Riepilogo Forse non tutti sanno che Pietro Valpreda venne scagionato dall’accusa, infondata, di essere l’esecutore materiale della strage di Piazza Fontana a partire da un’inchiesta giornalistica.
Il giornalismo non è sempre stato in Italia e in Sardegna ai livelli odierni, giulivamente ripetente i soli comunicati stampa dei poteri. C’è stato un tempo nel quale il giornalismo verificava il potere, anche quello giudiziario. Oggi non è più così.
Pertanto, dinanzi a un clamoroso desiderio della Procura di Oristano di comunicare con l’opinione pubblica, al punto di indire una conferenza stampa, siamo costretti a fare quello che non avremmo mai fatto: contrapporre la filologia di piazza alla giustizia di piazza. Siamo non più nello Stato di Diritto, ma nello Stato di Giustizia (come ci ha insegnato, per esempio Jacques Krynen), dove una parte della Giustizia e una parte della Politica ristabiliscono un’antica alleanza, l’una accusa senza contraddittorio e l’altra lincia in piazza senza giudizio. Come si combatte lo Stato di Giustizia? Smascherandolo.
Da qualche settimana stiamo sottoponendo a una lettura accurata e pubblica l’ordinanza di custodia cautelare emessa ormai più di due mesi fa.
Le puntate precedenti si trovano qui, qui e qui.
Le tabelle giuste lette male A p. 33 dell’Ordinanza si legge: “La PG ha evidenziato che le 6 candidate avvantaggiate, avendo conseguito il massimo punteggio nello scritto, non potevano in alcun modo essere superate dagli altri concorrenti, anche se i secondi nelle successive prove avessero preso il massimo dei voti”. Si è nel concorso per Ostetriche, bandito a dicembre 2014. La Procura sostiene che Succu avrebbe alterato la prova scritta a tal punto da renderla decisiva per il concorso.
I posti a concorso erano 2, non 6, e dunque occorre provare sui primi due che le affermazioni di cui sopra sono vere. Qui si trova la graduatoria finale.
Se si guarda il punteggio finale delle prime due candidate, si può notare che a parità di valutazione della prova scritta, la seconda classificata senza i 5 punti dei Titoli sarebbe arrivata settima, cioè fuori non solo dalla soglia dei vincitori ma anche da quella dei chiamati. Il valore dei titoli è un fatto automatico e non valutativo del concorso. L’affermazione a p.33 è smentita per tabulas.
Piccole cose, si dirà. Forse. Tuttavia sono indicative di un modo di agire e di argomentare che non appare per niente preoccupato dell’esattezza, della precisione e del riscontro, come da Manuale dello Stato di Giustizia.
Avvocati permettendo mi sembra quanto mai necessaria la conferenza stampa annunciata consentire a noi lettori di essere parte attiva nella diffusione dei dati e delle notizie appurati ed utili a smentire le accuse.