Ieri si è svolto in Consiglio regionale il dibattito sullo smembramento, sull’azzoppamento, sull’imbavagliamento programmatico del Centro Sclerosi Multipla di Cagliari, quello che cura 5000 dei 7000 malati della Sardegna.
Non è stato un dibattito, è stata una schermaglia salottiera, con un assessore dimesso nei toni e nella postura che, come sempre, dà la colpa a chi c’era prima di lui e che ha candidamente affermato, tra le righe, che il direttore generale dell’Ats, Massimo Temussi, non lo calcola manco di striscio.
Ecco, la Sardegna è in balia di queste quattro cose:
1) il privilegio accordato al Brotzu, feudo intoccabile dei Riformatori/rastrellatori, con, per esempio, 120 anestesisti in servizio a fronte di altri ospedali senza anestesisti, guarda a caso nelle stesse aree della Sardegna dove sono attive cliniche private che quando la sanità pubblica era efficiente facevano la fame, ora che la sanità pubblica è ridotta a macerie, fanno ricavi e utili incredibili;
2) il commercio di posti letto tra ospedali e azienda universitaria che investe l’ex oncologico e che non ha alcun senso per i pazienti ma è una sorta di ordalia per primari e professori (io taccio con dolore delle pratiche messe in atto sull’oncoematologia durante la Giunta Pigliaru per fare scappare un’eccellenza come il dott. Angelucci);
3) l’ignoranza al potere garantita dal combinato disposto di massoneria e politica accademica, per cui l’università non chiama gli ordinari abilitati, guarda a caso in prevalenza donne, e nei primariati spesso allignano incompetenze occulte, al punto che i sardi ormai vanno fuori anche per gli interventi più banali;
4) il cordiale disprezzo che separa Temussi da Nieddu e Nieddu da Temussi, con l’ultimo che decide, perché nei master gli hanno insegnato la matrice di Eisenhower per distinguere le cose urgenti da quelle importanti, e Temussi ha deciso che di urgente c’è la pandemia e che la logica che vuole importante non smembrare un servizio che fa anche cose urgenti può andare a farsi benedire, insieme all’assessore e al Consiglio regionale, con buona pace dei pazienti, che non contano perché non urgenti, e con l’Università muta perché un barone borbonico in pennacchi preferisce veder morire un servizio piuttosto che crescere due colleghe capaci.
Dietro questo ambientino, stanno gli uomini in nero, i massoni, attivissimi a Cagliari e impegnati in una guerra fratricida, come svela la lettera che segue.
Io non ho niente da dire all’assessore Nieddu o al dott. Temussi, ma so cosa vuol dire quando una brutta patologia bussa al portone di casa. Si diventa immediatamente selettivi nel distinguere le persone intelligenti dalle teste di spillo. Scelgano loro dove essere collocati da 7000 pazienti aggrediti da un mostro biologico.
Lettera al Direttore di Sardegna e Libertà sulla Massoneria Sarda
Gentile Dr. Maninchedda,
mi è capitato in questi giorni, informato da un Fratello piuttosto critico verso di Lei, di leggere i suoi recenti articoli (quelli datati 2021) sulla Massoneria in Sardegna e dei suoi presunti tentacoli verso il potere politico, più che altro locale. Cioè localizzato in questo o quel territorio particolare, o professione ben individuabile. Tipo quella medica, appannaggio quest’ultima senz’altro del Grande Oriente d’Italia.
Nel suo ultimo articolo sono rimasto colpito dai riferimenti fatti, nei commenti allo stesso, a particolari fatti, all’interno del Grande Oriente d’Italia, che pur essendo io un vecchio M. da quasi venticinque anni, ed abbia nel tempo ricoperto per ben due volte la funzione di M.V., ignoravo completamente.
Si tratta di quella che oggi so essere la vicenda legata a tutta una serie di comportamenti ignobili posti in essere da un ex-Venerabile ed anche ex-Presidente del Consiglio degli M.V. cittadini nei confronti del busto in gesso di Giovanni Bovio (alto esponente storico repubblicano del Grande Oriente), posto all’interno di Palazzo Sanjust, ed a vario titolo contro alti Rappresentanti Istituzionali della nostra Patria: Capi di Stato e Presidente della nostra Camera bassa. Nonché di tutta una serie di riferimenti all’ideologia fascista, postati sui socials, che non fanno parte della storia del mio (nostro, inteso nostro come patrimonio morale della Nazione) Grande Oriente d’Italia.
Ho quindi approfondito, contattando personalmente il giornalista ed amico Gianfranco Murtas che della vicenda ho scoperto, con colpevole ritardo, essere stato il divulgatore.
Non scendo negli ulteriori dettagli di una cronaca già ampiamente consultabile on-line, ma evidenzio che da questa storia ho tratto ulteriori spunti per una vicenda molto più recente che interessa l’Ordine, accadimenti di questi giorni. E qua veniamo al perché Le indirizzo questa missiva.
A differenza del Fratello critico nei suoi riguardi, io credo di aver colto un senso complessivo dai suoi articoli, che in sostanza a malincuore condivido: la dicotomia tra quanto rappresenta il valore ideale della Massoneria e quello che invece ne viene veicolato dagli iniziati che, posti ai suoi vertici, disattendono se non contraddicono il suo messaggio generale.
È quello che sta avvenendo oggi nel Grande Oriente cagliaritano, dove la lotta per il potere (le investiture, si potrebbe dire con linguaggio d’altri tempi e contesti) si appresta ad ingoiare ogni sua residua rappresentatività ideale.
I fatti: i vertici del Collegio regionale sardo contro tre M.V. (il numero non è forse un caso, e tra questi l’attuale Presidente del Consiglio cagliaritano) che in un sussulto di dignità stanno provando ad opporsi alla tracotanza dell’«io sono io e voi non siete nessuno», alla gestione delle risorse economiche di tutti come si trattasse di un feudo personale, all’imposizione dall’alto (leggasi Grande Oratore) di un candidato alla nuova presidenza del Collegio (si avvicina il tempo delle elezioni) più inquadrabile come yes-man. Un cambio in corsa di candidatura repentino, nella giusta convinzione (sic!) che questo personaggio sia più prono al potere romano di quello precedentemente designato.
Il tutto quasi si trattasse, anziché di una Circoscrizione regionale di uomini liberi, di una sorta di mandamento del Regno sabaudo, con Vicerè e Luogotenenti, ingrembiulati (o ingrembiuliti!) a festa, da far invidia agli alberi di natale.
Insomma, Dr. Maninchedda, queste le riflessioni di un vecchio ma non vecchissimo Fratello, che legge i suoi articoli sulla Massoneria con tanta pena nel cuore. Cercando le ragioni di una difesa da proporre con argomentazioni valide, ma che, allo stato attuale delle cose, non riesce a trovare.
Distinti saluti
Giuseppe Cicogna
Chiediamo a coloro che si definiscono “Cartello a Difesa di Bovio” un contatto con il quale poter interloquire in maniera diretta, riservata e diplomatica. Anche anonima. Potete fornirci un recapito con il quale poter avviare un dialogo, ad oggetto l’esclusivo interesse dell’Oriente? Siamo certi che dialogando e trattando possa scaturire una mediazione che salvaguardi l’interesse di tutte le parti in gioco, con soluzioni condivise in ambito fraternale.
Attendiamo un vostro fattivo riscontro, ripetiamo nell’esclusivo interesse dell’Oriente e non personalistico e nella certezza che il perdurare della presente situazione danneggi tutte le parti coinvolte.
Circolare inviata alle Segreterie delle Logge cagliaritane (in preparazione di altre iniziative):
Cari Fratelli dell’Oriente Sardo,
il sodalizio di Maestri giustinianei di cui ci onoriamo di far parte, sorto per la difesa delle alte idealità del filosofo Giovanni Bovio schernito da una banda di signori all’interno della comune Casa cittadina, non ha intenti elettorali né ha, o avrà mai, candidature da portare o favorire.
Ci si propone, con molta umiltà (ma anche con la fermezza dei tempi disperati), di favorire un ragionamento critico ed autocritico, che sentiamo come non più procrastinabile, sul ruolo della moralità e della cavalleria civile all’interno della Massoneria quotizzante.
Non possono più bastarci le balaustre disattese dai fatti!
Per questo ci siamo rivolti, con una Lettera aperta pubblicata sulla piattaforma giornalistica giornalia.com, al Gran Maestro aggiunto Claudio Bonvecchio, quale tutore morale delle alte idealità dell’Ordine.
A lui abbiamo deciso di affidare la nostra proposta di un’ampia riflessione. Tanta è la gravità dei fatti accaduti, tutti ampiamente documentati e documentabili.
Posto questo asseriamo di non essere detentori di alcuna “verità”, che infatti non rivendichiamo. Ma essendo conoscitori di dolorosi accadimenti, quelli dobbiamo testimoniare per dovere verso noi stessi. Ce lo impongono la fedeltà alla nostra coscienza e la lealtà alla Comunione.
