Ci ho pensato per quasi una settimana, perché ero incerto sullo stile: satirico? Comico? Parodistico? Drammatico?
Se esistesse userei lo stile “senza parole”.
Ci eravamo abituati al Tg3 Sardegna come riepilogo delle notizie date dagli altri. Ci eravamo abituati all’inutile servizio pubblico, ai bollettini ufficiali ripetitivi del già detto o amplificanti del non senso.
Aspettavamo sonnecchianti il Tg Leonardo, l’unico Tg interessante offerto dalla Rai e, nel frattempo, rivedevamo il solito schema andare in scena, diverso tutti i giorni ma tutti i giorni uguale (scusa Francesco la citazione cursoria della tua poesia): politica della Giunta, politica del Consiglio (uno di maggioranza e uno di opposizione), cronaca (se c’è il morto o ci sono arresti clamorosi e tali da soddisfare la sete di sangue della piazza, la cronaca viene collocata prima della politica), costume, cultura, sport. Un Tg così, meccanico e automatico; così da qualche anno, non da sempre, immemore di stagioni colte e impegnate.
Poi però è accaduto che il 13 maggio si è andati oltre la decenza.
Durante il Tg3 Sardegna delle 19:30 ecco che compare un servizio di cultura che ricorda i bombardamenti su Cagliari del 1943.
Questi bombardamenti, nella realtà angloamericani, nel servizio diventano tedeschi, ma non tedeschi qualunque, tedeschi della Raf, ma la Raf era l’aeronautica della Gran Bretagna, la Royal Air Force.
Un pasticcio. Un ridicolo pasticcio pontificato in Rai, diffuso col turibolo delle 19:30 a tutti i sardi.
Se uno studente di Lettere andasse a sostenere un esame di storia contemporanea e dicesse una castroneria di questo tipo, verrebbe sbattuto fuori “al suono del corno”.
Invece, il servizio pubblico italiano, ospite alieno in Sardegna, può permettersi questo e altro, può riscrivere la storia, perché in fin dei conti il TG è avanspettacolo, è intrattenimento, è contorno del desco, deve fluire senza increspature, riempendo gli attimi di silenzio delle ormai poche famiglie sarde che pranzano insieme.
C’è chi dirà: «E che sarà mai?». Eh già, che sarà mai l’ignoranza pagata e diffusa dallo Stato? Che sarà mai non sapere una cipolla dell’alleanza dell’Italia fascista con la Germania nazista, cancellare la vergogna dell’Italia razzista, dell’Italia che rompeva la testa di don Minzoni a sassate, che uccideva Matteotti, che incarcerava Gramsci, e farla diventare in un attimo nemica dei nazisti? Che sarà mai informare i giovani che l’Italia non era con i nazisti, ma che anzi i nazisti bombardavano la Sardegna? Che sarà mai? Nulla per chi è talmente anestetizzato dal vuoto al potere da digerire anche dinosauri.
Invece è molto per chi vuole ricordare, per chi insegna esattezza, per chi insegna il sacrificio per il sapere, per chi insegna a meritarsi lo stipendio. Ed è talmente tanto che l’unico stile per raccontarlo sarebbe un insulto, invece si è scelto di dire che c’è gente, ancora, che ascolta e che sa e che riconosce le cose buone dalle avariate e che informa gli altri sullo stato di decomposizione del servizio pubblico italiano.
Si vorrebbe esistere per amare e non per resistere, ma accade che in certi momenti le due cose divengano inscindibili e che l’unico modo per amare responsabilmente il mondo in cui si vive sia resistere alla sua manipolazione.
La RAF era la Royal Air Force cioè la Forza Aerea Reale della Gran Bretagna. Da quello che dice la giornalista prima del filmato sarebbe un documentario di Cada die teatro, mandato in onda da RAI 3. Comunque Beata ignoranza, non perdonabile.
La mediocrità pagata coi soldi dei contribuenti…. 🤬
Senza parole……..