Gent.mo Professore,
mi corre l’obbligo di sottoporre ai suoi lettori una nuova performance del rito “non so se mi spiego” di cui, la Giunta Todde, è diventata stretta osservante.
Parliamo della delibera 13/26 del 7 marzo 2025 che ha il seguente oggetto: Ridefinizione delle competenze e della composizione dell’Unità di progetto per il contrasto e l’eradicazione della Peste suina africana (PSA). L.R. n. 34/2014.
Già il titolo è un peana ai bizantinismi di potere: si vogliono ridefinire le competenze e la composizione dell’Unità di progetto per il contrasto e l’eradicazione della Peste Suina Africana (PSA) stabiliti dalla legge regionale n.34/2014 e lo si vuol fare con una delibera. Una delibera modifica una legge. Minca che bello! Onestà! Onestà!
Venga con me, la introduco alla lettura di questo capolavoro amministrativo.
Prima, però, serve ricordare alcune cose per illuminare fino in fondo i moventi di questo atto.
Cattivissimo Pigliaru È mia radicata opinione che non sia mai stato dato il giusto riconoscimento al vero fautore della sconfitta di un’autentica piaga biblica che ha afflitto la Sardegna per 40 anni: l’allora Presidente Francesco Pigliaru che, sfidando il rischio, altissimo, del fallimento, la generale sfiducia e l’ipocrisia dei falsi cantori di una sardità patetica e avida, ha fatto della lotta alla PSA un manifesto della sua legislatura. Facendone un punto qualificante del suo programma di governo, ha voluto dimostrare, non perché “ce lo chiede l’Europa” o per le minacce di commissariamenti ministeriali, che i sardi erano in grado, se ben organizzati e motivati, di liberarsi da uno dei gioghi che ha limitato la libertà d’impresa e la possibilità di creare sviluppo nelle aree interne. E lo ha fatto innovando il modello organizzativo tipico a compartimenti stagni e spendendosi in prima persona nel difendere anche le scelte più difficili e controverse.
Il risultato è stato, per lui come per tutti gli altri che hanno cercato di smuovere la stagnazione, la damnatio memoriae decretata dalla politica e dall’informazione sarde.
E se ciò era, in qualche modo, comprensibile da parte della Giunta Solinas e della sua maggioranza, sempre schierati con le fasce più retrograde e gelose delle rendite di posizione (beni comuni come le terre civiche utilizzate sempre a fini personali), certamente colpisce in negativo da parte della Giunta Todde che si autodefinisce di centro-sinistra e progressista. Il palese fastidio a riconoscere i meriti di Pigliaru e della sua Giunta, almeno in questo campo, è manifesto proprio in questa Delibera di cui discutiamo: neanche un cenno en passant o un richiamo di cortesia al lavoro svolto dalla Giunta Pigliaru. Niente. Tutto neutro e asettico.
Si vergognano del bene fatto (non da loro) C’è un passaggio nella delibera, in cui si racconta come si è giunti alla eradicazione, dove emerge, in modo evidente, la cattiva coscienza e la continuità trasversale tra le due ultime Giunte, che le riporto qui di seguito: Le azioni intraprese hanno riguardato in particolare una sorveglianza rafforzata nei cinghiali e nei suini domestici, associata a misure di biosicurezza, nonché alla formazione degli allevatori e dei cacciatori e ad un programma di controlli ufficiali basato sul rischio. Il lavoro svolto sinergicamente da tutti gli attori, istituzionali e non, ha concretizzato una strategia, supportata pienamente dalle autorità regionali di governo, che ha incluso una comunicazione efficace rivolta a tutta la popolazione.
Penso che neanche al più distratto dei lettori di questo atto, possa sfuggire che, è non è un caso, non viene citata l’azione che più di tutte ha contribuito alla eradicazione della peste suina africana: gli abbattimenti dei maiali allevati illegalmente sulle terre pubbliche.
Credo che tutti ricordino i titoloni sui giornali locali, dove si parlava di “stragi di suini”, di “blitz”, di “operazioni di tipo militare” e così via scrivendo per drammatizzare. È difficile non ricordarsi interviste di consiglieri regionali, sindaci e rappresentanti di organizzazione agricole, che, impossibilitati a dissociarsi pubblicamente da queste azioni di ripristino della legalità, avevano sempre in bocca il “si, certo, è necessario, però…”
Ed è proprio l’aver sconfitto la malattia andando ad incidere su interessi consolidati presenti nelle aree interne e, in questo, disvelando le connivenze di tanti e la colpevole indifferenza di tante istituzioni e dei loro rappresentanti, che ha sancito la proscrizione di qualunque riconoscimento a coloro che l’anno promossa e portata avanti con determinazione.