Questo il link dove potrete leggere la Lettera aperta al Gran Maestro aggiunto Claudio Bonvecchio, che Vi invitiamo a condividere con tutti i Fratelli, in ogni Grado, delle Vs. officine:
https://www.giornalia.com/articoli/ancora-sui-tremendi-pasticci-di-piazza-indipendenza-1/
Concludiamo esprimendo la solidarietà del nostro sodalizio ai Venerabili Fratelli Antonio, Luca e Nicola, oggi ingiustamente chiamati a difendersi da accuse capziose solo per aver reclamato quella dovuta chiarezza nella gestione contabile condivisa che noi auspichiamo – inderogabile – nella condivisa moralità.
Cartello Difesa di Bovio
Lettera aperta al Gran Maestro aggiunto Claudio Bonvecchio, nel tentativo di proporre un ragionamento condiviso:
https://www.giornalia.com/articoli/ancora-sui-tremendi-pasticci-di-piazza-indipendenza-1/
Ringraziamo Sardegna e Libertà nella persona del Prof. Paolo Maninchedda per lo spazio che finora ci ha concesso e continua a concederci.
Vorremmo invitare ogni Fratello sostenitore della causa che ci sforziamo di portare avanti, per un rinnovamento morale nell’Oriente cagliaritano, a mantenere un contegno adeguato nei commenti, evitando di scadere nel dileggio.
I signori che contestiamo, non riconoscendoli più come fratelli, si sono di fatto posti con il loro comportamento fuori dalla comunità massonica universale. Profanamente restano per noi persone come chiunque altro. Degne quindi di rispetto nei loro valore umano e professionale. Valori che meritano di essere preservati.
Cogliamo l’occasione per manifestare all’attuale Maestro Venerabile della Loggia Kilwinning 1485 il nostro dispiacere per un commento su giornalia.com che riguardava fatti passati e sicuramente in se stessi dolorosi, che nulla hanno a che fare con il Caso Bovio ed i suoi recenti sviluppi.
I tremendi pasticci di Piazza Indipendenza 1: Lettera aperta alla Dott.ssa Emanuela Locci.
Nell’attesa che qualcuno chiarisca la posizione ufficiale del Collegio sardo sul “caso Bovio e vilipendio a Sergio Mattarella”.
https://www.giornalia.com/articoli/i-tremendi-pasticci-di-piazza-indipendenza-1/
Dalla piattaforma giornalia.com, Gianfranco Murtas evidenzia il suo curriculum giornalistico al servizio del Grande Oriente d’Italia. Ritorna a montare il caso Bovio ed il caso del vilipendio al Presidente Sergio Mattarella:
https://www.giornalia.com/articoli/caso-bovio-e-memorie-dintorno/
senza luce non vedete ombra
Cinque domande dei giustinianei cagliaritani (riuniti nel cartello “Difesa di Bovio”) al Gran Maestro Stefano Bisi:
https://www.giornalia.com/articoli/cinque-domande-dei-giustinianei-cagliaritani-riuniti-nel-cartello-difesa-di-bovio-al-gran-maestro-bisi/
Come Fratello attivo e quotizzante spero che il Gran Maestro Bisi voglia intervenire a salvaguardare la comunione cagliaritana. Troppi scandali, troppe cose che non vanno come dovrebbero andare. Io so che il nostro Presidente Circoscrizionale è una brava ed onesta persona, ma reputo che un suo passo indietro, a questo punto, sia inevitabile e doveroso. La cloaca è colma al limite del sopportabile.
Grazie dello spazio di dialogo che ci state riservando. Tore N.
Io credo che fino a quando la spazzatura la di vuole nascondere sotto il tappeto, invece di smaltirla, ad esempio con un atto di pubbliche scuse nei confronti di tutti, cittadini cagliaritani profani ed iniziati, così da ripristinare una forma di decoro, da queste vicende non ne usciremo mai. E ci sarà sempre una tettoia ed una libreria come pietra d’inciampo.
Un anno fa esatto usciva questo appello pubblico a Stefano Bisi, il quale dieci giorni dopo cadeva dalle nuvole sulle pagine dell’Unione Sarda:
Da: “difesadibovio”
A: “tutte le logge della sardegna”
Data: Thu, 13 Aug 2020
Oggetto: APPELLO PUBBLICO A STEFANO BISI
Noi, Fratelli Maestri Muratori all’Oriente di Cagliari, in considerazione del perdurare dell’infamia che da mesi affligge tutta la Circoscrizione nella pena della più totale costernazione, rivolgiamo questo disperato APPELLO PUBBLICO AL GRAN MAESTRO DEL GRANDE ORIENTE D’ITALIA STEFANO BISI:
Car.mo e Ven.mo Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, car.mo Fr. Stefano, basta! Basta, basta, basta con questo scempio! Basta, basta, basta con questa vergogna che da mesi dilania l’Oriente di Cagliari, in un susseguirsi di infamie fuori controllo. Ancora, basta con lʼeffige in gesso pesante di Giovanni Bovio, voluta ed accolta a Palazzo Sanjust nel novembre 2008, ridotta a feticcio per il divertimento meschino di Maestri Venerabili in carica, di Ispettori Circoscrizionali passati e presenti, di Primi Sorveglianti più acconci a fare da aguzzini, magari in quei campi di sterminio nazisti dove perirono 200.000 nostri Fratelli, che a vigilare le Colonne del Tempio. Perché trovare il coraggio, la temerarietà, di accostare quello che fu il Grande Oratore del Grande Oriente d’Italia Giovanni Bovio, 33º ed ultimo grado del Rito scozzese antico ed accettato – e qua ci rivolgiamo idealmente anche al Sovrano Gran Commendatore del Rito, il Ven.mo e Pot.mo Fr. Leo Taroni – al Regime militare di Augusto Pinochet, non può trovare alcuna giustificazione plausibile se non il più assoluto spregio di Te, che tanto ti sei speso per la pubblicazione, anche in Italia, del libro del giornalista cileno Juan Gonzalo Rocha “Allende Massone”, e della democrazia avanzata e liberale di cui il santo laico Giovanni Bovio fu insieme custode e precursore. E non si tiri più in ballo la goliardia! Che non siamo mica una spavalda combriccola di studentelli, perdio!! Ma gente seria a cui è stato precettato di sopportare oltre ogni ragionevole limite. E noi tutto abbiamo sopportato!! Ingoiando anche gli insulti al Capo dello Stato Sergio Mattarella ed al presidente emerito della Repubblica italiana Giorgio Napolitano. Ma questo no. Mai! Adesso basta! Basta con gli appelli inutili, volta per volta indirizzati al presidente del collegio sardo, ai consiglieri dell’ordine ed alla giustizia massonica, che non è mai servita a nullʼaltro che non fosse dirimere beghe interne di basso profilo, mentre qua c’è in gioco ben altro! E basta anche con questo Grande Oratore cagliaritano che con la sua imposizione dʼinerzia ci sta condannando tutti all’ignominia! E non ce ne importa nulla di affermarlo a gran voce e pubblicamente, tanto è stato disastroso per lʼOriente cagliaritano il suo comportamento! Ora basta! Adesso ci rivolgiamo direttamente a Te, Stefano. E che tacciano tutti gli altri giochini: lʼimminente Gran Loggia, la questione della Fondazione, lʼipotesi di una presunta “scala” da approntarsi a Palazzo Sanjust, ecc. NON CE NE IMPORTA NIENTE!! Ci rivolgiamo a Te come Gran Maestro del Grande Oriente dʼItalia, a Te come Fratello, innanzitutto, poi a Te come Uomo di condivise idee democratiche e liberali; a Te, infine, come iniziato alla Libera Muratoria universale, se questo conta qualcosa per Te, quanto vale ancora per noi.
Dunque: coloro che hanno immaginato di poter accostare il Grande Oriente d’Italia, che VIVE e GIOVANNEGGIA nei Busti amati e riveriti dei MAESTRI VERI che a loro volta VIVONO e GIOVANNEGGIANO nell’Ordine, ad un regime militare dittatoriale che ha ucciso un numero tra i 1.200 ed i 3.200 oppositori politici, che ha prodotto tra gli 80.000 ed i 600.000 internati per reati d’opinione, che ha esiliato ed arrestato in maniera arbitraria ed ha torturato tra le 30.000 e le 130.000 persone, vittime di una violenza spietata ed arbitraria, sono dei miserabili. Degli infami. Dei contro-iniziati. Sono la reincarnazione moderna di chi ci assassinò, tutti quanti nel simbolo di Hiram Abif, alle porte del Tempio di re Salomone. Stefano, caro Fratello, se si potesse scrivere una pausa ecco che vorremmo, in questo momento, riprendere fiato. Vorremmo, asciugandoci le lacrime che ci confondono i pensieri, con quanto di più vero ed ideale alberga nei nostri cuori, e per quei valori che furono già nostri in Massoni come Randolfo Pacciardi, mazziniano, repubblicano ed antifascista, chiederti conto. Domandarti dove mai si esprima, qua a Cagliari, ciò che Pacciardi espresse al Campidoglio, il 16 giugno 1946, per l’inaugurazione della Repubblica italiana: «Garibaldi e Mazzini hanno dato all’Italia il gusto eterno della gloria. Ma non più della gloria mendace, delle guerre, delle conquiste, della potenza, degli imperi. La gloria bensì delle libere istituzioni civili, delle competizioni nell’arte e nella scienza, nei traffici e nel lavoro, nelle missioni ed iniziative. Salutiamo in questa fede la lacera bandiera che risorge dai nostri spasimi e dai nostri lutti per portare nel mondo la gloria civile dell’Italia repubblicana». Ecco: dove? DOVE TUTTO QUESTO, OGGI, A CAGLIARI?
