Il termine quaquaraquà è un neologismo inventato da Leonardo Sciascia (messo in bocca a un personaggio mafioso) per indicare gli uomini da nulla, gli uomini che parlano per dare aria ai denti.
L’ordinanza del Tar Sardegna che ha sancito che la Sardegna rimane in zona arancione e che vi è stata collocata legittimamente dal Ministero della Sanità perché nei rilevamenti i dati erano peggiorati, ha anche dimostrato che la Regione ha presentato il ricorso per puro spirito propagandistico, per gettare fumo negli occhi ai sardi che non credono nella pericolosità della malattia, quelli che fanno gli spuntini dopo la caccia, quelli delle discoteche estive, insomma per soddisfare l’umore di chi a prescindere dai dati avrebbe voluto che la nostra regione restasse in zona gialla.
Infatti, leggendo l’ordinanza si capisce perfettamente che la Regione, pur sapendo che le regole prevedono due settimane di consolidamento dei dati migliorati rispetto a quelli che hanno portato alla zona arancione, ha presentato comunque il ricorso. Non ce n’era alcun bisogno. Lo scrivono i giudici quando sottolineano che è noto a tutti che l’uscita dalla zona arancione avviene con una conferma bisettimanale dell’avvenuto miglioramento, come speriamo accadrà.
Ma l’addetto stampa del presidente, gli ha fatto dire: »Orgogliosi di aver difeso l’interesse dei Sardi». Quale interesse, quello di apparire ignoranti, di dimostrare di non saper leggere le leggi? O di aver per l’ennesima volta interpretato il sardismo sardista come lamentismo persecuzionismo ammeschinante rivendicazionista? Bla, bla, appunto, quaquaraquà.
Conosceva la procedura, ma doveva distrarre le persone dalle sue inutili spese🤨
Le regole prevedono due settimane di permanenza in zona arancione se sei stato legittimamente collocato in tale zona non se il ministro, il venerdì sera, nonostante i tuoi indicatori siano migliori di quelli delle altre regioni decide, senza giustificare in base a quale esigenza, che sei a rischio alto e in giudizio insiste nel dire che è così e basta
L’atteggiamento del Presidente all’esito della camera di consiglio in merito alle invocate misure cautelari mi pare peggiore dell’atteggiamento processuale.
Attribuire la responsabilità della colorazione delle Regioni all’asserita ostilità di Roma, da quel che è dato comprendere per la bieca contrapposizione politica, è un atteggiamento di grave irresponsabilità e mancanza in nuce del senso di appartenenza alle istitituzioni del sistema costituzionale.
Le gravi tensioni economiche e sociali nel paese sono tali infatti da suggerire rassicurazioni e soluzioni ai gravi problemi della Sardegna, anziché esacerbare il sentimento di disobbedienza civica già denunciato dalle varie categorie produttive e sociali.
Non brillano in questo neanche l’assessore Nieddu e il consigliere Mula, a cui si rimanda per chi vuole testare il proprio imbarazzo.