La maggioranza sta ‘discutendo’ sulle nomine dei commissari delle province (nuove e vecchie) il cui varo, da parte della Giunta, sembra imminente.
Ciò che contesto a questa Giunta è la convinzione che basti mettere i propri amici o colleghi o compagni o sodali nei posti di governo e di sottogoverno e i problemi magicamente si risolvono.
Non è così: per risolvere i gravi problemi della Sardegna serve una visione generale declinata in una pianificazione e in atti di programmazione. A sei mesi dalle elezioni, ciò che è chiaro è che non c’è una rotta tracciata e non c’è un disegno comprensibile, e non ci sono perché chi governa non conosce la Sardegna o ne conosce e frequenta più i vizi (storici) che le virtù, ne ignora le debolezze strutturali, non ne sa interpretare l’ambizione di autogoverno, non ha coscienza dei punti di forza e di punti di debolezza.
Ne sono un esempio le province.
Pensare di mandare politici ad amministrarle vuol dire due cose: non sapere in quale disordine versino, ma anche non volerle ricondurre rapidamente a un percorso ordinario, con elezioni e amministratori eletti. Un conto sono i liquidatori delle vecchie, altro sono i commissari delle nuove che certificano solo un fatto: non si vogliono fare le elezioni. Difficilmente, infatti, se si nomina un politico, per di più bocciato alle elezioni, si intende bandire nei termini le consultazioni elettorali, perché se così fosse, la forza remunerativa (in termini morali, si intende) della nomina sarebbe veramente inconsistente.
Per tutti questi motivi e per continuare a svolgere una disinteressata funzione di opposizione, così sgradita alle forze politiche sarde, mi occupo di una perla della Provincia di Nuoro, segnalatami da un insegnante di vecchio conio, della genia di quelli che non si subordinano ai dirigenti dalla ‘microtirannide’ facile, i presidi che ricordano agli insegnanti di prima nomina, che provano a dissentire da loro, che sono nell’anno di prova. Che pena il potere usato per gonfiare il petto e alimentare il peto (altrui)!
Il 28 giugno scorso, il Commissario ad libitum della Provincia di Nuoro, discute con se stesso e decide (Delibera 86) di aumentare la dotazione della Nugoro Spa (la società in house della provincia che è utilissima, ma che da anni è perseguitata dalle scelte politiche del governo provinciale e da amministratori non proprio amati dalla commissione del controllo analogo, da cui tutti si dimettono) per la manutenzione delle strade nel triennio 2024-206 di 1.353.502,92 (lettera E del dispositivo). Tralascio aspetti formali che fanno sorridere (si dà mandato ai dirigenti di reperire, su indicazione dell’amministratore unico, le risorse necessarie allo stanziamento…. Qual è il mandato?).
L’indicazione dell’Amministratore unico non si fa attendere e giunge con la Delibera 106 del 1 agosto scorso. Evidentemente in un mese nessuno è riuscito a reperire procedere a diminuire un capitolo di bilancio e aumentare quello della Nugoro. Così il 1 agosto il commissario ha un’archimedica pensata: “Tolgo i soldi dal contributo per il funzionamento delle scuole e li metto nella manutenzione delle strade”. Che dire? Nel prossimo mese di settembre si avvierà la predisposizione del bilancio triennale 2025-2027, che avviene sulla base delle previsioni pluriennali del bilancio precedente, tenendo comunque conto dell’andamento storico delle entrate e delle spese. A meno di artifizi contabili o di maggiori entrate attualmente impreviste, il nuovo bilancio non potrà chiudere in pareggio se non sottostimando la spesa di funzionamento delle scuole, con gravi problemi per la gestione ordinaria in quanto verranno a mancare risorse per la corrente elettrica, il riscaldamento e tutte le altre utenze necessarie.
Per la presenza di casi come questo sostengo che a guidare le Province non debbano essere persone con consenso, ma persone competenti nella pubblica amministrazione, non specialisti dell’indirizzo politico, ma veri amministratori capaci di mettere ordine, di riorganizzare, di ripulire, di snellire, di rendere nuovamente la macchina amministrativa trasparente ed efficiente.