Per tutte queste ragioni, Stefano, cioè per tutto quello che vi è di vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, per tutto quello che è virtù e merita lode nella Massoneria pulita e veneranda, noi ti imploriamo, ti supplichiamo, genuflessi in preghiera innanzi a Te, di intervenire per fermare IMMEDIATAMENTE questa pestilenza. Questo cancro divorante educazione, decoro, valori, onore e senso del giusto! Se non per noi, poveri maestri oramai vetusti e canuti, nel nome degli eroi: Mazzini, Garibaldi, Nathan, Asproni, Corona e, sì, Giovanni Bovio. Affinché possano essere loro, sollevati dal ludibrio che oggi li ricopre, caduti sul suolo cagliaritano, ad insegnare ancora, per essere dʼesempio alle future generazioni come lo furono, un tempo, per i nostri giovani cuori.
Di seguito i link a tre dei nove articoli pubblicati, in merito alla vergognosa vicenda, sulla testata on-line giornalia.com dello storico e giornalista cagliaritano Gianfranco Murtas:
https://www.giornalia.com/articoli/bovio-non-solo-bovio-lirrisione-di-hiram-larchitetto-biblico-la-tradizione-rovesciata-di-valore-da-un-imbecillissimo
https://www.giornalia.com/articoli/ancora-con-bovio-fra-ponzio-pilato-barabba-e-il-sinedrio-in-piazza-indipendenza-nicodemo-ed-i-ruoli-da-assegnare-per-la-cronaca-e-la-sto
https://www.giornalia.com/articoli/a-palazzo-sanjust-bovio-trasformato-in-un-generale-fascista-complice-di-pinochet-sassari-cento-anni-fa-contribuiva-al-suo-monumento-tranese/
IL PRESENTE TESTO E’ STATO INOLTRATO ANCHE ALL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI ITALIANI, ALL’ASSOCIAZIONE MAZZINIANA ITALIANA, ALLA ASSOCIAZIONE CULTURALE TRANESE “PROGETTO BOVIO”, ALLA ASSOCIAZIONE I FIGLI DELLA SHOAH ED ALLA ASSOCIAZIONE NAZIONALE PERSEGUITATI POLITICI ITALIANI. INOLTRE, A TUTTI I COLLEGI CIRCOSCRIZIONALI DEL GOI.
Al9000, dov’eri tu che “arrangiavi” risposte, sulla luna??
E mentre il Presidente del Consiglio dei Maestri Venerabili cittadini si era appena dimesso in seguito ad uno scandalo di dimensioni nazionale, con telefonate che piovevano da ogni parte d’Italia su cosa stesse succedendo a Cagliari, con comunicazioni ai Collegi regionali, alle Associazioni partigiane e di Testimonianza della Shoah, ai Gruppi mazziniani e risorgimentali italiani, ai dipartimenti a difesa dei rifugiati politici…. nel mentre, a Palazzo Sanjust, assetati di vendetta:
Oriente di Cagliari, li 14/09/2020 Risp.mi Frr∴ MM∴VV∴ delle RR∴LL∴ del Collegio Sardegna e p.c. Risp.mi Frr∴ Ispettori Circoscrizionali del Collegio Sardegna. Al Presidente del Tribunale Circoscrizionale Sardegna Loro Orienti OGGETTO: Appartenenza ad associazioni sedicenti massoniche e/o paramassoniche. Giungono notizie che diversi Fratelli di questa Comunione sarda siano attivi in associazioni paramassoniche o circoli esoterici, con caratteristiche e contenuti simili ai nostri Corpi Rituali e che, per di più, facciano del proselitismo con altri Fratelli appartenenti alle Logge del Collegio Sardegna. A tal riguardo si reputa opportuno e conveniente ricordare alcuni passaggi regolamentari, contenuti nelle Costituzioni e Regolamento dell’Ordine del Grande Oriente d’Italia: al momento della domanda di ammissione nell’Ordine, ogni profano ha l’obbligo di rendere una dichiarazione esplicita nella quale asserisca, in conformità all’art. 2 del Regolamento dell’Ordine, se abbia appartenuto in passato o appartenga ad associazioni sedicenti massoniche o paramassoniche, si veda a tal riguardo il capo “c”; nella stessa dichiarazione, esplicita della domanda di ammissione, al capo “d”, sempre in conformità all’art. 2 del Regolamento dell’Ordine, il profano sottoscrive “l’impegno solenne a non iscriversi od affiliarsi ad associazioni sedicenti massoniche o paramassoniche per tutto il periodo di affiliazione al Grande Oriente d’Italia”. E’ bene evidenziare che per associazioni sedicenti massoniche o paramassoniche si intendono anche tutti quei gruppi che, sotto i diversi appellativi di “Logge”, “Orienti”, “Cenacoli”, “Conventi”, ecc., utilizzano fogge, titoli, paramenti, organizzazione, simbologie e/o contenuti esoterici propri della tradizione liberomuratoria e dei corpi rituali attinenti, sia che esse si definiscano scuole rosacruciane, martiniste, ermetiche, occultiste, templari, egizie et similia. Muovendo dalla premessa, è bene aggiungere che, al capo terzo dei Principi per i Riconoscimenti Internazionali tra Gran Logge Regolari, contenuto tra i documenti che compongono il Corpus Juris del Grande Oriente d’Italia, è altresì esplicitato che “nessun membro della Gran Loggia o delle Logge che la compongono può avere rapporti massonici con associazioni massoniche irregolari o con Logge miste o con Corpi che ammettono donne”. Del resto, è utile ricordare che “II Grande Oriente d’Italia consente ai propri Fratelli Maestri di aderire a quei Corpi Massonici Rituali che traggono i propri iscritti esclusivamente fra i Maestri massoni appartenenti a Logge all’obbedienza del Grande Oriente d’Italia e che si conformino al principio di esclusività territoriale di ogni denominazione”, come sancito dall’art. 3 delle nostre Costituzioni. Alla luce di quanto sopra i Fratelli che dovessero essere iscritti o affiliati a tali associazioni, gruppi o circoli, si trovano in un evidente situazione di conflitto regolamentare e di colpa massonica. Si invitano quindi tutti i Maestri Venerabili delle Logge della nostra Circoscrizione e tutti gli Organi competenti a vigilare sulla corretta applicazione delle norme sopraccitate e renderne edotti i Fratelli di quanto previsto ed, eventualmente, intraprendere ed attivare le necessarie procedure disciplinari. Confidando nella riconosciuta e fattiva collaborazione, si prega di voler disporre la lettura al Fr. Oratore durante la prima Tornata utile di Loggia in Camera d’Apprendista. Vi abbraccio con il Triplice Fraterno Saluto.
Il Presidente del Collegio
Gentile dr. Maninchedda, da quanto si è appreso in questa discussione parrebbe proprio opportuno potessero essere rivolte, per il suo tramite (visto che si è capito la libertà interna non è affare ragionevole per una comunione iniziatica), alcune domande al Gran Maestro Stefano Bisi.
E prendiamo spunto dagli interventi precedenti.
Domanda: Illustrissimo Gran Maestro, come giudica l’operato del Grande Oratore nazionale e del Presidente della Circoscrizione Sardegna che non la informavano della vicenda che vedeva da mesi, tra le altre cose, il busto in gesso del filosofo repubblicano Giovanni Bovio, ospitato nella sede cagliaritana del Grande Oriente d’Italia, oggetto di pesanti sfottò da parte di un Dignitario, Maestro Venerabile in carica all’epoca dei fatti? La domanda muove dalla seguente considerazione: Lei dichiara in una sua intervista al quotidiano regionale L’Unione Sarda, in data 23 agosto 2020, che nessuno l’aveva informata del fatto che il Presidente del Consiglio dei Maestri Venerabili di Cagliari era oggetto di uno scandalo relativo alla pubblicazione a mezzo social di vignette, fotomontaggi e commenti in cui si motteggiava la figura di Giovanni Bovio, si insolentivano le figure di Sergio Mattarella, Giorgio Napolitano e Roberto Fico, si dichiarava il 25 aprile come “festa da pardecojoni”, si insultavano in vario modo Fratelli dell’Oriente per le loro caratteristiche fisiche, si prendeva in giro il Maestro architetto Hiram e la stessa ritualità massonica e si arrivava a consigliare, in olandese, lo scioglimento nell’acido di una donna non precisata.
