Red Road è il primo film di una trilogia intitolata Advance Party. Il progetto, prodotto dalla Zenotropa di Lars Von Tier, dalla Sigma film dello Scozzese Gillian Berrei e dalla produttrice Danese Sisse Gran Jorgensen, stabilisce delle regole pratiche, ripresa in digitale, tre città scozzesi, una compagnia stabile di attori che conservano lo stesso ruolo, un gruppo di personaggi per tre registi esordienti.
Red Road della regista Andrea Arnold, premio Oscar 2004 per il cortometraggio Wasp, apre la trilogia e vince subito il premio della giuria a Cannes 2006.
Ambientato nella periferia di Glasgow, è la storia di Jackie (Kate Dickie), giovane donna impiegata come operatrice in un centro di sorveglianza.
Dai monitor osserva lo scorrere della vita degli abitanti del degradato quartiere. La sua vita procede in modo noioso, giorni e notti passati ad osservare strade e visi di uomini e donne che sembrano non dirgli niente. Un giorno le capita di vedere nel monitor Clyde (Tony Curran), un uomo che qualche anno prima le ha cambiato la vita. È meglio fermarsi e non svelare la trama per non rovinare la visione del film a chi lo vedrà.
Sono inquietanti quelle telecamere puntate sulla città, che sembrano stabilire il primato dello sguardo della macchina su quello dell’uomo. La Arnold ci mostra una moltitudine di solitudini e un degrado che spaventa; lo fa con uno stile asciutto e con un realismo degno dei registi che hanno trattato questi argomenti, un esempio è Ken Loach.
Un esordio che convince e che lascia il segno.
Di Andrea Arnold; con Kate Dickie, Tony Curran, Martin Compston, Natalie Press, Andrew Armour, Paul Higgins.
di Mario Cadoni