I telegiornali italiani e sardi hanno cambiato i loro palinsesti.
Nei giorni scorsi, prima davano le notizie sulla malattia e poi quelle sulle politiche messe in atto per fronteggiarla. Da ieri fanno il contrario.
Quindi oggi siamo bombardati dalla novità dello stanziamento governativo di 7,5 miliardi di euro per imprese e famiglie da parte del Governo italiano e di circa 26 milioni di euro da parte della Regione Sardegna (ho molti dubbi sulla spendibilità di entrambi e sono convinto che la maggior parte delle risorse non arriverà ai cittadini ma coprirà maggiori costi dei servizi pubblici).
Ovviamente, nessuno dei due provvedimenti è disponibile in rete, ma quello sardo è approvato, quello governativo è annunciato.
Si può pensare che questi provvedimenti fronteggino realmente il contraccolpo economico dell’epidemia in corso? No.
Ma la cosa più grave è che in Italia e in Sardegna sembra che, siccome si è in emergenza, non si debbano più fare distinzioni tra chi governa, male, e chi fa l’opposizione, altrettanto male perché pigramente, indolentemente, comodamente.
La Sardegna viene da una crisi dei trasporti paurosa provocata da insipienza di governo regionale. Lo vogliamo dimenticare per il virus? Lo risolviamo con un’intervista all’imbarazzante e imbarazzato assessore? Chi vuole lo dimentichi, noi ce lo ricordiamo.
La Sardegna corre rapidamente a schiantarsi contro un muro sul piano energetico e fino ad avantieri abbiamo assistito alla propaganda del tubo, all’imminenza del tubo in primavera, alla certezza del tubo nelle scuole. Vogliamo dimenticarci di questa inetta manipolazione di massa in ragione del virus? Chi vuole dimentichi, noi ce lo ricordiamo e ci opponiamo.
La Sardegna ha un settore agricolo in preda a una crisi nervosa, crisi di visione, di pagamenti, di relazioni, di linguaggi, di competenze, di governo. La Sardegna con la Giunta eletta sulla spinta del latte versato per strada sta conducendo le greggi in uno strapiombo: quello dell’ignoranza e dell’incapacità.
La Sardegna ha un settore turistico devastato dalle disdette per il Coronavirus e non ha alcuna strategia per fronteggiare volumi finanziari notevoli in picchiata verso il segno meno. Cosa farà la Regione, l’ennesima fieretta folkloristica? O un’altra cabarettistica intervista all’assessore, idolo delle connessioni sintattiche violate, dei neologismi franti, degli anacoluti carpiati?
La Sardegna ha un sistema sanitario devastato dalla follia dell’Ats e dalla millimetrica egemonia politica cui sono stati sottoposti i quadri direttivi nella precedente legislatura. Il Governo regionale che doveva spazzare via tutto ha scoperto che è più redditizio ereditare tutto e così la sanità precipita verso uno stallo drammatico di incapacità e di rassegnazione.
Tutto questo è vero quanto il Coronavirus, il quale non determina in alcun modo l’obbligo di sentirci tutti legati da chissà quali vincoli, maggioranza e opposizione. Il premier Conte sta smaccatamente usando l’epidemia per scolorire responsabilità e inettitudine; Solinas, dal canto suo, ha usato l’emergenza per nascondersi dietro la tenda, dietro la cortina di notizie allarmanti che ovviamente oscura le sue incapacità (ben divise con questo nuovo ceto parassitario – il miglior profilo lo trovate sull’ultimo libro di Luca Ricolfi, La società signorile di massa – assurto con lui al governo della Regione).
E dunque, anche da preoccupati e attenti noi conserviamo memoria: voi da una parte, noi dall’altra.
Sardi vinti e domati. Se Pigliaru, Arru & C. avevano usato l’arrogante gestione del potere, a questi basta l’irreparabile forza dell’ignoranza che tutto annichilisce. Opposizione confinata alla banalità delle comode dichiarazioni di salotto. Niente anima, nessuna partecipazione. Povera Sardegna, tradita soprattutto dai propri figli. Evidentemente valiamo poco. Mettiamoci in testa che nemmeno l’autoreferenzialita’ di cui siamo campioni mondiali basta ormai per creare illusioni. Sardi vinti e bastonati, non dagli Italiani, ma da consorterie ed ignoranza autoctone.
Chi glielo spiega? Gli OMISSIS senza OMISSIS naturalmente!
Bellissimo articolo e bellissima sintesi, purtroppo non cambierà una virgola, e questi (OMISSIS) continueranno ad imperversare, pure per colpa di chi, con le azioni della precedente legislatura, vedi litigi e troppe prime donne, ha fatto in modo che i Sardi, disgustati e mai coinvolti dai tanti illuminati, hanno votato questi (OMISSIS).
E adesso chi glielo spiega all’assessore i neologismi franti e gli anacoluti carpiati?