Se li giudicasse positivamente: Illustrissimo Gran Maestro, posto che in data 23 agosto Lei viene a conoscere finalmente l’intera vicenda, in modo personale e non mediato, quali provvedimenti a riparazione del buon nome del Grande Oriente d’Italia, seriamente danneggiato dai comportamenti di un suo Dignitario, Lei ha ritenuto di prendere? La domanda muove dalla seguente considerazione: in data 25 agosto 2020 il Dignitario in questione si dimette dalla sua carica di Presidente del Consiglio dei Maestri Venerabili di Cagliari senza far cenno alcuno a provvedimenti da Lei intrapresi nei suoi confronti, anzi dichiara, come è stato pubblicato: “Se avessi dovuto agire solo con il cuore, avrei usato esclusivamente il Maglietto e affermato rumorosamente le mie ragioni di Massone corretto e rispettoso delle Costituzioni e dei Regolamenti dell’Ordine”. Una dichiarazione pubblica, ai Fratelli, nella quale è decisamente assente ogni tono di scusa.
Se, quindi, non avesse preso alcun provvedimento. E perciò nessuna scusante (del resto, quale scusante possibile?) avesse preteso dal Dignitario in discussione, ritiene compatibili con l’appartenenza al Grande Oriente d’Italia: 1) la negazione del valore costitutivo della liberazione dal fascismo insita nella festa del 25 aprile; 2) l’oltraggio alla dignità di un personaggio storico come Giovanni Bovio, attaccato e motteggiato proprio in virtù della sua indiscussa fede repubblicana ed anti-autoritaria; 3) la presa in giro del Maestro architetto Hiram, del quale si voleva scambiare il sepolcro per una canna da pesca; 4) la mortificazione di Fratelli con l’insistenza su loro supposte mancanze fisiche (altezza, colore canuto dei capelli); 5) il dichiarato desiderio (certo solo desiderio, ci mancherebbe altro) di sciogliere donne nell’acido.
A questo punto, immaginando impossibile proseguire con un “se lo ritenesse possibile”, dobbiamo immaginare che qualche provvedimento nei confronti del Dignitario in questione sia infine stato preso (qualche provvedimento occulto). Ma se fosse stato preso, così tardivamente, cioè a seguito dell’uscita della sua intervista sull’Unione Sarda, allora siamo di nuovo a chiedere:
Illustrissimo Gran Maestro, come giudica l’operato del Grande Oratore nazionale e del Presidente della Circoscrizione Sardegna che non la informavano della vicenda che vedeva da mesi, tra le altre cose, il busto in gesso pesante del filosofo repubblicano Giovanni Bovio, ospitato nella sede cagliaritana del Grande Oriente d’Italia, oggetto di pesanti sfottò da parte di un Dignitario, Maestro Venerabile in carica all’epoca dei fatti?
Tutto questo, dr. Maninchedda, non è semplice esercizio di stile. Perché oggi quegli stessi personaggi che hanno affondato l’Oriente cagliaritano esattamente un anno fa, stanno puntando tre Tavole d’Accusa contro altrettanti novelli Bovio! Bovio nel loro animo, s’intende. E la scure dell’assolutismo cieco ed ignorante oggi rischia di incidere non più in un busto in gesso, per quanto vivo e vivente attraverso il senso più profondo della nostra Comunione, ma tra le carni vive di tre galantuomini, che magari possono anche aver ecceduto in qualcosa per trasporto, ma meritano tutto l’aiuto possibile.
Caro Al9000, prima che vai in tilt come il tuo collega Hal9000 di “”Odissea2001”, voglio dirti che le tue dichiarazioni fanno fare una ben poco onorevole figura al Gran Maestro Stefano Bisi, il quale dichiarava virgolettato a l’Unione Sarda domenica 23 agosto 2020: .
Ora tu al contrario ci parli di un carteggio “privato” tra l’allora presidente del Consiglio ed il Gran Maestro, di un Grande Oratore che (bontà sua) , e di un Bisi infuriato dopo l’articolo.
Ma se Bisi era informato di tutto, e lo era fin dall’inizio per mezzo del Grande Oratore, perché incaponirvi a difendere ciò che non poteva essere difeso con pressioni assurde esercitate nei confronti di tutti i Venerabili in carica? Non avreste fatto più bella figura ad ammettere che c’era il tanto per un doveroso atto pubblico di scuse del fratello fumettista? E magari anche degli altri fratelli fumettisti della sua officina, che producevano molti dei fotomontaggi che poi il Venerabile divulgava?
C’è dell’altro: in quei giorni di fuoco il fratello Muratore ci comunica che il problema più grande, per voi, era quello di punire . Questo attraverso la Circolare 5576/20.
Pare proprio strano che nel mezzo di un disastro di credibilità come quello, senza alcun precedente, si pensasse proprio a salvaguardare la “superiorità morale” del GOI!
Sicuri sicuri che non si cercassero vendette? Attento alla tua risposta, che attendo, Al9000. Perché ho tutti gli elementi per dimostrarti il contrario.
Per concludere ti dico che siete delegittimati in tutto e per tutto, non più credibili, e non avete nessun riconoscimento in dignità, oggi, per portare a processo chicchessia, figuriamoci i tre Venerabili che doverosamente vi si oppongono.
Forse fornire le dimissioni sarebbe l’unico gesto capace, da parte vostra, di dare un senso “alto”, diciamo nel senso di un riscatto tardivo, ad una gestione politica ed amministrativa dell’Oriente da film horror.
Il Venerabile Muratore ha già emesso il verdetto di colpevolezza dalla segreteria.
Accusatore, giudice e boia! Facile quando il presidente dell’organo giudicante sarà il tuo prossimo oratore.
Chiamami di nuovo per dirmi che sei il candidato al collegio. Ti aspetto con i fratelli in loggia per parlare dei nostri voti. Un saluto
In un suo recente articolo, pubblicato su giornalia.com, il Maestro (impegno per gli altri, studi, esempio – non il solito appellativo fasullo cui siamo purtroppo avvezzi) Gianfranco Murtas ci ha parlato della biblioteca massonica di Enrico Tonelli, donata a Palazzo Sanjust.
Per chi è attento alle date, quindi, in periodo non sospetto. Eppure… per lui che è un cronicista nel fiuto, ma uno storico nello sguardo, ritengo sia stato fin troppo semplice vaticinare con queste parole:
“Niente però può dimenticarsi (non saprei se, nel frattempo, siano giunte le scuse, sincere sincerissime s’intende, del presidente del Collegio regionale e dell’Oratore – figure clou nella vergognosa vicenda e che i libri di storia sarda, e del costume nostro, non qualificheranno commendevoli domani, come degne di speciale merito etico-civile, ma come ignave incapaci perfino di arrivare al grado nicodemico): dico insomma della volgare profanizzazione fatta da un imbecille graduato a palazzo Sanjust, pubblicamente e gratuitamente irridendo le massime autorità della Repubblica, dal capo dello Stato Mattarella al presidente emerito Napolitano, al presidente della Camera Fico, nonché la memoria del Grande Oratore in aeternum Giovanni Bovio, l’onorabilità del Maestro architetto Hiram e della stessa ritualità massonica (colmo paradossale ed impossibile da classificare tale è stata la dimensione della sbornia)… Una catastrofe morale comprensiva dell’offesa plateale e ripetuta (e incredibile anch’essa) a questo o quello compagno di loggia perché basso di statura o perché di capo canuto, e in supplemento… della lordura recata ad un labaro onorevole e del furto di una Torah…”
No Gianfranco, non ti preoccupare, nessuno si è mai sognato di scusarsi. Sono ancora tutti appollaiati lì, sopra la guglia più alta del loro orgoglio. Preoccupati solo della loro prossima candidatura, o ricandidatura, a questa o quella carica.
Nessuna nobiltà nei modi, nessuna nobiltà dei cuori. Solo tanto inutile arrivismo.
Problema risolto: Libreria a parete XXL Iacopo (582,4 x 236,4 cm), Bianco Frassino. Sei metri di Libreria per poco più di 1.000 euro, basta cercare su internet! E con i restanti 29.000 euro magari ci sostituite le poltroncine del salone, o quelle della saletta agapi che avranno trent’anni e manco nel terzo mondo sono ridotti così!
Poi diamo soldi per tettoie….. ajò che è uno scandalo!
Mi sa Professore che una parte della tanto odiata Libera Muratoria le sta chiedendo aiuto, per un tentativo di rinnovamento interno.
Hanno trovato nel suo sito lo spazio di un confronto impossibile in casa loro…….
Non so se sia più incredibile o tutto da ridere! Fatto sta che è proprio vero che le vie del Signore sono infinite!!!!