Regione, province, comuni, comunità montane e così via! Un territorio frammentato per essere meglio amministrato! Presenza capillare della politica per una gestione minuziosa dei problemi locali!!! I fatti? Sono davanti ai nostri occhi, Un’isola in totale abbandono, i problemi, sempre gli stessi, sempre irrisolti. No troppi geni al comando non mi hanno convinto, perseverare nell”attribuzione di posti al sole serve solo ad assicurare ai politici visibilità e vantaggi sia economici che elettorali. Ci vuole visione socio, geografica ed economica, conoscenza del territorio e dei suoi problemi, saperne intravedere le soluzioni, non sempre dissanguandosi. Ci vuole carisma, riconosciuto valore e rispetto, forza di convincimento per diffondere messaggi seri volti a sollecitare comportamenti corretti che eviterebbero una molteplicità di problemi. Ciò non vuol dire che non servano le disponibilità economiche ma sarebbero, forse, minori e più pertinenti e, davvero, razionali. Non si fa tutto con i soldi se non vi è alle spalle impegno disinteressato e onestà di comportamenti.
Egregio Giovanni Simon (poteva scegliere uno pseudonimo migliore), questo è l’ultimo commento che pubblico. Lei non ragiona di politica. Lei accusa e insulta per partito preso. ultima volta.
Salve, “abbiamo” fatto della Sardegna e dei Sardi, una terra di ignavi/ignoranti e un popolo di ascari!!!
Caro Dott, Maninchedda, pur condividendo la sua linea nel giudicare l’attuale giunta regionale, non posso esimermi dal confermare il mio giudizio ancora più negativo per la ex giunta, guidata da chi di Sardista non aveva neanche le scarpe!!!
Infatti i risultati si sono visti, oltre al fatto che con tanta ipocrisia continuano a professarsi Seri e validi politici(CHI DEUS N’ISCAMPETE E NE LIBERETE),.,
È vero che stiamo vivendo in un epoca a dir poco confusa, ma occorre ammettere che da circa 40 anni la Sardegna è amministrato da emeriti Asini, che pur di soddisfare i propri miserabili bisogni, si accomodano negli scranni e nelle platee pubbliche e poi chi la piglia la piglia,.,
Alla faccia del Sardismo e dei poveri Sardi, che appunto da una 40ina di anni, meritavano sorti ben più favorevoli e profique…
Certo è anche vero, che i Sardi, come elettori sono assai Stupidini, basta che gli vengano fatte promesse volatili e campate in aria, e puntualmente come allocchi, tutti a votare e a contribuire a sfasciare quanto di buono è stato fatto, (OVVIAMENTE SEMPRE FINO A UNA 40INA DI ANNI ORSONO),
Perchè appunto dall’inizio degli anni 70,una serie di BUFFONI, ben PREZZOLATI, si sono adoperati affinché si ammansisse il popolo Sardo e a creare tutto ciò che oggi vediamo e siamo costretti nostro malgrado a subire, vedi Todde, Solinas, Pili, Soru, Pigliaru, Serrenti, ecc ecc ecc!!!
Alè, chi prus BALLALLOIS de sos Sardos non bi n’ata in locu, praticamente, l’ultima ruota dell’ultimo carro!!!
Dottore, mi consenta. La sua eccellenza intellettuale è cristallina e, come ho scritto, il suo blog è fonte inesauribile d’analisi; forse unico in Italia. Eppure manca d’iniziativa risolutiva. Com’è è possibile in un paese con la forza del quarto commercio del mondo, avere questo sfascio a livello burocratico?
E dunque ci vorrebbe l’analisi d’un moderno Tocqueville per comprendere dove eravamo e dove andiamo. Lei potrebbe esserlo, se abbandona il terreno mortale dei particolari senza l’insieme, e s’avvicina all’iperuranio della totalità per comprendere il particolare.
Piccolo esempio. Guardi le nostre città. Ovunque ordine sino al 1960, e poi disordine. Così ovunque e per ogni settore. Cosa è accaduto dunque?
E lei che lo deve scoprire, e lei che ha le doti. Noi miseri mortali attendiamo le sue analisi.
