Purtroppo sono il terminale di tante riflessioni altrui, anche se sto diventando un animale solitario e misticheggiante.
Ieri, a metà sera, col sole che ha avuto un’incertezza prima del tramonto, dopo una durissima lezione sul Quaderno 13 di Antonio Gramsci, mi son tolto le scarpe soffocanti da professore, la giacca e la cravatta, indossato un liberatorio costume hawaiano (con gli opportuni esercizi di stretching di chi si cambia in macchina, però con tempi olimpionici di svestizione, avendo fatto l’apprendistato sessuale invernale sulla seicento prenuragica cantata da Piero Marras) e mi sono immerso in quel luogo mistico che è il Poetto in autunno.
Rinato.
Noi siamo per l’infinito, solo lì stiamo bene e il mare ne è la migliore anticipazione.
Mi rimetto in macchina e la realtà mi colpisce col gancio al mento della condanna di Giancarlo Deidda, vittima di Cagliari-Gomorra, e col jab delle bugie messe in circolo sul vertice romano del Centrodestra.
Per me la politica è qualcosa di grande, epico, coraggioso. Spero sempre di vedere il Cid che cattura il conte di Barcellona e poi lo grazia, gli fa salva la vita e lo libera in nome di una nobiltà superiore. Immagino grandi scontri che si compongono in imperiture amicizie. Tutto copresente, come Dante dice di aver visto nella mente di Dio.
E invece sono puntualmente costretto ad assistere a tragico-commedie a ruoli fissi.
Mi rassegno. Provo a fare il realista, a dire le cose come stanno.
Ieri Fratelli d’Italia a Roma ha rivendicato la presidenza della Regione per il sindaco di Cagliari Truzzu.
La Lega ha alzato un muro a difesa di Solinas, al punto da rivendicare l’Abruzzo.
FdI ha invitato la Lega a candidare Solinas alle europee, ma la Lega ha rilanciato la stessa proposta con candidato Truzzu.
Impasse.
Una cosa è certa: il nostro Garcia è meno debole di quel che sembri, come io dico da sempre.
Le candidature proposte da Forza Italia sono, per il momento, né più né meno di una panchina lunga, con alcuni candidati che hanno tassi di notorietà così bassi (sotto il 6) da allarmare i sondaggisti.
Centrosinistra.
Ho provato, col tavolo del 7 luglio, a dargli un’identità nazionale, un profilo da grande coalizione della Nazione Sarda, ma rapidamente la conduzione del tavolo è scivolata ad essere, da culturale e senza scopi personali quale era, a politica e sovrastata da ambizioni di fazione.
Mi sono ritirato in buon ordine perché il male ormai mi annoia terribilmente.
Le chiavi di lettura corrette sono: da un lato la lotta tra fazioni interne e i veti derivanti da irriducibili odi personali, dall’altro gli accordi romani, da sempre punto debole, ma nevralgico, dei partiti italiani di Sardegna.
Non sta a me ricordare le disamistades della balena rosa, anche perché nominarle significa acuirle. Ma è certo che almeno due candidati, uno di Sassari e l’altro di Cagliari, vengono dichiarati inaccettabili per il veto delle fazioni locali a loro contrapposte.
E siamo già a due morti.
Poi si ha la crisi postvaccinale dell’area Cabras. Giacché al congresso la linea politica con cui ha ‘vinto’ Comandini è stata “Tutti contro Cabras a prescindere”, copyright Soru, ovviamente la metà sopravvissuta al linciaggio (il vaccino) si guarda bene dal fare proposte, per non dovere rifare la guerra al suono di “Tutti contro la proposta di Cabras a prescindere”. Ne consegue che la metà più politica del Pd vive aspettando Godot.
Buonanotte.
Ovviamente, chi è parente fino al quinto grado dell’area Cabras è considerato cacciabile, quindi vive intanato. Io sono amico di Cabras ed esco di casa perché mordo se morso, ma sono un caso a sé stante, non essendo del Pd e essendo stato allenato per anni a una vita silvestre, inseguito dalle mute di cani da caccia in divisa.
In questo quadro Soru ha capito che un po’ di coraggio potrebbe fare la differenza e dunque, credendoci e non credendoci, si sta facendo avanti, rendendo ogni giorno che passa sempre più imbarazzante una scelta verticistica o comunque calata non si sa come e non si sa da dove. Io che lo conosco, non come persona ma come uomo politico, so che non sta scherzando, sta sondando.
È diverso.
Il limite di Soru è che moltissimi lo guardano con diffidenza, temendo che la sua eventuale riconquista del potere possa essere usata per le sue ‘vendette’ politiche. Ma pensare di contenere Soru con l’attendismo o con il corridoismo è veramente una follia, è predisporre il campo di battaglia nel quale lui è più bravo: l’appello al popolo. Se per caso Soru trovasse un buon ministro degli esteri che facesse scoppiare una pace duratura, garantita dai suoi sbalzi di umore, tra lui e i suoi avversari storici, potrebbe avere la strada spianata. Se riesce a contenere la prepotenza, risolvere il conflitto di interessi, e accettare di condividere l’azione di governo con gli alleati interni e esterni, può fare bingo.