Mi fermo qui, perché sarebbe troppo lungo andare a indagare sui perché di questa rimozione (e non posso farlo io non avendo accesso ai palazzi né del potere né dell’amministrazione).
Torniamo alla Delibera che ci interessa e adesso, tenendo a mente il fastidio-Pigliaru, analizziamo i contenuti.
Non so se mi spiego a me stesso C’è un passaggio che andrebbe studiato come capolavoro di contraddizione in termini, cito:
Afferma (la Presidente) poi che al fine di assicurare adeguata sorveglianza e prevenzione della malattia, e tenuto in debito conto quanto previsto per il restante territorio nazionale, è necessario che i provvedimenti dell’Unità di progetto assumano carattere di urgenza, anche in materia di biosicurezza nel settore suinicolo. In tale senso la Presidente rappresenta che il Piano Nazionale di sorveglianza ed eradicazione della peste suina africana recentemente varato, e che, sulla base delle nuove regole unionali, ha validità triennale, ossia per il periodo 2025-2027, prevede che la regione Sardegna, che lo scorso settembre 2024 ha raggiunto lo status di indenne da PSA, dal 2025 condurrà le attività di sorveglianza e di gestione della PSA come da Piano nazionale 2025-2027 e non più con attività separate e differenziate dal restante territorio nazionale. A tale riguardo, evidenzia, quindi, quanto sia importante il ruolo dell’Unità di progetto anche con riferimento alle interlocuzioni con gli Enti interessati e il Ministero della salute al fine di verificare e valutare le relative modalità di attuazione e di raccordo con tutte le misure adottate in ambito nazionale.
Leggendo con attenzione, si può notare che si afferma:
- I provvedimenti dell’UdP devono assumere carattere d’urgenza (in base alla L.R. n.34/2014 i provvedimenti dell’UdP sono sempre urgenti, quando non emergenziali);
- Esiste un Piano nazionale di sorveglianza che prevede che la Regione Sardegna debba condurre le attività di sorveglianza e gestione della PSA non più con attività separate e differenziate, ma come il resto d’Italia (l’UdP e la legge regionale n.34, sono state pensate e varate proprio per avere una gestione autonoma rispetto al contesto nazionale, se deve limitarsi ad applicare le disposizioni ministeriali è totalmente inutile);
- Da quanto sopra detto, ne deriva “quanto sia importante il ruolo dell’Unità di Progetto anche in riferimento alle interlocuzioni con gli Enti interessati (quali?) e il Ministero della Salute al fine di verificare e valutare le relative modalità di attuazione con le misure adottate in ambito nazionale” (nella migliore delle ipotesi, con i nuovi orientamenti della Giunta, l’UdP è ridotto al rango di ufficio di corrispondenza con il Ministero della Salute).
In sostanza, cantandone le lodi, si azzera il ruolo a suo tempo pensato per l’UdP (redazione di un Piano regionale di contrasto alla PSA e gestione dello stesso) e ci si adagia, totalmente, sulle disposizioni ministeriali contenute nel Piano Nazionale, con cui è solo necessario raccordarsi. Allora perché tanta enfasi nel deliberare su ipotetiche modifiche di competenze e ruoli dell’UdP?
Persa, nei fatti, ogni autonomia operativa e funzionale, forse sarebbe stato meglio, dignitosamente, dichiararne superata la necessità e sopprimerla. Una scelta troppo lineare e logica, per appartenere ai pavidi di questi tempi. Infatti, è qui che riemerge, prepotente, lo spirito bizantin-paraculista che in realtà è il vero motore primo di questa delibera. Leggiamo con attenzione, il periodo successivo:
La gestione congiunta delle azioni volte al contrasto della PSA, sotto l’unica regia dell’UdP, garantisce non soltanto l’adozione delle misure più appropriate per il contenimento della malattia in caso di un’eventuale recrudescenza della stessa, ma contribuisce, altresì, allo sviluppo economico della filiera suinicola che per oltre quarant’anni ha subito fortissime limitazioni e conseguenti ingenti danni economici, di essere volano di sviluppo per tutta la Regione. Si potrà in questo modo continuare a garantire l’imprescindibile livello di cooperazione, coordinamento e uniformità delle azioni per prevenire e contenere la diffusione della PSA, anche nell’ottica di eventuali situazioni di emergenza che potrebbero ripresentarsi in futuro, assicurando in particolare la tutela sanitaria del patrimonio suinicolo regionale
Qui avviene il cambio sostanziale: ci si riferisce ad un possibile, malaugurato, futuro prossimo dove è contemplata l’eventuale recrudescenza della malattia, anche nell’ottica di eventuali situazioni di emergenza che potrebbero ripresentarsi.
