Questa è una storia distruttiva, che ha una morale: non si creda di vivere in uno Stato di diritto.
La raccontiamo come si raccontano le favole ai bambini, per istruire sugli aspetti squallidi della vita pubblica, per vaccinare dal degrado, per contrapporci all’incapacità al potere di questi tragici anni.
Inizia l’avventura dell’Aspal Scegliamo un punto di inizio di questa piccola storia non nobile: il 13.11.2020, giorno nel quale venne solennemente indetta «una procedura ad evidenza pubblica per l’acquisizione di manifestazioni d’interesse alla nomina del Direttore generale dell’Agenzia Sarda per le politiche attive del lavoro (ASPAL)». In sostanza, la Regione chiedeva a tutti coloro ritenessero di possedere i titoli richiesti dal bando, di presentare la propria candidatura per l’incarico di Direttore generale dell’Agenzia Sarda per le Politiche Attive del Lavoro.
L’11.12.2020 viene nominata la Commissione esaminatrice. Ecco qui la determinazione. Come si può leggere, la Commissione è presieduta dal Direttore generale dell’Assessorato del Personale.
Il 21.12.2020 Il Presidente della Commissione, nonché Direttore generale del Personale, approva l’elenco degli idonei e si riserva, all’art. 2 del dispositivo, di «riservare a un successivo momento la verifica, concernente la veridicità delle dichiarazioni rese circa il possesso dei requisiti, per tutti i candidati di cui all’allegato A». Mah!
Qualcuno fa ricorso e dunque l’elenco idonei viene aggiornato e diviene definitivo solo il 12.02.2021.
La prima delibera di Giunta La Giunta, però riesce a nominare il nuovo direttore dell’Aspal solo il 7.05.2021. Questa la delibera, rimasta a lungo non cliccabile.
È una delle rare volte nelle quali una delibera ‘spinosa’ è presieduta dal Saponettissimo presidente, questa volta forse impossibilitato a sgusciare dalle situazioni difficili, ma comunque molto volpino/mazzonaro nel dispositivo della delibera (e questa è la prima lezione del manuale amministrativo di cui al titolo) che riassumo: si dà mandato «alla Direzione generale del Personale e Riforma della Regione di procedere alla verifica del possesso dei requisiti dichiarati dalla nominata in sede di partecipazione alla procedura».
Cominciamo a non farci prendere troppo per il cnaso.
Quando una delibera di nomina giunge in Giunta, l’Assessorato dell’Assessore proponente dovrebbe aver svolto tutta l’istruttoria che consente di procedere alla nomina.
Qui no.
Qui la Giunta nomina sub condicione, e incarica la Direzione generale del Personale di verificare il possesso dei requisiti dichiarati in sede di partecipazione alla procedura.
Qui la mazzoneria (con la “z”, sia chiaro) presidenziale giunge a livelli veramente mirabili, per due motivi.
Il primo: chi è incaricato di verificare il possesso dei requisiti? Il Direttore generale del Personale nonché Presidente della Commissione che ha stilato la lista degli idonei, la quale a sua volta si era riservata la facoltà della verifica della veridicità della documentazione presentata dai concorrenti (su questo torneremo).
Il secondo: il Cresciuto a Pane e Volpe può essere considerato tutto quel che si vuole, ma non stupido e infatti chiede – qui iniziano anche gli specchi – la verifica del possesso dei requisiti, non la verifica della veridicità della documentazione presentata. La differenza è tutt’altro che sottile o banale.
Mi spiego con un esempio: io posso partecipare al concorso per Vigile Urbano affermando di possedere la laurea in chimica. Dichiaro il vero, la documentazione che allego è veritiera, ma se il bando prevede che io possa accedere a quel posto solo se conosco a memoria il celebre inno bacchico Zia Tatana Faragone, e io non conosco questo importantissimo testo paraliturgico, io non possiedo i requisiti. Se il posto viene assegnato per veridicità della documentazione, io vinco il concorso; se invece lo si assegna, come dovrebbe essere, per possesso dei requisiti, io lo perdo. Il Presidente Solinas chiede che qualcuno verifichi il possesso dei requisiti della persona nominata dalla sua Giunta, cosa che sarebbe dovuta essere già avvenuta. Il Presidente dubita e si protegge, ma nomina.
La denuncia della stampa Il 2 giugno 2021 l’argomento è oggetto di un articolo severissimo di Sardiniapost.
L’interrogazione dell’opposizione La delibera mazzonica di Giunta non sfugge a una parte di opposizione che il 30 giugno 2021 presenta questa succosa interrogazione ricostruttiva della presenza della vincitrice nell’Amministrazione regionale e denuncia che ad avviso dei firmatari la vincitrice non possiede i requisiti, già apparsi traballanti in un’altra selezione per dirigente regionale. Una denuncia forte e molto documentata.
Se io fossi un membro istruito della polizia giudiziaria, a questo punto giunti, andrei, con i tecnici informatici, a vedere l’iter della delibera sulla borsa digitale di Giunta, verificherei tutte le versioni e tutte le date e ricostruirei per tabulas che cosa è successo da febbraio a giugno. Non solo: recupererei l’altra selezione cui la vincitrice partecipò e interrogherei chi allora l’aveva valutata per poi mettere a confronto le valutazioni del passato e del presente. Ma questo lo farebbe un poliziotto serio di uno Stato di diritto dove vigesse davvero la sovranità della legge, non certo nel nostro. Quindi non sapremo mai che cosa c’è dietro questo gioco di rinvii, però possiamo continuare a decodificarlo.
