L’assessore Chessa si è tenuto, come si dice, il sorcio in bocca per tre anni, ma alla fine l’ha detta: la Sardegna è priva di continuità territoriale e senza continuità territoriale non c’è né libertà, né sviluppo, né turismo.
Chessa ha detto la verità sul suo Presidente: il più grande fallimento di Solinas è proprio nel versante dei trasporti, a pari merito con la sanità.
Che cosa significa che un assessore sia così netto nel contestare l’errore più grande del suo Presidente?
Potrebbe voler dire che Chessa sa già che verrà sostituito da Lancioni o da altri e dunque, perso per perso, gioca la carta del consenso fondato sulla protesta.
Oppure potrebbe voler dire che Chessa non sa quello che dice.
In ogni caso, Solinas arriverà agli stati generali, immaginati per ottenere la ricandidatura, così azzoppato che probabilmente li trasformerà in consultazioni per la nuova Giunta, la Giunta dell’ultimo anno, una Giunta da Fulgencio Batista.
Il dramma è che la verità di un fallimento parissitario terribile sta emergendo, ma galleggia da sola, senza l’opposizione, che sembra non credere nella politica, nella proposta alternativa ben pensata e ben annunciata. Nella percezione dei sardi, l’alternativa non è tra Solinas e l’opposizione, è tra Solinas e il nulla e il nulla genera solo rassegnazione, cioè un sardo su due che non va a votare.
La seconda menzogna che finalmente è stata smascherata è quella sui conguagli regolatori di Abbanoa. La Cassazione li ha dichiarati legittimi, dandola in testa a tanti tribunali sardi. Sarà un caso, ma quando ero assessore c’era un mega residence nel Nord Sardegna che aveva un debito enorme con Abbanoa e che, sarà stato sicuramente un caso, era ricco di condomini con toghe di varia natura.
Ciò che adesso voglio ricordare è che, quando mi sono schierato decisamente per il risanamento di Abbanoa, capitalizzandola per la prima volta nella sua storia (perché Soru aveva voluto Abbanoa, ma non l’aveva capitalizzata, sostenendo che doveva capitalizzarsi con l’attività), difendendo il suo diritto-dovere di far pagare l’acqua per difendere il diritto di tutti all’acqua, ho avuto contro sistemi integrati di avvocati, politici e ingegneri, tutta gente disinteressata, ma con un occhio vigile alle parcelle, ai progetti e ai voti, tutti pronti a convincere gli utenti a non pagare, tutti pronti a cavalcare il facile consenso dell’acqua gratis, tutti a inventare che i bilanci erano falsi, che poi è stata la tesi di un avvocato assurto successivamente a ruoli di governo che ha dato mandato, sui bilanci, di concretizzare la sua propaganda e ha ottenuto come risultato di doversi ritirare perché i bilanci erano corretti: chi rischiava di commettere reati era lui e non altri.
Ovviamente la magistratura cagliaritana chi colpì? Colpì Abbanoa e perse, ma quanta fatica e quanta amarezza.
Oggi Abbanoa è nuovamente lottizzata nel suo Cda, non riesce a pagare nei termini i fornitori, è più lenta di prima, e già era lentissima, negli investimenti, non ha alcuno che faccia il controllo analogo (che è come dire che è un po’ fuori controllo), non è riuscita a superare la conflittualità tra il personale (che era e resta uno dei suoi limiti peggiori), non è ancora riuscita a pulire le anagrafiche degli utenti e continua a fare errori. La Regione, che per legge dovrebbe diminuire le sue quote, per legge, cioè contra legem, ma facendolo fare al Consiglio regionale, ha rinunciato a cedere le azioni ai Comuni. Nel frattempo paga le funzioni di indirizzo dell’Egas, l’Ente d’Ambito, con stipendi vergognosamente stellari. Non parliamo poi dei pasticci, gravi, fatti sulla nomina del collegio sindacale. Ma siccome dentro Abbanoa è nuovamente ben rappresentata la cremina del mondo parassitario cagliaritano, la magistratura non controlla, non dice, non fa.
Per questo schifo evidente e ingiusto io mi sono ritirato da ogni incarico e da ogni responsabilità.
Davide, guardi, io mi sento padre dei mei figli e basta e non ho ambizioni politiche. Ho ambizioni a rimanere in vita, pensante e libero.
Per rovesciare Fulgenzio, corrotto e controllato dalla più sudicia economia USA, ci volle un manipolo di barbudos neanche troppo organizzati, poco armati, parecchio sbrindellati fra loro ma molto, molto motivati, molto decisi e soprattutto visionari.
Oltre che la voglia di mandare a casa, per sempre, l’attuale compagnia di improvvisatori, opportunisti e burloni, occorre avere una visione concreta di questo nostro territorio così insulare e così poco autonomo.
….ma galleggia da sola, senza l’opposizione, che sembra non credere nella politica, nella proposta alternativa ben pensata e ben annunciata. Nella percezione dei sardi, l’alternativa non è tra Solinas e l’opposizione, è tra Solinas e il nulla e il nulla genera solo rassegnazione….
è il mio stato d’animo! Preciso
Mah, le dirò, magari le opposizioni non credono nella Sua di strategia, magari non le riconoscono quel ruolo guida da padre Nobile che Lei sembra ritagliare per se stesso, magari preferisco stabilire un percorso che porti a maturazione una proposta alternativa ben pensata e ben annunciata con i loro tempi, che evidentemente non sono i suoi.
Che sfacelo. Che tristezza. Così si può solo regredire.