In sostanza la Giunta, sta delineando una UdP ridotta a mero ufficio di corrispondenza per le attività decise a livello ministeriale, però utile, nel caso in cui (mai non sia) la PSA si ripresenti in Sardegna, per lavarsi la coscienza e le mani.
Al di là del ponderoso elenco di DG (o loro delegati) chiamati a farne parte, il sospetto che si tratti di una delibera cosmetica è dato da altri due indizi.
Il primo è che a dirigere l’UdP non è un Direttore generale, ma una dirigente senza alcuna esperienza in materia (vedi curriculum pubblicato su Amministrazione trasparente), nominata in quel ruolo, a quanto si dice, suo malgrado perché consapevole di essere un perfetto capro espiatorio, se le cose dovessero buttare male.
Il secondo indizio, collegato al primo, è che, nella delibera, viene stabilito quanto segue: “Al fine di assicurare il concreto esercizio dei compiti di indirizzo e controllo sull’Unità di progetto, di cui è titolare, la Presidente ritiene opportuno delegarne il concreto esercizio al Direttore generale della Presidenza, che può adottare direttive ed indirizzi al Responsabile dell’UdP.”
Questa è l’apoteosi di come, attraverso contorcimenti amministrativi e forzature delle norme, si tenti di allontanare da sé, qualunque responsabilità. Mi segua un attimo nella traduzione di che cosa si sono pensati e su cosa hanno deliberato:
- Mantengo in piedi l’UdP, ma ne faccio un ufficio di corrispondenza del Ministero;
- Nomino come responsabile una dirigente che non ha esperienza in materia, che non sembra gradire l’incarico e che non ha alcuna struttura di supporto;
- Ci metto dentro tanti Direttori generali (anche quello dei Trasporti, di cui è difficile comprendere quale apporto possa dare) per far vedere che è una “cosa” importante, i quali dovrebbero essere coordinati (comandati) da una figura gerarchicamente a loro sotto ordinata (dovrebbero far pagare il biglietto per assistere alle riunioni dell’UdP: cabaret allo stato puro);
- Poi incarico il Direttore generale della Presidenza (che fa parte dell’UdP e quindi dovrebbe obbedire alle disposizioni della dirigente che ho nominato Responsabile) di dare direttive e indirizzi alla stessa Responsabile dell’UdP (il tutto, in palese violazione di quanto stabilito dalla L.R. n.34/2014).
Professore, io mi fermo qui, perché ancora una volta sono combattuto tra l’irrefrenabile risata che le trovate di questi geni del teatro dell’assurdo riescono a mettere in piedi e lo sconforto più profondo per come viene gestita la cosa pubblica.
Forse non è solo la Peste suina africana, la malattia di cui ci dobbiamo preoccupare.
….. sulla base delle nuove regole unionali,… Solo questo meriterebbe la fine anticipata della legislatura dei Todds Boisi . Cioè mentre da NOI vigeva il blocco delle esportazioni di carni suine mentre la PSA imperversava …sino a completa eradicazione ed oltre….oggi che grazie a Pigliaru &Arru ce ne siamo finalmente liberati ecco che la PSA imperversa nel Resto della Penisola (cit.) . Niente blocco suinicolo ma un bel regolamento ” uGnionale” … Quanto i residenti in Sardegna sono più itaGliani degli italiani. [G compresa]
Non hanno finito i soldi. Almeno due ragioni impongono una riflessione (da parte loro).
La prima è che trattasi di rogna non indifferente. Il compito non è risolvere un problema (lo hanno già fatto gli altri). Piuttosto dovrebbero evitare che si ripresenti. Diventa pericoloso esporre gli amici che, nella migliore delle ipotesi, potrebbero solo vantarsi di aver fatto diffondere di nuovo la peste suina. La seconda è che anche volessero sistemare gli amici, non potrebbero. In questa fase non possono essere fatte nuove assunzioni. Un effetto della mancata approvazione del bilancio. E se anche fosse approvato oggi, l’unità di progetto non potrebbe che essere affidata a dirigente/funzionario interno. Il che restringe di molto la discrezionalità della scelta. Già, quella che qualcuno chiama burocrazia. Che poi sono le regole che tutti devono rispettare.