La seconda delibera di Giunta Arriviamo al 5.07.2021 cioè a qualche giorno fa. La Giunta assume questa delibera che va letta con attenzione, nel titolo, nel dispositivo e nelle firme.
Il titolo La cosa più sconcertante è l’esordio: Presa d’atto controllo requisiti dichiarati. Che cos’è una presa d’atto? Un atto amministrativo che constata un fatto. Qual è il fatto di cui si è preso atto? Ecco, qui, bisogna dirlo, il Mazzonissimo ha trovato pane per i suoi denti.
Infatti il Supremo aveva passato non un cerino, ma una fiaccola, al Direttore generale del Personale, dicendole di certificare se la candidata prescelta possedesse i requisiti oppure no.
Ma “a mazzone, mazzone e mezzo”, il DG del personale, che di Diritto ne sa più del Saponettissimo, risponde dicendo di aver verificato la documentazione presentata dalla candidata, non il possesso dei requisiti.
E perché?
Perché formalmente il possesso dei requisiti, su cui il Presidente aveva chiesto l’accertamento, era stato già accertato dalla Commissione, presieduta dallo stesso DG del personale, il quale si era a sua volta riservato il controllo delle dichiarazioni dei candidati sul possesso dei requisiti, cui avrebbe per l’appunto adempiuto (ma su questo torneremo).
A questo punto cosa accade?
Il Saponettissimo ne inventa una delle sue quando non vuole farsi ‘agguantare’ e fa presiedere la Giunta che procede alla contestata nomina del DG dell’Aspal al suo vicepresidenate: ‘a mazzone e mezzo, mazzone triplo”.
Risultato: chi ha accertato il possesso dei requisiti contestato dall’opposizione?
La risposta è la seguente: la Commissione ha stilato una lista di idonei riservandosi il controllo dei requisiti con la formula della verifica della “veridicità sul possesso dei requisiti” (espressione molto esposta per la Commissione, perché una verifica non può riguardare solo la veridicità documentaria, ma anche la pertinenza); la Giunta non si fida della Commissione e chiede alla DG del Personale la verifica del possesso dei requisiti (prima delibera); la Direzione generale del Personale verifica ma non parla manco di striscio di possesso dei requisiti e si limita a dire che la documentazione presentata è vera; la Giunta nomina prendendo atto, cioè scaricando ogni responsabilità.
Chiaro lo scaricabrile di una decisione imbarazzante? È chiaro il manuale della presa per il cnaso a specchio?
Ma in quale Paese viviamo?
Marco, c’è nel titolo.
Boh, nel finale mi sono perso. La delibera del 5/7/2021 non parla da nessuna parte di “presa d’atto controllo requisiti dichiarati”, queste parole non ci sono proprio! (basta fare una ricerca nel documento). La Giunta nomina il DG e chiede alla direzione del personale di verificarne i requisiti. Alla fine qualche dirigente dovrà dire se questi benedetti requisiti (di legge) ci sono.
E quindi non abbiamo grandi certezze sul possesso da parte della persona in questione dei requisiti per diventare DG dell’ASPAL, ovvero i cinque anni di funzioni dirigenziali e la comprovata esperienza e competenza in materia di servizi per il lavoro e le politiche attive (art. 14 LR 9/2016); sul primo requisito, qualche dubbio potrebbe sorgere visto come è andata a finire la precedente nomina a DG del Personale, prematuramente conclusa con le dimissioni; quanto alle specifiche competenze in materia di lavoro, sarei estremamente curiosa di sapere cosa abbia potuto documentare, perché avendo lavorato nel settore per circa quarant’anni non solo non mi è mai capitato di incontrarla ma neanche di sentirla mai nominare. E nell’ambiente, bene o male ci si conosce.
D’altronde è stata la stessa Assessora a dire che vi sono state “difficoltà nella valutazione dei titoli”.
Ma ce lo possiamo permettere, in un momento di così grande criticità del nostro mercato del lavoro, di avere ai vertici ASPAL una nomina così poco trasparente?
Vogliamo completare con una postilla? Un cavillo di quelli che piacciono assai ai giureconsulti?
Almeno un componente della Commissione era un dirigente in quiescenza, burocratese oportet, da più di 4 anni, ergo, come disposto dai tempi della Ministra Madia, non potrebbe far parte di alcuna Commissione di concorso e assimilate.
Non è che la sua presenza infici tutta la procedura [anche qui burocratese oportet]?
Non è che i conseguenti trattamenti economici della vincitrice configurino un’ipotesi di danno erariale?
Ahhhhh, saperlo!
Non sono molto intelligente, lo ammetto. Mi sono perso! L’unica cosa che mi è chiara è che a questi non affiderei la custodia del secchio dell’umido.
“Semus in manos bonas'”. Ormai già da qualche anno in regione e agenzie regionali si accede per concorso molto groddemente “gestito” da queste persone, che, pur avendo cambiato incarico o raggiunto la quiescenza, sembrano, coadiuvati dal Genio Pinturicchio, i soli capaci a selezionare personale e valutare requisiti.
Nel paese in cui “anant postu su grodde (o mazzone) a cane pastore”.