sito web, una luce nel mondo dell’informazione, grazie per l’impegno e l’energia spesa generosamente, grazie per la creazione di uno spazio aperto al dibattito.
Devo ringraziare anche Renato Soru.
Grazie per il lavoro fatto in questa campagna elettorale, fatto di studio, competenza, passione Politica, onestà e generosità.
Lo ringrazio per aver fatto capire che i candidati scelti altrove, sono semplici dipendenti dei partiti italiani, uguali ai miei occhi, inutili ai nostri bisogni di sviluppo e di crescita.
Continuo a non trovare dignitoso l’uso del nostro territorio, gravato da oltre la metà delle servitù militari, di tutta l’Italia.
Non trovo dignitoso il sistema dei trasporti di terra, mare, aria, regolato da logiche e interessi esterni al nostro diritto di spostarci. A danno nostro e a vantaggio di altri.
Grazie per avermi fatto capire che non siamo diversi dagli italiani, non migliori o peggiori, perché in questa fase storica anche da noi non contano e non hanno importanza i meriti, la competenza, valori morali. Vince la furbizia, le conoscenze, il possibile tornaconto personale.
Grazie per il molto che è riuscito a fare nella nostra isola, …compresa la recente chiusura al Teatro Massimo.
Con il nome scelto per la nota Azienda di telecomunicazioni, di cui sono cliente, e per quello che il luogo simboleggia, ho capito un’altra cosa, Renato esti unu fradi de anima.
Caro Paolo,
la politica sarda ha sicuramente bisogno di intelligenza e cultura.
Iniziamo subito il viaggio che proponi, sarà sicuramente divertente.
Restiamo propositivi e ottimisti, con entusiasmo e umiltà. Lo dobbiamo ai nostri giovani.
Io sono disponibile.
Una ventata d aria autenticamente liberal….magari. Grazie per queste parole ispirate Paolo. Costa pronunciarle dopo le delusioni ma per questo valgono tanto
Continuare dall’aggettivo “gentile”.
Seguendo la campagna di Soru ho scoperto il suo lato mite, quella mitezza elogiata da Bobbio “che rende più abitabile quest’isola”.
Coraggio.
Grazie Professore
A me pare che il risultato raggiunto sia già una vittoria e non una sconfitta perché l’obiettivo di entrare è comunque secondario rispetto a quello di iniziare una rivoluzione seppur gentile. C’è chi s’è mosso dal Centro Europa per rientrare in patria e votare Soru e Coalizione sarda e oggi scrive: “ogni voto dato alla Coalizione sarda vale un tesoro , si ripartirà, o meglio si partirà da lì. Prima di oggi c’era lo 0% e quindi il successo è enorme, visto anche il poco tempo a disposizione per far conoscere, spiegare e convincere.”
Quindi più che mai unione e soprattutto coraggio Renato Soru depes essire a campu, sei il punto di riferimento di un vasto movimento che ha intrapreso un originale cammino di rinnovamento.
bene, andiamo avanti
La Sardegna è ambidestra, oltre 40mila preferenze in più per la destra e un disgiunto di contestazione che ha premiato Todde, dovrebbero essere la base della discussione che ci ha visto inesorabilmente perdenti, ma come si fa ad avanzare fra due blocchi coloniali schiaccianti e con l’informazione mainstream schiacciata su polo csx? Analisi subito, analisi del vuoto, perché se meno di 70mila persone hanno guardato a Soru, le liste si sono mostrate deboli, debolissime
«Vittoria» e «Sconfitta» est léssicu de gherra a bìnchere e aterrare, dominare e ispèrdere, s’ingiustìtzia a sistema e ditatura, a invasione contìnua.
S’istrada nostra est de demogratzia e de paghe, libbertade e responsabbilidade de umanidade, sa faina e pelea de campare totus e menzus chentza gherras a bochire ispèrdere e distrùere.
Sighimus!
Ànimu, zente!
Ànimu, Sardos!
Parole bellissime, sarebbe un errore abbandonare il campo. Teniamo il contatto nei territori sui temi, facciamo strisciare le idee e teniamo vive le braci. Io e tanti non vorremmo abbandonarci all’idea che tanto non ci sarà mai spazio per noi.
Concordo
Ottimo Paolo…pietre da sbozzare ed un nuovo mondo da costruire!