Oggi è mancato Renato Azara.
Quando muore un indipendentista si ricordano alcune cose di lui, ma non sempre il suo indipendentismo.
Per Renato la scelta indipendentista era connaturata alla sua natura: un uomo indipendente, libero, senza paure, appassionato del mondo come lui non poteva che guardare alla Sardegna come essa merita, con la consapevolezza di chi sa riconoscere le cose di valore della storia.
Non faceva rumore, Renato, e non amava i chiassosi. Amava il suo paese, San Pantaleo. Amava i silenzi del mare. Amava stare in compagnia, in silenzio. Ha fatto la sua parte nella storia, non si è nascosto. Avrà anche sbagliato come noi tutti, ma ha tenuto la rotta, ha combattuto la battaglia, ha conservato la vitalità dell’anima, non si è arreso ad alcun cinismo, ad alcuna rassegnazione.
E in silenzio, in punta di piedi, senza disturbare nessuno, se n’è andato.
Molti di noi muoiono così: con la schiena dritta di fronte alla morte, senza arroganza e senza paura, tendenzialmente da soli o solo con le compagne e con i figli.
Per non disturbare.
A sa santa glória, Renato Azara!
Is indipendhentistas no istrobbant a nemos: funt is dipendhentistas e totu is dipendhentismos is chi istrobbant, segant is cambas, faent totu is invasiones e dipendhéntzias, coltivant s’irresponsabbilidade cantu sa dipendhéntzia, su parassitismu e s’isfrutamentu, totu is gherras e su carraxu e mamudinu de su domíniu, ca sa dipendhéntzia no est s’interdipendhéntzia paghiosa de sa normalidade.
Una bella persona.