Dottor Maninchedda creda che questo suo, è l’unico spazio dove da più di un anno il potere attualmente in sella a Palazzo Sanjust si sia degnato di confrontarsi con i tanti nodi aperti di una gestione dai pochi toni chiari e dai tanti punti scuri.
Peccato che siano fioccate da parte loro tante bugie ….. Al9000 che ha redatto la risposta citata al Gran Maestro sa che essa precede e non è successiva all’apertura del gruppo fb dove il Ven. Fratello inseriva il fotomontaggio con Bovio della bandiera sarda ed in più esibiva la vignetta con l’inesorabile ghigno fallico rivolto al giornalista Gianfranco Murtas, che lo appellava come “imbecille” nei suoi articoli, e a quegli anonimi che ancor più incarogniti da queste arroganze avrebbero scatenato l’inferno.
Dunque è recidivo, perchè non solo colpevole di avervi fatto scrivere al Gran Maestro delle scuse che in animo riteneva fasulle, ma perché più pervaso di prima a prender in giro il busto del Grande Oratore Bovio ed a volerne combinare di cotte e di crude come Pierino con la maestra.
E voi, dico voi Collegio a tenergli bordone in attesa del miracolo! Cioè che tutto sparisse senza lasciare traccia.
Resta perciò la domanda, una domanda fondamentale a cui non avete ancora risposto: stante la situazione descritta perché l’Oratore del Collegio non propose Tavola d’Accusa?
La risposta è insieme semplice ed esplosiva: perché lì si parlava di salvaguardare la dignità dell’Ordine, che non ce ne importa niente, mentre quando qualcuno prova a mettere in discussione “partite di cassa” inserite come ultimo punto da discutere di una riunione facendo in modo che non se ne discutesse…… allora quello è un golpe e giù le Tavole d’Accusa! Questa è la verità.
La mia solidarietà ai TRE M.V. incolpati di avere difeso l’ordine tentando di sventare un piano di “arricchimento” del collegio. Mentre la vicenda “Bovio” riguardava solo una persona qui i colpevoli sono i vertici ammnistrativi. Tutti i documenti sono arrivati nelle email delle segreterie e quindi di pubblico dominio. Il presidente del Collegio voleva regalare una tettoria al circolo ferroviario di Cagliari senza precisare che trattavasi di una marchetta al presidente di una associazione mai menzionata in collegio, i MV si opponevano non riconoscendo la validità del progetto ma il “vogliamo bene” ha fatto passare la mozione. Ma la cosa più divertente è che il politicante presidente del ferroviario di Cagliari, noto alle cronache, quando si è visto recapitare i soldi li ha rimandati al mittente. Inoltre sempre in quel famigerato collegio il Presidente Massone, noto medico radiologo, unitamente al suo segretario, pensionato a 45 anni, a spese nostre, noto sindacalista voleva mangiucchiare anche sulla realizzazione di una libreria affidando il lavoro ad una ditta già stabilita (visti i criteri di selezione del bando) per dividersi ben €30.000,00 oltre a dare il posto di lavoro ad una persona loro amica. La massoneria non è cieca obbedienza ad un organo amministrativo quale è il collegio, ma è obbedienza cieca a reprimere le proprie pulsioni profane nel rispetto più assoluto delle Leggi e della Costituzione della Repubblica. Chi si attiene alle Leggi viene accusato (come i tre Venerabile) dai vertici e come scrive Muratore sarà condannato senza neanche aver letto le difese degli accusati. Invito l’autore dell’articolo a sentire i vertici amministrativi ed i Venerabili ed a svolgere una accurata ricerca al fine di far conoscere a tutti la realtà dei fatti.
Ecco, allora, profano per profano, visto che l’unico luogo che vi ha fatto svolgere un dibattito è questo e ci sputate sopra, perché non andate a dibattere altrove? Noi profani ve ne saremmo gratissimi?
Dopo aver letto alcuni commenti sento come doveroso un mio intervento anche se condivido con il Fratello Muratore lo stato profano del luogo e di Lei Maninchedda, che giudico ancora più profano del suo Blog. Con ogni rispetto per la sua persona, naturalmente, in quanto studioso, politico e giornalista. Profano di Massoneria.
Allora circa le scuse del Venerabile Fratello allora in carica sullo Scanno di re Salomone posso affermare che esse ci furono in una risposta privata data al Gran Maestro, che chiedeva conto dei suoi comportamenti.
Il Fratello dichiarò che si era trattata di goliardia ed io fui tra quelli che gli arrangiarono la risposta.
In questa missiva privata tra il Fratello ed il Gran Maestro dicemmo che ogni fotomontaggio in cui appariva il busto oltraggiato era stato rimosso da internet.
Purtroppo il Fratello dimenticò una raffigurazione di bovio bendato al modo della bandiera sarda in un’altra sua pagina di facebook, ma si trattò di pura dimenticanza. Infatti informato del fatto rimosse anche quella vignetta puramente ludica.
Stente i chiarimenti intervenuti privatamente tra il Fratello ed il Gran Maestro non vi era più alcuna ragione per proporre tavola.
Almeno per quanto riguarda il soggetto che ne sarebbe dovuto essere de iure il relatore, cioè l’oratore del collegio.
Nella lettera di comunicazione delle sue dimissioni si fa riferimento a ragioni che, suppongo, potevano anche essere quelle di aver già risolto tutta la sua posizione con il Gran Maestro.
Inoltre vi era il continuo monitoraggio del Grande Oratore, che garantiva il pieno collegamento con Roma al fine del buon esito della vicenda, che non ci fu solo perché alla fine dopo il noto articolo sull’Unione il Gran Maestro in persona impose le dimissioni al Fratello dalla sua carica nel Consiglio. Questo è quanto.
X Simone: il “vogliamoci tutti bene” lo applicano solo quando sono in torto marcio e fa comodo. Quando si sentono forti parte la mannaia che non guarda più in faccia a nessuno.
Voi giudichate, punite, perdonate…… ricordatevi che di G ce n’è solo una, e di sicuro non siete voi!!
Se il fratello (non fratellino) Ninni me lo consente, vorrei rispondere io a Muratore sul tema della libertà massonica.
Caro Muratore, tu e Luigi avete sicuramente studiato, ma non avete capito. Avete letto, ma non avete inteso. Vi siete fermati allo strato che della nozione di libertà iniziatica vi faceva più comodo cogliere. Quello per cui voi state sul piedistallo e tutta la plebaglia sotto.
Certamente, Muratore, il tuo ragionamento è raffinato. Sei stato bravo a mischiare le carte ma forse sei meno bravo nel gioco. Ed io proprio sul gioco ti porto. Perché tu della libertà massonica ne cogli solo l’elemento statico, quando il vero Massone è invece soggetto dinamico.
Il Massone, infatti, non è mai rinunciatario, la battaglia interiore che tu vuoi conduca lo rende individuo attivo, capace di sviluppare quella forza morale grazie alla quale va avanti.
La libertà non è l’espressione di una sottomissione, in quanto nella sottomissione non v’è progettualità! Mentre attraverso la conquista della propria libertà interiore il Massone è in grado di concepire un progetto.
Questo progetto è quello che lo proietta nel futuro, esercitando su di lui una forza attrattiva potente.
No, Muratore, questa non è vanità, non è arroganza! È l’affermazione di sé necessaria per divenire ciò che si è destinati ad essere.
Solo un uomo libero è cosciente del fatto che ha diritto di esprimere ciò che è, perché egli sa che ciò che esprime non si propone come affermazione assoluta, ma come verità relativa.
La riuscita dell’iniziazione deve essere la storia personale di una rinuncia alla verità assoluta e la condizione del massone si colloca proprio in questa dinamica, tanto sottile e scoraggiante da condurre al dubbio e perfino al tormento: il tormento dell’incertezza.
Altro che “obbedienza che non ammette errore”! Tutto il contrario!!!
Il Massone non è uomo di fede, men che meno di fiducia incondizionata verso il potere (neppure quello rappresentato dall’Ordine), ma sempre uomo del dubbio. Ed è solo nel dubbio che può esserci quella mortificazione dell’Ego che tu vagheggi.
Certo, il pericolo dell’autoreferenzialità è sempre in agguato, ma noi comprendiamo che il dominio delle passioni, delle determinazioni e dei desideri è senza alcun dubbio realizzabile! Ma anche che è sempre imperfetto.
Eppure mai potremmo sostituire al dubbio qualsiasi certezza.
In questo senso la propria coscienza personale non è più soltanto quel terreno, come vuoi tu, di “ricerca delle ragioni dell’agire”, ma un Tempio interiore vulnerabile, in continua costruzione e decostruzione. Questo significa esercitare l’Arte, ed è in questo senso che è certamente ammesso l’errore. Come elemento di reale palingenesi.
Chi non concepisce l’errore, in sé e negli altri, sarà sempre un cattivo maestro. Potrà forse essere un padrone, o un servo, a seconda delle circostanze della vita, ma il Massone è chiamato innanzitutto ad essere un buon padre.
