Come da copione, è arrivato il ricatto. Ieri, l’ala lombarda del Qatar, convocata al Mise per discutere dello smantellamento annunciato della base di Olbia di ciò che fu Meridiana, ha detto (così riporta La Nuova Sardegna) che se il clima diventa ostile (cioè, se non si obbedisce ai diktat della Compagnia) il progetto Air Italy verrà abbandonato.
Si chiama ricatto. Ma nessuna istituzione sarda ha reagito come avrebbe dovuto a questa volgarità politica. Per rappresentare la Sardegna non basta il mandato popolare, ci vuole un tasso di consapevolezza di che cosa essa sia realmente che o si ha naturalmente, molecolarmente, o non si ha. E si vede.
Vorrei dire, da segretario nazionale del Partito dei Sardi, al Qatar che questi ricattucci da padroni delle ferriere possono impressionare i deboli, ma non noi. Noi sappiamo benissimo come combattere e sappiamo anche bene che è preferibile vedere il Qatar andar via che vederlo signoreggiare col ricatto. O il Qatar pensa che qui siamo tutti con l’anello al naso e la manina distesa per la questua? In Sardegna ci sono ancora uomini non impressionati né impressionabili, che sono interessati a chi sa fare e far fare buoni affari, ma che sono invece indisponibili con quelli che vogliono solo fare i propri affari sulla schiena degli altri.
Noi sappiamo bene di quale privilegio abbia goduto fino ad oggi il Qatar.
Lo descriviamo per farlo capire. Si tratta del Mater Olbia.
Come si sta realizzando quest’opera?
Con un meccanismo privilegiato garantito solo al Qatar e che se fosse stato garantito a un privato avrebbe scatenato un’indagine giudiziaria.
Si tratta di questo. Il Qatar manifesta l’intenzione di fare un investimento rilevante in Sardegna per subentrare nel progetto avviato dal San Raffaele e da don Verzé a Olbia.
Cosa chiede il Qatar? Chiede non che ci sia un aeroporto efficiente per fare arrivare pazienti da tutto il mondo. Non agevolazioni per i flussi delle persone affette da patologie particolari che avessero piacere e bisogno di andare a curarsi a Olbia. Non agevolazioni fiscali per la residenza sul suolo sardo di scienziati e specialisti che volessero e dovessero trasferirsi a Olbia. No, niente di tutto questo, troppo virtuoso. Il Qatar chiede accreditamenti, come se fosse un piccolo imprenditore sardo che apre un centro radiologico. Il Qatar punta ai DRG pubblici, punta alla rendita. E così si realizza il miracolo di accreditamenti garantiti fino a 50 milioni l’anno per una struttura in fieri, con il Governo italiano che anche recentemente, con il decreto Milleproroghe, crea il contesto normativo perché la Regione Sardegna possa sforare il tetto della spesa privata per garantire lo sviluppo del progetto Mater Olbia.
Quindi che cosa sta accadendo? Sta accadendo che il Mater Olbia farà gli investimenti in vigenza del progressivo riconoscimento degli accreditamenti, finanziando parte dell’investimento con il flusso generato dalla prime e crescenti prestazioni.
C’è da chiedersi: ma se lo Stato italiano e la Regione avessero fatto un bando pubblico che avesse detto che la Regione garantiva 50 milioni l’anno di accreditamenti con aumento del budget attuale della spesa a questo scopo dedicata, e che non avrebbe preteso che l’investimento fosse interamente realizzato prima di accreditare, ma avrebbe garantito un accreditamento in fieri, non ci sarebbero stati imprenditori sardi pronti a fare un’offerta? C’è da chiedersi: ma le specialità mediche accreditate per il Mater Olbia sono innovative o ripetitive rispetto a quelle già offerte dagli ospedali sardi? E se non sono innovative, che senso hanno e a chi vengono sottratti i posti letto?
Ecco, il Qatar così smaccatamente privilegiato oggi usa i termini del ricatto e dice: “O state zitti o chiudo“.
Uno schifo da becero colonialismo.
Una vergogna istitituzionale possibile solo perché non si ha una cultura della dignità nazionale dei sardi e dell’importanza della difesa degli interessi nazionali dei sardi.
Lo voglio dire agli illusi: il Qatar è venuto a cercare in Sardegna una tariffa (il DRG) come fanno tutti gli speculatori finanziari del mondo, non a produrre lavoro e ricchezza, ma investire denaro sul denaro. Io che ho impedito la privatizzazione dell’acqua pubblica (perché l’ho impedita io, in una solitudine mortale) so quanto piacciano le tariffe ai finanzieri del mondo. Io che ho portato via due dighe all’Enel so come si specula sulla regolazione del mercato e ho combattuto gli speculatori. Oggi mi trovo di fronte a uno Stato estero, privilegiato dall’Italia in modo spudorato e senza garanzie, che addirittura dice: “State zitti o vado via“. Una vergogna globale.