@ Lucano Si rilegga. Dov’è la sua proposta?
Per anni la mia terra è stata in mano a gente che non ha fatto il suo bene. Quello che mi meraviglia è che figli/a di questa terra, vanno ha governare solo per interessi propri. Assumono gli amici o amici degli amici per poi prendere una buona uscita e pensione l’attuale maggioranza il peggio che poteva capitare.
Quando il gevernatore si veste del suo costume tradizionale per la festa della sua città. Senza che i suoi paesani non se la filavano. Eravamo nella merda, siamo arrivati alla diarrea!
È ormai opinione comune che le nuove province non sono altro che un poltronificio per personaggi bocciati alle recenti, e precedenti, elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale . Non solo, oltre il 90% dei sardi si è espresso in un referendum contro questi nuovi enti che si vuole a tutti i costi far resuscitare. Anche questa è una mancanza di rispetto della volontà popolare, che sempre più si disaffeziona dalle vicende politiche.
Creare un e te provinciale per amministrare poco più di 60 mila abitanti, mi pare uno ad preco di risorse pubbliche che meglio sarebbero utilizzate se venissero impiegate per fare funzionare la sanità pubblica.
Per quanto riguarda la Provincia di Sassari ( vedasi relazione alla previsione di bilancio 2023) tutte le funzioni ( manutenzione strade,scuole,formazione etcc) sono di competenza della Multiss spa. In effetti il direttore generale della Multiss [Antonio Spano] il vero amministratore della Provincia. È del tutto inutile nominare amministratori provinciali in quanto diventano meri pagatori delle attività e decisioni della Multiss. Tanto è vero che il direttore generale è diventato consigliere regionale senza mettersi il problema della incompatibilità poiché la Provincia riceve buona parte delle risorse dalla Regione ( manutenzione strade, disinfestazione etcc) . La Multiss ha entrate per 11 milioni di euro ed oltre 6 milioni e mezzo destinati ai dipendenti ( assunti sostanzialmente a chiamata diretta : la selezione ha questa finalità) . Gli acquisti ,sotto soglia, consentono di acquistare, con gare, quando vengono effettuate, con fornitori conosciuti. Da circa dieci anni le Assicurazioni vengono affidate alla stessa ditta ( Alessio Marras ex consigliere comunale del PD).
……..certamente non personaggi fautori o peggio ,orfani del reddito di cittadinanza ,senza arte né parte che hanno amministrato sempre e solo il loro tempo , quelli , cioé,che ironicamente chiamiamo in sardo “orerisi ” , che hanno sempre vissuto e vivono un’eterna domenica !!!!!!
Bhe che dire, dopo il varo della Lr 2/201, considerato che il presidente della provincia non avrebbe avuto nessuna indennità corposa, nessuno ha voluto farlo.
Di contro invece ai commissari straordinari era attribuita in indennità pari allo stipendio del direttore generale.
Dunque da allora siamo in questa situazione.
Ora al cambio di guardia fino alle prossime elezioni, si regaleranno altri 50 o 60 mila € a qualche politico senza incarico.
Caro Paolo, è evidente che il commissario pensa che non sia utile la scuola, ma semmai la scuola della strada. Quella che ha forgiato la sua mente
Leggo sempre con attenzione i suoi articoli. Ebbene, non vi e traccia, mai o quasi (ma l’analisi del caos che lei delinea rimane unica nel panorama nazionale) d’una soluzione. Qui sopra, finalmente, lei scrive:”bisognerebbe trovare amministratori capaci”. Dove? Mi pare, ad occhio e croce, che le manchi la lettura del Tocqueville. Lei dunque finge (o fa finta) di non conoscere l’evoluzione della civiltà occidentale. E come, per esempio, se il problema della fine dell’impero romano d’Occidente fosse legata ai rapaci funzionari, e non all’evoluzione economica sociale dello stesso.
Insomma, la decadenza italica, e sarda, non dipende dai boiardi con, oramai, cursus honorum inventati, ma da una società che produce in automatico negligenti. Un tempo questa razza sarebbe rimasta ai margini, oggi ha preso piede come i ricci quando non vi è la poseidonia.