Signor Pilloni e Dottor Laddomada se non ricordo male Solinas ed in particolare l’allora Assessore alla Sanità diedero i meriti alla Giunta Pigliaru invece con questa dichiarazione ” Il lavoro svolto sinergicamente da tutti gli attori, istituzionali e non, ha concretizzato una strategia, supportata pienamente dalle autorità regionali di governo” la giunta Todde si da i meriti ho sbaglio
Egr. Alberto Laddomada, io penso che la giunta Pigliaru ha fatto ottime cose, e a mio avviso, quel modello organizzativo avrebbe dovuto continuare con azioni per la prevenzione. Da anni lavoro nell’agroalimentare, con diversi compiti, anche istituzionali, e trovo che più che mai si dovrebbe continuare con quel modello e con la prevenzione su più fronti. Il problema è sempre a monte, cambiano le persone al comando e via….
di questo articolo di Pilloni ci sono due cose verso cui l’attenzione è caduta
il titolo NON so se mi spiego a me stesso (a cui voglio togliere le virgolette, cosi da fare liberamente dilagare nella coscienza)
eppoi il finale : Forse non è solo la Peste suina africana, la malattia di cui ci dobbiamo preoccupare
con questo non intendo sostenere che il resto non sia stato letto lentamente e, confido con calma.
Vorrei aggiungere la preziosa testimonianza dell’esperto scientifico Alberto Laddomada, non gia’ per fare un florilegio di essa (quanto mai seccante e sciocco) ma per sottolineare , in controluce, questo : Ogni INDIRIZZO POLITICO puo’ nominarsi nella sua sostanza tale, solo e solo se chi lo esperisce ha quella “grazia” (si la chiamo cosi’) ad avere piena assoluta consapevolezza del problema , della diagnosi e della scelta di coloro che sapranno adottare la terapia vincente.
chiudo e con questo vorrei dire a Pilloni e spero non sia d’accordo con me, cosi’ sosteniamo a pieno il paradosso : NON siamo di fronte a un teatro dell’assurdo dove ogni norma viene sezionata , sventrata perche’ sia finalmente restituito un senso al nostro passaggio. NO. qui si recita come nelle assemblee di condominio quando si intende allargare la propria roba occupando chesso’ il lastrico solare facendolo apparire legalita’ oppure nominare tizio caio oppure sempronio per avere esonero di quota. Pilloni ti invito a leggere il resoconto al Senato del giorno 18 corrente, alla pagina sei ,mi pare, e se non soffri di dipspesia leggiti l’intervento di Licheri , dimmi in franchezza se stai di fronte al “teatro dell’assurdo” oppure al Condominio , al Bar alla Bocciofila.
Buona Giornata
… at a èssere un’àtera apesta chi at impestadu sa «Regione Sardegna»!!! At a èssere apesta porchina etotu (mancari no africana) o… àtera -ina?
Però c’è da notare che ha utilizzato risorse interne e non ha continuato ad aumentare il poltronificio con gli amighixeddus (trombati) di grande esperienza e professionalità.
Il dubbio sorge spontaneo; avrà finito i soldi o gli amighixeddus?
Sono stato per oltre 5 anni il responsabile scientifico della eradicazione della Peste suina africana, nella Unità di Progetto voluta dalla Giunta Pigliaru. Il successo ottenuto dalla Regione Sardegna e dal gruppo di tecnici ed esperti riunti nella Unità di Progetto è stato straordinario ed è stato ottenuto grazie a un qualcosa che in Sardegna (e in Italia) vediamo sempre meno e che può essere facilmente riassunto: buona amministrazione, con una spesa pubblica contenutissima. E’ veramente sconcertante che nessuno (o quasi) voglia tenere conto di quella esperienza come possibile strada per la soluzione di altri problemi della nostra isola. Anzi, quel modello organizzativo è stato stravolto e numerosi protagonisti di quella stagione sono stati emarginati dalla vita pubblica dai successivi governanti, trattati (ironia della sorte) come degli appestati. Dure leggi della cattiva politica, ormai divenuta normalità? Totale assenza di lungimiranza? Incapacità amministrativa? Invidia personale? Lascio giudicare ai lettori di questo blog …
Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere….e il classico esempio della nascita di un nuovo ridicolo e inutile ufficio U.C.A.S. alias ufficio complicazione affari semplici che dimostra l incompetenza totale della gestione dei problemi concreti e di quanto sia vero il proverbio che in Sardegna “ ne ammazza più l invidia che la peste bubbonica” perché se un è bravo e lo ha dimistrato (Pigliaru..Soru) l invidia porta l incompetente ad oscurare il buono che i più bravi ci hanno lasciato..povera Sardegna…..