Vorrei che tu e Luigi rifletteste su questo.
Caro Ven. Fr. Muratore, di seguito la missiva indirizzata alla Comunione in data 25/08/2020 da parte del Ven. Fr. “penitente” sull’affare bovio. Sì insomma, quello che a vostro dire si era cosparso la testa di cenere ottenendo così la vostra assoluzione dalle colpe commesse.
È bello soprattutto il passaggio in cui Egli afferma: «se avessi dovuto agire solo con il cuore, avrei usato esclusivamente il Maglietto e affermato rumorosamente le mie ragioni di Massone», che però non pare suffragare quel sentimento di sincero pentimento di cui ci avete riferito.
Ecco il testo completo:
“Fratelli Carissimi, Vi comunico che ho deciso di rassegnare irrevocabilmente le dimissioni da Presidente del Consiglio dei Maestri Venerabili di Cagliari. Decidere con la testa e con il cuore è difficile, direi quasi impossibile; la vicenda che mi riguarda, richiede però di “ragionare con il cuore”, mettendo da parte l’orgoglio personale e affrontando con serenità i doveri inerenti la carica ricoperta, con la certezza che la mia decisione sarà compresa da tutti Voi, Maestri Venerabili. Se avessi dovuto agire solo con il cuore, avrei usato esclusivamente il Maglietto e affermato rumorosamente le mie ragioni di Massone corretto e rispettoso delle Costituzioni e dei Regolamenti dell’Ordine, avrei dimostrato- anche facilmente – che mai e poi mai le accuse che mi sono state rivolte possono risultare fondate. Se avessi dovuto agire solo con il cuore, sarei andato a stanare i “balentes” da dietro il loro muretto telematico, nella speranza che non fossero Fratelli, perché così il loro comportamento fa intendere. Se avessi dovuto agire solo con il cuore, sarei rimasto in carica per dimostrare che sono più forte della calunnia, che non mi piego ai giochi di chi, magari, crede di destabilizzare l’Istituzione per arrivare a chissà quale traguardo. Se avessi dovuto agire solo con il cuore, avrei infine cercato inutile vendetta. La testa mi dice però di usare Maglietto e Scalpello, pensando non al mio interesse ma a quello dell’Istituzione. Chi assume una carica, prende su di sé le gratificazioni ma anche le responsabilità ad essa inerenti. Tra le responsabilità vi è anche quella di rispondere in prima persona per tutto ciò che accede all’interno del consesso amministrato, senza cercare responsabilità in capo ad altri. Se, quindi, in questa vicenda vi dovesse essere un responsabile, quello devo essere solo io e, poiché la calunnia è tale da provocare danni non perché sia fondata l’accusa, ma solo perché il fatto calunnioso è diffuso (anzi, più l’accusa è infame maggiore è il danno che provoca) allora io con orgoglio faccio un passo indietro, mi assumo come è giusto le mie responsabilità. Ringrazio tutti Voi, Maestri Venerabili dell’Oriente di Cagliari, che mi avete voluto e sostenuto con pazienza e affetto, ringrazio il Maestro di Casa cui spero che la mia presenza “assidua” nella Casa sia stata di aiuto e non di intralcio o imbarazzo, Vi abbraccio infine, con affetto nella speranza che il mio gesto sia di aiuto alla serena ripresa dei Lavori. Per il Bene e il Progresso dell’Umanità. Ven:. Fr:.”
Poche settimane dopo il Ven. Fr. riceveva tavola d’accusa da brividi freddi da parte di un suo Fr. d’officina. Tavola poi ritirata a fronte delle solite pressioni a volerci tutti bene. Giustissimo.
Tornando però a quanto avete dichiarato voi, Ven. Fr. Muratore, ci sapete dire perché il Collegio, nella persona dell’Oratore, non propose tavola d’accusa contro questo Ven. Fr. reo di aver provocato disagio, imbarazzo e scandalo all’interno della Comunione ben oltre, molto ben oltre, di quanto oggi stia avvenendo da parte dei tre Venerabili che state portando a giudizio?
Perché vedete voi stesso che, se non v’era stato alcun pentimento da parte di quel Ven. Fr., ritorna il problema che già un Fratello ha posto del criterio in base al quale, sempre voi, decidete chi è buono e chi è cattivo, chi va perdonato e chi va accusato, chi va salvato e chi va punito.
Vedete, alla luce di queste prove quando affermate che da questa parte noi vi “imputiamo malafede”, bene diteci voi cosa dovremmo invece pensare.
Resto anche io in attesa di una vostra cortese risposta, sempre nella proficua ottica del dialogo.
Muratore, ho letto e riletto il tuo intervento che comunque giudico positivo. Si deve apprezzare il fatto che abbiate finalmente deciso di parlare. Quindi, al solo fine di capire meglio io, che sono un maestro qualunque e da me non irradia alcuna luce teofanica come ho appreso avvenire invece per il Grande Oratore (dipinto come una specie di Portale vivente per l’aldilà!), vorrei sapere quando esattamente si sarebbe scusato quello che all’epoca era il M.V. della Kilwinning per tutto ciò di cui si è appreso essere stato responsabile circa il “Caso Bovio” (la Tavola d’accusa è ancora on-line sul sito di giornalia).
Cortesemente mi potresti indicare una sua nota, una missiva, un pizzino da cui possano risultare queste scuse? Anche un tovagliolo scarabocchiato in pizzeria andrebbe bene.
Così da poter ricostruire meglio.
Perché io invece lo ricordo, ma sicuramente sbaglio, aggirarsi nervoso per il palazzo informando chiunque gli capitasse a tiro che era vittima di alcuni suoi confratelli d’officina, che lo attaccavano ingiustamente.
Ricordo anche, ma certo sbaglio, la Lettera di dimissioni da presidente del consiglio dei M.V. cagliaritani in cui si dichiarava agnello sacrificale di macchinazioni che lo vedevano di nuovo come vittima, non come soggetto pronto a scusarsi.
Attendo un tuo cenno.
Perché altrimenti sembrerebbe, ma ripeto che sicuramente sbaglio, che voi abbiate questo straordinario e divino potere di graziare, perdonare, inquisire e punire Maestri Venerabili a vostro insindacabile giudizio.
Una cosa invece ricordo bene, e si era più o meno di questo periodo un anno fa, quando il “Gate portal” vivente emetteva in assemblea collegiale l’editto bulgaro contro Gianfranco Murtas, reo semplicemente di aver denunciato uno scempio, nella vostra più totale indifferenza.
Ma sicuramente tu potrai illuminarmi meglio anche su questo punto.
Qui di profano non c’è niente e voi, con certezza, non siete né il sacro né l’illuminato.
Car.mi e Ven.li, nella speranza di metter la parola fine a questo dibattito, anche se in un luogo profano altamente inadatto, si interviene a titolo stettanente personale, che non impegna vertici, angoli, spuntoni, organi di qualsiasi tipo.
Intanto sul Collegio, contro cui vi state scagliando. Ebbene in questa vicenda il Collegio è parte lesa, quindi parte chiamata a difendersi. Sono state poste in essere da taluni condotte intese a pregiudicarne il funzionamento quale organo amministrativo della cosa comune. Questo è molto grave.
Grave che vi sia stato il tentativo di organizzare una sorta di golpe fornendo a pari grado informazioni parziali, incomplete o addirittura inesatte.
Non è questo il luogo per scendere in dettagli tecnici e giuridici circa il funzionamento del Collegio in chiave amministrativa, questo verrà compreso.
Le partite di cassa erano state approvate in data 29 del mese che sapete, quali ragioni adatte a volerne discutere ancora? Ricordo che la formula “dato come letto” ha lo stesso valore di “letto”! Forse qualcuno dovrà ripassare il capitolo “rudimenti del funzionamento assembleare”, lettura che però sconsiglio sotto l’ombrellone.
Si parla di ricatti morali e mercimonio di grembiuli, veniamo al punto. Domandare a chi non era presente in assemblea le ragioni di una firma che impegnava a dirsi favorevoli ad una tesi indimostrata ed indimostrabile non pare proprio possa inquadrarsi come ricatto. Significa solo aiutare a ragionare. E siccome la qual cosa è lampante decade in automatico la possibilità stessa di qualsiasi mercimonio grembiulare.
Invece, sappiatelo, creare i presupposti per una situazione di caos questo sì che è da colpa massonica!
Vedete, invocate fraternalità ad ogni passo poi imputate la malafede. Strano modo di dirsi fratelli…
Sulla democrazia: un Ordine iniziatico non è una democrazia poiché il suo punto di fuoco risiede nel vertice, non nella sua base.
In tal senso la figura così assiduamente presente nelle nostre vicende del Grande Oratore è per noi una vera benedizione! Una straordinaria occasione per noi fratelli sardi. Perché costituisce un portale naturale di passaggio delle energie metafisiche che scaturiscono dall’egregore dell’Ordine. Da Egli, infatti, promana un irraggiamento di Luce verso tutta la Circoscrizione.