A Roma l’accordo Pd Cinquestelle per Alessandra Todde è stato fatto, inutile negarlo, e risale ai tempi della caccia a Cabras, quando i Cinquestelle diedero una mano a Comandini come la diedero alla Schlein. Un patto segreto a disvelamento lento, ma un patto.
Ho ricevuto molte sollecitazioni ad esprimermi contro la Todde.
Non l’ho voluto fare e non voglio farlo.
La conosco pochissimo e penso che abbia comunque dimostrato di saper fare una cosa: ha lanciato la sfida in forme coperte, ma non ininfluenti. Non l’ho vista in azione con le masse, ma è certo che nel palazzo sa muoversi.
Sa cos’è la cortesia, che non è un orpello, è una forma dell’anima.
Sa stare al mondo senza annichilire gli altri, e in un mondo involgarito non è poco.
La Todde rappresenta però una politica, quella dei Cinquestelle, non è una candidata neutra, una che si propone per il suo programma.
Non mi sembra (posso sbagliarmi) che abbia una sua identità distinta da quella del suo partito.
Lei è il movimento Cinquestelle, nel bene e nel male.
Non è un caso che sia sostenuta da parte dell’ex PCI, perché in fondo è la leader locale di una posizione a sinistra del Pd, giustizialista, assistenziale, e, sia detto senza offesa, populista. La sua candidatura rischia di svuotare il Pd, cioè rischia di ridefinire a Sinistra, e in danno del Pd, i rapporti di forza tra Pd e Cinquestelle, ma anche di ridurre l’ampiezza della coalizione, con la certezza che non sposterebbe alcun voto moderato da Destra a Sinistra. Il rischio della sconfitta diviene alto.
Non è un caso che recentemente il sito di Affari italiani, notoriamente utilizzato a Roma dalle fazioni interne ai partiti per mandarsi segnali ufficiosi, ha pubblicato questa analisi, nella quale si avverte che una eventuale sconfitta in Sardegna il 24 febbraio verrebbe addebitata interamente alla Schlein (Veltroni 2009 docet). Sono scricchiolii difficili da ignorare.
La notte è a questo punto: fonda.
Condivido tutto. Meritiamo qualcosa di più di questa traballante coalizione. Hanno capito che siamo in mano a degli incapaci, cinici, inadeguati. Si sveglieranno? Capirà Comandini che non è tempo di fare il furbo. Il suo atteggiamento oscillante, poco chiaro, è controproducente
Ha voluto fare il segretario di un partito importante, ora è necessario che parli chiaramente senza paure..
Spero che venga candidato Milia . Vorrei votare Milia e così tanti altri con cui parlo.
Spero che la sinistra si ricompatti e lasci da parte gelosie, manie di protagonismo e principalmente paure. Dovrebbe aver paura solo di perdere le elezioni. Spero nei progressisti e in Sardegna e libertà
Ai miei occhi Soru paga l’acritica adesione al renzismo, ed quella stagione di nefandezze. Piuttosto rivoto un partito trotskista.
– «Sardi dove siete?»
– Cucù! (in Sardigna si giogat a mammacua. Ma una professoressa at iscritu de pagu chi sa Sardigna po is Sardos est unu “NON LUOGO”, in sardu unu NEDHUE).
O fortzis est méngius a nosi pregontare ite o comente seus.
Drommios? Drogaos? Drodhes? Disamistadistas?
Ma nudha de su chi sa bonànima de Mialinu Pira (altrimenti nominato a batiare catto-italiano Michelangelo) naràt «rivolta dell’oggetto» (no dh’iat ancora furriau mancu issu).
Seus ancora solu OGGETTO (piga e pone, giae e lea, lea e lassa, sega e ispartzi o divide et impera).
A “rivolta” civile digna de gente chi si narat gente (“Natzione” ojamomia ita dannu!) podiaus èssere (e depeus, est sèmpere ora!) SOGGETTO grammaticale de su verbu “rivoltare” civile (in Italia, più avanzati, ant fatu unu “Vaffa”, ma no a is partidos italianos o italianistas chi serbit a noso), sinuncas iaus a èssere sugetos prus a leare cropos indignos, comente a dónnia modu cun garantzia seus sighendho.
