Mercoledì scorso la Giunta regionale ha nominato il Segretario Generale della Regione Sardegna. Il prescelto è l’attuale Presidente della II sezione del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Sardegna: qui il suo curriculum disponibile in rete.
La stessa sezione del Tar con lo stesso presidente aveva pronunciato rispettivamente il 19 maggio e il 15 giugno le sentenze sui ricorsi presentati contro la nomina a direttori generali dell’ing. BELLOI e dell’avv. CURTO da parte del Sindacato del Personale Dirigente e Direttivo della Regione, lo SDIRS, con le quali sentenze erano stati dichiarati inammissibili i ricorsi per difetto di giurisdizione. Sulle nomine Belloi e Curto, i giornali dicono essere in corso un’indagine della Procura.
I casi BELLOI e CURTO saranno stati gli ultimi di tantissimi pronunciamenti che il Presidente della II Sezione del Tar avrà firmato nella sua carriera aventi tra le parti la Regione Sarda. Ora io non credo che ad alcuno faccia piacere che il giudice, l’arbitro, di una vicenda sottoposta al giudizio di un tribunale, passi direttamente dai ruoli arbitrali a quelli di una delle due parti su cui ha deciso pochi mesi prima, in ultimo, e tante volte prima. Come pure credo che solo in uno Stato come l’Italia, dove da sempre il potere è stato corporativo, tutto questo possa avvenire legittimamente, senza che sia stata violata alcuna regola. È vero che non esiste la Repubblica di Sardegna che vorrei, ma solo il vagheggiarla e l’immaginarla diversa da questa Italia proprio in tema di diritto e di giustizia è motivo per me di sopravvivenza e di resistenza interiore.
Non si possono non dire due parole ulteriori. Come ha un pessimo sapore il caso dell’ufficiale della Guardia di Finanza che dismette oggi la sua divisa e domani viene assunto dall’azienda più grossa del territorio nel quale ha prestato servizio (cosa accaduta anche in Sardegna con l’unica accortezza del passaggio di qualche mese dalle dimissioni alla nuova assunzione); come ha un amarissimo sapore il procuratore della repubblica che dopo aver ricevuto informative su tutta la classe dirigente di un distretto si candidasse da un giorno all’altro a divenire, in quel distretto, il Presidente di Regione o giù di lì; oggi ha un sapore indicibile questa vicenda tutta sarda di passaggio in tempo reale dai ruoli di imparzialità ai ruoli di dipendenza diretta da una delle parti giudicate.
La Giunta Solinas e la fasciatura magistraturale Ma la cosa più insopportabile è la fasciatura magistraturale che contraddistingue la Giunta Solinas, che annovera il più alto numero di magistrati (amministrativi) in aspettativa mai reclutati prima dalla Regione Sardegna, ma anche l’intera rappresentanza dei gradi parentali della magistratura (sono presenti ad oggi babbi, fratelli e sorelle, cugini e nipoti) mai concentrata prima in così alto numero nei ruoli temporanei dell’Amministrazione Regionale.
I referendum E poi ci sarebbe ancora qualcuno che mi vorrebbe venire a dire che noi, i dieci amici che siamo, non dobbiamo raccogliere le firme per i referendum sulla Giustizia Giusta promossi dai Radicali, perché li sta sostenendo Salvini? Io sono così lontano da Salvini da non temerne l’unica azione giusta. Non mi contamina il Male quando episodicamente sceglie il Bene, così non mi contamina lui quando fa una cosa giusta al fianco di tanta gente per bene. E Draghi fa benissimo a mettere la questione di fiducia sulla riforma del processo penale.
Comunque, da ieri stiamo raccogliendo il doppio delle firme giornaliere, per convinzione e per vincere, facendoci coraggio, la paura dei magistrati.
La paura dei magistrati Sì, perché molti magistrati (non tutti) fanno paura e lo sanno; sanno perfettamente di disporre di un potere enorme e non vogliono che glielo si intacchi anche quando raggiunge vette di protervia insopportabili. Noi li combattiamo con civiltà e chiarezza, non come certi politici che ne sono capaci solo nei corridoi e nelle cene. I codardi di palazzo sono i migliori alleati dei bulli della giustizia.
Ma è anche vero che il magistrato che si bea della paura che incute è una persona di cui provare una pena infinita, che va oltre il disprezzo, perché si evolve nella misericordia della consapevolezza che combattendolo si soccorrono i tanti togati perduti , li si rimette di fronte alla loro oscurità umana nascosta dall’apparenza arcigna del loro potere. Prima o poi qualcuno riuscirà a dir loro in un tribunale: «Giù le maschere, prepotenti, siete sempre più nudi!».
Forse un direttore dei direttori serve davvero perché tutti alla pari spesso si stoppano a vicenda e neppure il dg presidenza o il dg area legale ha il potere di sbloccare i veri incrociati o coordinare le attività trasversali. Per lo stipendio, si tratta di un ente con 7 miliardi di bilancio, pensiamo a quanto sono pagati i ceo di tante aziende. La questione è che a questo fine sarebbe funzionale un discreto manager
Gentile dott. Franco Sardi, purtroppo
il diavolo fa pentole ed anche i coperchi.
Esiste un autorevole parere, il quale
afferma che se la nomina è avvenuta a una qualche distanza dal pensionamento,
il prescelto conserverà il nuovo lauto appannaggio che potrà cumulare alla sua “misera” pensione restando, di fatto,
fuori dal Decreto Madia che impone per i pensionati, incarichi pubblici
gratuiti con durata non superiore
ad 1 anno.
In Sardegna il Decreto Madia, finora,
è stato rispettato a fasi alterne.
Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti.
https://elearning.unipd.it/infodiritto/mod/book/view.php?id=707&chapterid=183
Chapeau.
I referendum non risolvono il problema.
La soluzione, drastica ma assolutamente necessaria, è la soppressione dei TAR e
l’istituzione di sezioni specializzate nei Tribunali ordinari (già proposta da Prodi nel 2013).
Dal curriculum vitae sembra prossimo il momento del pensionamento. Come si applicherà nei suoi confronti la normativa sull’inconferibilità?
La nomina del nuovo segretario generale e della d.g. della centrale di committenza (secondo le anticipazioni di stampa odierne) sarebbe la prova provata di come gli ermellini, siano riusciti in meno di tre anni a fagocitare l’intero pur impegnativo presidente,
altro che magistratura ronf ronf….
La parola inopportunità in Italia sostanzialmente ha perso di ogni significato. Solo in pochi hanno il coraggio di dirlo. Quanto poi all’intreccio tra Magistratura Amministrativa e potere politico è cosa che va oltre la questione oggi affrontata. I Consiglieri di Stato oltre ai vari convegni organizzati dalla PA, nomine spot ecc , spessissimo ce li ritroviamo nei gabinetti e nelle segreterie dei ministeri. Istituzione di stampo borbonico che soppravive solo in pochi paesi. Per me la Magistratura Amministrativa andrebbe abolita e le competenze rimese al Giudice Ordinario. Controllore e controllato sono troppo vicini.
Sono d’accordo su tutto. Ma quando leggo non posso non pensare ad analogie vistose con il sistema in cui opero. Non è solo la magistratura che non ha gli standard etici richiesti. Si è occupato il potere e non è possibile manifestare idee contrarie. Chi cosa viene incenerito dalla disapprovazione. Non si parla per lealtà, così dicono. Salvo poi telefonare e far cambiare le cose. Bisognerebbe avere il coraggio di parlare.