Sul fratellino che ci fa la lezioncina sulla libertà: la libertà iniziatica non è la libertà del trinomio francese. Sempre male inteso ed ancor più spesso male invocato. Sappilo, fratellino.
La libertà iniziatica è infatti sottomissione! Che non va interpretata come schiavitù, ma piuttosto come massima espressione della liberazione dalla schiavitù. Perché solo la sottomissione rende possibile il fine complessivo del cammino iniziatico, attraverso la costante sconfitta della propria egoità. Quella che spinge a mettersi al centro della scena, oscurando le finalità complessive dell’Ordine, che contrariamente promuove quella sostanziale “rinascita” il cui baricentro è spostato sull’asse del trascendente! Quest’ultimo costituisce anche l’approdo del continuo smeriglio della propria soverchiante individualità. Questa, non la tua, caro fratellino che ci hai fatto la lezioncina, è vera assunzione di responsabilità! Solo in questo modo si può essere liberi nei confronti delle “cose del mondo”, perché solo così si è liberi nei confronti di se stessi.
La coscienza la lasciamo ai profani, ed a chi in essa cerca quelle verità dell’agire che noi troviamo nel silenzio. Attento, fratellino: silenzio ed obbedienza come strumenti per mortificare orgoglio e vanagloria! Battaglie interiori, non gazzarre da propagare come un cancro nell’Istituzione.
Ecco cosa impareranno i fratelli che oggi sono destinatari delle tavole d’accusa. Impareranno che l’obbedienza è un valore che supera ogni altro perché non permette errore.
Su questo punto si spera di non dover tornare. Chiaro fratellino?
La punizione poi non dovrà esser vissuta come uno stigma. L’organo che la fornirà lo farà come quel committente che attribuisce la giusta paga.
E veniamo a Bovio: il fratello che ebbe a sbagliare giustificò e si scusò subito del suo operato. E siccome si ritiene di non essere tra quelli che mettono al muro, ma storicamente spesso siamo finiti tra quelli messi al muro, si è perdonato. Se perdonare è colpa, allora su Bovio colpa sia! Stessa cosa per i Capi di Stato, che sempre si sono rispettati, si rispettano, e sempre saranno rispettati.
Sulla Circolare circa i cenacoli occultistici: fantasiosa la ricostruzione che fu commissionata. Giunsero piuttosto voci di appartenenze sbandierate come idealmente superiori alla nostra.
Non si restò insensibili e si operò in un senso che non piacque, si tornò indietro come colui che, saggiamente, tastata la via malferma, sa ritornare sui propri passi. Se è colpa sottrarsi alla via malferma, di nuovo colpa sia!
E con questo mi pare non ci sia altro da discutere.
Personalmente quando lessi la fatwa emanata dalla circolare 5576/20, con su scritto «è bene evidenziare che per associazioni sedicenti massoniche o paramassoniche si intendono anche tutti quei gruppi che, sotto i diversi appellativi di “Logge”, “Orienti”, “Cenacoli”, “Conventi”, ecc., utilizzano fogge, titoli, paramenti, organizzazione, simbologie e/o contenuti esoterici propri della tradizione liberomuratoria e dei corpi rituali attinenti, sia che esse si definiscano scuole rosacruciane, martiniste, ermetiche, occultiste, templari, egizie et similia», restai incredulo. Chiunque con un minimo di sensibilità iniziatica, non dico esoterica, avrebbe capito che ci si andava a schiantare contro un muro. Ora qua si scrive che fu polpetta avvelenata. Doppia la colpa di essersi fatti fregare!
Perché poi il cenacolo templare da Tavola d’accusa, mentre il parafascismo e gli insulti a Mattarella e Napolitano quelli da farci due risate sopra……
All’Oratore del Collegio rivolgo la domanda: Eccellente e Venerabile Fratello volete spiegarci meglio? Perchè siamo abituati a passare sopra a tutto, ma verrà pure il momento di chiedere, con assoluto spirito di fratellanza, conto delle minchiate!
Oggi si capisce perché l’anno scorso sulla vicenda di Bovio tutto il potere a difendere l’indifendibile a costo della brutta figura fatta fare al Gran Maestro sull’Unione Sarda! Faceva comodo avere la mano libera nella gestione della casa attraverso un utile servitore. Ora l’uomo del monte ha detto NO!
È vero! Carina anche la vicenda della Circolare contro i cenacoli rosicruciani e martinisti! Commissionata per consumare una vendetta, scritta apposta dal relatore per esplodere nelle mani del firmatario!
Così non solo, come ha scritto un Fratello, non se ne azzecca giusta una, ma si vanno pure a mangiare le polpette avvelenate preparate ad arte! Polli.
E di mezzo sempre la Circoscrizione Sardegna, una volta di più esposta al ridicolo a livello nazionale! Cosa pensate che ce ne siamo dimenticati?
Caro Luigi. Forse sei tu l’autore di quello scempio di farse di tavola d’accusa che odorano tanto di vendetta massonica. Vorrei dirti Caro Luigi che i reati commessi dal presidente del collegio, dal segretario e da tutti gli altri componenti non sono rimasti inascoltati e chi ha avuto il coraggio di alzare la testa L’ha fatto con il consenso di venti maestri venerabili e solo pochi infami ed ignobili, a cui sono stati I promessi grembiuli ed elargizioni da pollaio, hanno ritrattato. Caro Luigi il Collegio non è di tua proprietà come non lo è del presidente gli unici proprietari sono i fratelli che hanno il diritto di parlare e che voi volete mettere a tacere perché non avete argomenti ma solo la vergogna della vostra cupidigia.
Aggiungo importante postilla tecnica per i non addetti ai lavori. La presentazione delle tre tavole d’accusa non significa assodata colpevolezza dei tre Venerabili inquisiti. Nel caso esse fossero giudicate infondate dal Tribunale preposto si attenderebbero – con inesorabile urgenza – le dimissioni del Presidente, del Segretario e dell’Oratore del Collegio.
Allo stato delle cose è una eventualità possibile. Ci si augurerebbe poi la necessaria coerenza nel procedere a liberare gli scranni occupati a favore di fratelli dalle migliori capacità gestionali. Visto e considerato, soprattutto, che da due anni a questa parte, prima con Bovio, poi con la Circolare “anti-rosacrociana” con sgommata finale sull’asfalto a tutta-marcia indietro (qualcuno ricorda ancora la surreale telefonata del Gran Maestro aggiunto al nostro Presidente…), ed ora questa assurda presa di posizione nei confronti di tre Galantuomini, non se ne imbrocca una giusta! Neppure per sbaglio.
Solidarietà intanto giunga al Gran Maestro. Sicuri che ormai solo a sentir nominare Cagliari sia preda di tremende nausee gravidiche.
Gentile Luigi, auguriamoci che la difesa d’ufficio del Collegio sardo del GOI non sia stata affidata scientemente, dai maggiorenti, alle tue parole. Parole che sono poco più che farneticazioni.
L’obbedienza “assoluta” di cui parli il Massone la deve soltanto alla propria coscienza di Uomo Libero. E la libertà iniziatica non è certo ascesi o astrazione dalle cose della vita, ma assunzione di responsabilità nei confronti delle cose del mondo.
In questo senso i tre Maestri Venerabili coinvolti rappresentano per tutti noi esempi cui guardare. Maestri nel vero senso di “magistri”: fratelli che hanno qualcosa da insegnarci.
Purtroppo tanti tra noi, come te, sono abituati ad una vita associativa fatta di mezzucci, convenienze e piccoli ricatti, per portare a casa una nuova nomina, un grembiule più ornato a seguito di bonifico bancario, un incarico.
Senti, gentile Luigi, credo che tu abbia un’età muratoria tale che è giusto che qualcuno te lo dica. Insomma, è giusto che tu sappia: di Massoneria no ne hai compreso una cippa!
mi sembrano parole tratte dalla sceneggiatura di Brancaleone alle crociate
Vediamo se questo commento sarà pubblicato.
Vorrei dire ai fratelli che mettono in piazza fatti riservati dell’Istituzione che non aiutano affatto. I terribili giuramenti che abbiamo prestato ci impongono infatti la riservatezza e l’obbedienza assoluta. Inoltre con la critica agli organi del Collegio Circoscrizionale essi si pongono fuori dell’Ordine, perché la libertà di cui siamo destinatari è una libertà iniziatica, non è certamente libertà di critica o di creare confusione.
Sono state inoltrate tre Tavole d’Accusa e saranno gli organi giurisdizionali dell’Ordine a pronunciarsi sulla sorte dei Venerabili accusati. Se gli organi del Collegio hanno deciso per una misura tanto severa tutti noi dobbiamo conservare reverenza e fiducia assoluta nei loro confronti, mai infatti avrebbero agito in assenza di gravissimi motivi. Anche considerando che due delle Logge coinvolte hanno al loro interno Consiglieri dell’Ordine e Giudici, che oggi sono chiamati, loro sì, alla difesa dell’Ordine contro i loro Venerabili! E questo ci si aspetta da loro.