Progetto Sardegna è stato un partito politico regionale sardo di tipo autonomista e progressista, fondato da Renato Soru, Soru con quell’idea riuscì a risvegliare nei Sardi quel qualcosa che batte da sempre batte nei loro cuori, ma poi li deluse ritirandosi, allora ci fu una delusione generale, perché ❓, che fine ha fatto Chicco Porcu, suo sostituto pro tempore nel Partito ❓
Se Soru riuscisse a risvegliare, con sincerità, nel cuore de su Populu Sardu quel battito nei loro cuori, probabilmente riavrebbe i loro voti e anche il mio, non lo nego ❗Ma si deve prendere in carico e portare sulle sue spalle tutti i problemi che ci attanagliano in questi brutti momenti della nostra cara Sardegna, dall’economia che affonda, l’inflazione e il caro vita che non ci fa dormire, l’occupazione dei nostri territori con impianti vari di energie rinnovabili ad uso altrui e non per nostro vantaggio, il caro trasporti che è sempre in fondo al mare, poi il lavoro lavoro lavoro, etc.etc.etc. .
Ecco Soru dovrebbe dire qualcosa su questi problemi, allora forse i Sardi lo rivaluterebbero 🤔
La Todde é una brava persona, deve dimostrare di essere una buona guida per il Popolo Sardi, non dei 5 Stelle.
Il battito nei cuori di moltissimi Sardi, di cui ho parlato, è ancora la dannata voglia di Sardegna libera, la tanto desiderata Nazione Sarda…. Verrà quel giorno 🤔 chissà, ma Noi non ci saremo
Bona Die a Vois
In Sardegna, Soru sarà pure visto con diffidenza da moltissimi ma non è detto che anche a Roma sia così. Ammesso che ci sia un accordo romano, è vero anche che gli accordi possono essere rivisti e Soru potrebbe avere le relazioni giuste per convincere la Schlein.
Milia continua a rimanere nascosto come un portatore d’acqua al Tour de France. La Todde che per qualche giorno è stata in testa è tornata nel gruppo. Entrambi sembrano non aver capito che, se vuoi vincere una corsa a tappe devi rimanere davanti e se prendi troppo distacco ti mancherà il tempo per recuperare.
La squadra di Truzzu prova a tirargli la volata ma anche in questo caso è lui che deve pedalare per superare la maglia gialla Solinas.
C’è però una questione di cui nessuno parla e a mio avviso è importantissima. Per ciascuna delle possibili soluzioni sarebbe utile sapere in anticipo la squadra di governo. Anche per evitare di ritrovarci con assessori improbabili o candidati trombati alle elezioni che diventano assessore.
Che siano gli albori di un nuovo progetto Sardegna?
Dubito, anche perchè del movimento che abbiamo conosciuto, apprezzato e sostenuto 2o anni fa il presidente era la sintesi più carismatica di tantissime “intellighentzie” che avevano preparato e sottoposto al giudizio dei Sardi un programma elettorale capace di prevalere al riscontro delle urne sugli avversari politici di allora.
Lo stesso tycoon pensò bene di far confluire il “suo” giocattolo nel pd per ampliare il suo raggio d’azione personale ( e imprenditoriale?), sostenuto in quella iniziativa da quei consiglieri regionali e dirigenti di partito che in seguito hanno visto assegnarsi incarichi, prebende e promozioni.
Di tutto ciò rimane oggi solo l’ arroganza invecchiata di 20 anni di chi non è capace di sostenere una iniziativa in modo disinteressato…..
Insomma, se “Atene piange, Sparta non ride”. Quel che colpisce è l’assenza della posizione del PsdAz, che fino a prova contraria è il partito di Solinas. Partito? Boh… forse al massimo compagni di merenda (o spuntini). Seconda considerazione: dopo 5 anni di disastri il premio è mandare Solinas in Europa. C’è ancora qualcuno che si chiede perché siamo lo zimbello della suddetta?
Sinistra: non mi sembra si possa aggiungere altro a quanto Lei ha detto. Demoralizzante masochismo. Si rischia di perdere anche dopo la peggiore Giunta del passato trentennio. Sardi, dove siete?
Si parla di persone che dovrebbero fare questo e quell’altro, ma è in realtà un mal costume da superare…
È stato un errore credere a Lega, FdI, M5s… Ma il problema è quello di chi li vota…
Le cose vanno dette. Non può esprimere un corpo politico sano chi ogni giorno è attore di o si piega a bassezze.
Da profano quale sono,
penso però che piuttosto dell’ avere ancora gente di una incompetenza imbarazzante al governo, preferirei Soru, a vita.
Alba, che dirti? Hai ragione. Ma io non riesco a non sperare che una luce brilli anche nell’animo più scuro.
Leggo “……. facesse scoppiare una pace duratura, garantita dai suoi sbalzi di umore, tra lui e i suoi avversari storici, potrebbe avere la strada spianata. Se riesce a contenere la prepotenza, risolvere il conflitto di interessi, e accettare di condividere l’azione di governo con gli alleati interni e esterni, può fare bingo.” In buona sostanza Soru non dovrebbe essere Soru !!! Un pochino difficile