Se quindi si è deciso di procedere come si è fatto è perché così andava fatto. Chi soffrisse di mal di pancia ha la via del sonno. Stiamo parlando di una appartenenza che non è obbligatoria. Se piace, piace, se non piace la porta della nostra sede è grande abbastanza da permettere comode uscite.
Si cerchi di guardare la luna e non il dito. Onestamente valeva la pena far gazzarra per due lire di partita economica? Ecco la conseguenza.
Cari fratelli, il silenzio ed il capo chino servono per fronteggiare l’ego! L’Ordine non è una democrazia, e la libertà del trinomio vale solo per chi si è realizzato.
Realizzarsi nel senso della libertà vuol dire raggiungere un altro dominio, liberato dalle scorie della materia (che invece sembra attragga i tre Venerabili, di contro molto attenti a metter becco sulle partite di cassa dell’organo collegiale!).
Forse se qualche caro di questi personaggi fosse colpita da questa patologia capirebbe cosa si vive ….
Dove ti trovi prigioniera dentro un corpo non tuo
dove oltre al disaggio che la malattia ti dà devi combattere anche per un semplice appuntamento . SIAMO DAVANTI A TANTI PONZIO PILATO CHE MOLTO SEMPLICEMENTE SE NE LAVANO LE MANI…..
SIAMO COMPLETAMENTE ABBANDONATI
SMUOVETE LE VOSTRE COSCIENZE PERMETENDOCI DI CONVIVERE CON QUESTA PATOLOGIA.
Roberta Serra
Non capisco a che cosa non sono stato indifferente al punto da meritarmi critiche, ma fa lo stesso.
Articolo che lascia tanto amaro in bocca. Non era mai accaduto uno sputtanamento simile!
Personaggi inadeguati, deleteri, Ammiragli da pedalò!
Ma la vergogna è che su trentasei officine sarde incardinate nel Grande Oriente d’Italia solo l’Asproni, la Ciusa e la Ugolino di Iglesias oggi alzino gli scudi a difesa dell’Ordine!
Complimenti a quei fratelli ed ai Consigli delle Luci che hanno deciso di resistere ad un potere dispotico e tirannico.
Infatti tanti i Venerabili che hanno firmato, nei giorni scorsi, il documento contro il tarocco ordito dal Collegio in tema di gazebo e biblioteca (tradotto: soldi), ma poi tutti fattisi indietro quando sono arrivati i soliti ricatti morali.
Le tre officine menzionate sono di grande spessore, affondano radici nel Palazzo e si profila uno scontro di poteri senza precedenti. Magari con strascichi in sede civile.
Comunque un disastro per la credibilità dell’Oriente cagliaritano, già scosso mesi fa dall’insabbiata vicenda Bovio. Altra ferita viva da imputarsi alla farloccaggine dell’attuale vertice collegiale. E siccome al peggio non c’è mai fine, diciamo anche una vera peste per la Circoscrizione sarda l’espressione nazionale della figura del Grande Oratore.
Vedremo se a spuntarla saranno come sempre i medici oppure ci potrà essere un reale rinnovamento. Chi vivrà vedrà!
Rimango critico anche nei confronti del direttore del blog per conoscenza pressoché diretta di avvenimenti del passato che non lo hanno visto indifferente alle sorti di sanitari dell’oristanese ma!….. Di fronte al suo impegno esplicito ,attraverso il blog , nel comunicare e denunciare fatti e misfatti della politica sarda . In particolare dei tentacoli con cui questa avvinghia ,ricambiata (!) , il mondo della SANITA sopratutto dei suoi dirigenti , meglio specificare, Direttori ormai parificati ai loro “supporti “ anche nella competenza professionale. Grazie per il tuo impegno in questo sforzo nella diffusione di queste informazioni ai più altrimenti oscure.
Un tempo a Sassari c’era un eccellente centro sclerosi multipla, a cui faceva riferimento anche il centro di Cagliari City.…nel tempo, con poca lungimiranza e chissà cos’altro, fu inspiegabilmente abbandonato a se stesso e i suoi ricercatori più produttivi, che diedero lustro alla Clinica Neurologica, non si sa per quale motivo, furono messi nelle condizioni di andare via e così molti pazienti furono (e sono ancora) costretti ad andare a Cagliari.
Politici locali e associazioni dei malati non si accorsero di niente. Figuriamoci i giornalisti locali. Proteste zero. Piazze vuote.
Tattari manna non esiste più.
Mi ant a iscusare sos massones… (pardon: in sardu lis narant “framassones”, chi ant a èssere puru ‘fra’des, ma massones) però tio nàrrere chi est (sunt!) unu casinu infame, cun totu su rispetu pro sos casinos (de su restu serrados… cioè, abbertos in sa “retza” sempre “on line”).
Est abberu chi donzi cristianu (c’est à dire: no animale), namus donzunu de nois, est una pessone, peràula chi amus leadu de su latinu e sos Romanos de s’etruscu, e in etruscu cheriat nàrrere, e sempre ancora gai, “màscara”, caratza, faciola, cun duas istampighedhas pro lassare intrare lughe a sos ogros e cuare totu s’àteru.
In sa modéstia de sa zente chi narat pane a su pane (ma, pro sa ‘virtude’ de s’antífrasi, sos Sardos podimus nàrrere “pane” fintzas a sa “caca”, unu pagu coment’e chentza crere mancu a sos ogros nostros iscaratzados, gai pagu damus fide a nois etotu), ma sa zente est fata a sa bona (sinono comente si tiat fàghere a la leare in ziru?) e in sa modéstia sua narat chi “duas pessones istendhe sempre paris si che podent manigare una soma de sale – sale pro cundhire su mànigu, mih! – ma chentza resessire a si connòschere e sigomente sa soma sunt 150 chilos tiat abberu bastare deghinas e deghinas de annos.
Namus chi donzunu de nois est abberu unu putu chentza fundhu, unu mundhu illacanadu e dozunu cun sas virtudes, difetos e físsios suos, abbilidades de cumprèndhere e no cumprèndhere (e fintzas de no chèrrere cumprèndhere), de ischire e no ischire, de fàghere zustu e de irballare, de chèrrere e de no chèrrere. E coment’e cristianos (c’est à dire: no animales) intantu nos depimus, ca est bonu, baliare ca… semus “animales sociales” naraiat cudhu, e fintzas perdonare, ma currèzere: totu s’àteru est diabbólicu.
E candho namus “fàghere bene” bae e buscandheli it’est su bene: semus sempre suzetos a irballare! Perdònannos, Segnore, candho faghimus bene, si un’istrinta ’e manu, unu carinnu bonu no est sempre unu donu ca est s’istima nostra un’ischentidha ebbia!
Ma pro fàghere su bene – chi paret su “ideale” de sos massones – bi cheret sa vilesa de si cuare? O invetze de “ideale” est solu un’idea?
Su corazu de fàghere bene a cara iscaratzada, cun númene e sambenadu, est gai meda una cosa birgonzosa de nos dèpere cuare?
E si unu no cheret fàghere su bene “a ispompia manna” coment’e chirchendhe carchi medàllia (o àteru), no si podet fàghere chentza chi sa manu destra iscat su chi faghet sa manu manca? (ca custa est prus… “creativa” e… a fagher bene podet pàrrere fintzas machine, e bi at unu límite comente invetze no bi est pro fàghere machines).
Da parente stretto di una persona cara che da quasi 10 anni soffre di una malattia rara alla quale ancora non è stato dato un nome, dopo migliaia e migliaia di euro spesi in prestazioni sanitarie private o convenzionate, che poi non hanno condotto ad una diagnosi certa e a una cura, leggere questo articolo è una autentica sofferenza.
Da semplici cittadini ci rivolgiamo ogni volta con speranza all’esperto di turno, perché ancora nutriamo fiducia nella preparazione dei medici, ma ogni volta subiamo gli effetti di un sistema sanitario sempre più lontano dal malato. Liste d’attesa con tempi da era geologica (ecco perché si spendono migliaia di euro in sanità privata o convenzionata) nessuna struttura pubblica che ti prenda in consegna per capire una buona volta il perché una parte del tuo corpo stia lentamente smettendo di funzionare. Medici che ti dicono che la bibbia di referti clinici accumulati in 10 anni parla da sola, che il caso deve essere seguito e che, sempre più spesso, ti dicono ” perché non siete ancora andati fuori?”.
Questa è la testimonianza diretta di come si vive in un’isola isolata – non solo per i trasporti ma soprattutto per le menti limitate che decidono sulle sue sorti – quando una malattia fuori dai protocolli entra nella tua vita, peggio ancora in quella dei tuoi cari, rendendoti ancora più impotente.
Sono nauseato dal leggere della nefandezza che circola nel retrobottega della sanità, dove si contano gli incassi e si spartiscono gli utili dopo aver fregato il cliente.
Parole di un uomo libero e di buoni costumi.