E dunque Francesco De Gregori ha ispirato Solinas.
A leggere i giornali, il presidente della Regione, sentito in Udienza dal Gup sulla nomina dei Direttori generali della Presidenza (cioè del dirigente più a contatto con lui) e del Direttore della Protezione civile ha ripetuto il celebre refrain della canzone di De Gregori: “Ma tutto questo Alice non lo sa”. Alice, nella nostra ardita comparazione, è Christian bello.
A parte il fatto che, se posso dare un consiglio, con i magistrati italiani non si scherza e che giocare a canzonette con loro può risultare molto rischioso, si può comunque cercare di estrarre dai resoconti giornalistici la morale della recita. Il Nostro avrebbe sostenuto che in primo luogo nessuno gli ha mai notificato la mancanza di requisiti dei due candidati da lui prescelti e che, in secondo luogo, la sua scelta è per legge una scelta politica, non generata da una graduatoria di merito, ma da una graduatoria di idoneità, e pertanto i magistrati sono degli impudenti tracimatori in cose che non li riguardano. Chi doveva, invece, accertare i titoli dei candidati? L’Assessorato del Personale, cioè il settore dell’Amministrazione che procede a sottoscrivere il contratto.
È ben noto che tra me e la magistratura sarda c’è un cordiale e reciproco rapporto di v…………..lo, per cui solo l’idea di occuparmi di un processo italiano mi produce una psoriasi diffusa. Pertanto cercherò di parlare direttamente con Christian bello, lontano da toghe, codici e aule, per dirgli che forse può incantare altri, ma non i suoi vecchi colleghi di Consiglio.
Il punto di partenza è questo: ai sensi della Legge regionale 31/1998 i due dirigenti nominati da Solinas si scontravano con due requisiti richiesti dalla legge: la direzione di strutture pubbliche o private per almeno un quinquennio e le capacità adeguate alle funzioni richieste. Christian bello, la nostra Alice, dice: “A me nessuno ha detto che i due potevano non avere i titoli”.
Ne conseguirebbe, cara Alice, che tu non ti sia occupata dell’accertamento dei titoli, perché diversamente, se te ne fossi occupata, cara, avresti cantato la canzone sbagliata nel luogo sbagliato.
Ora io posso ricordare male, e te ne chiedo scusa, cara Alice, qualora la memoria mi difetti, ma non è stato il tuo Gabinetto a formulare il quesito alla Funzione Pubblica della Repubblica italiana sui requisiti per la nomina? E perché mai il tuo Gabinetto si è occupato di questa procedura che la legge 31/1998 pone in capo esclusivamente al Direttore del Servizio Gestione? Ma tutto questo, ovviamente, Alice non lo sa.
A questa eterodossa invadenza gabinettara se ne affianca un’altra: il contratto della neo-nominata Direttore generale della Presidenza, non è stato sottoscritto del Direttore del servizio Gestione, come invece è accaduto per tutti gli altri, ma dal DG del personale. Come mai? Come mai tutte queste stranezze, a tua insaputa, ovviamente, intorno a queste nomine?
Tu, dear, però, dici di non saperne niente. Dici di non esserti occupato neanche della norma che il Consiglio regionale ha varato per allentare i requisiti previsti dalla legge 31/1998, modificandoli e rendendoli tali da sanare, almeno in parte, le due nomine già effettuate. La sanatoria avviene adeguando la legge regionale alla nazionale. E tu hai appassionatamente difeso questa scelta, sorvolando però su un fatto: la necessità della modifica nasceva proprio dalla vigenza della 31/1998 al momento della nomina dei due e dal contrasto tra i requisiti posseduti e quelli richiesti dalla legge in vigore. Il problema non era il rapporto tra la 31/1998 e la legge nazionale, ma tra il dettato della legge 31/1998 in vigore e i requisiti posseduti. Ma tu sei un ‘anguillone’ dialettico e sei riuscito a mettere nel sacco i poveri consiglieri. Tuttavia, quel bel discorso, sa tanto di excusatio non petita, accusatio manifesta. Anche perché, dear, l’emendamento venne proposto dalla Giunta, non dal Consiglio.
Ora, tu Alice, puoi dire di fronte a chi ti pare che un presidente della Giunta non viene messo al corrente di una così importante modifica di legge, ma non di fronte ai tuoi ex colleghi, perché rischieresti di essere sommerso dalle risate. Tanto più che, se anche in questo caso la memoria non mi difetta, la prima proposta di questa legge entrò in una legge di variazione di bilancio proposta dalla Giunta che poi venne espunta in Consiglio perché norma intrusa. Anche questo avvenne a tua insaputa? E dove diavolo vivi, su una nuvola?
Infine, dear, c’è una questione su cui io sono personalmente curioso di capire come, con la fortuna che ti caratterizza, tu sia riuscito a cavartela.
Siamo a gennaio 2020.
I sindacati hanno fatto un accesso agli atti sulle due nomine, e la Direzione generale del personale risponde affermando, e qui sta il bello, che a quella data il dott. Belloi non aveva ancora firmato il contratto. Mi chiedevo, quando mi occupai di questa pessima storia, a che titolo il dott. Belloi dirigesse un ufficio regionale. Forse tu, dear, riesci a spiegarmelo adesso? Come è possibile, dear, affermare di non sapere che intorno alla Direzione della Protezione civile c’è un po’ di disordine, quando anche la tua Direzione del Personale afferma l’inesistenza pro tempore, mi auguro, di un contratto?
Ecco, Alice, solo per dirti che i vecchi cinghiali non si fanno intortare. Hai la fortuna di competere con agnellini.
Però, vedere o no, se fossi il Gup una sbirciatina al compito del number one, io glielo avrei data.
Piè, no no, non mi interessano le questioni giudiziarie di Solinas che riesco già a immaginare come andranno a finire. Mi interessa non farmi prendere per il naso dal Presidente.
Egregio Prof., mi sa tanto che Lei voglia suggerire il compitino al Gup…e allora dove fanno a finire i benefici vaff che vi scambiate? 😊😊😊
La responsabilità “in eligendo” è una brutta bestia, e Alice questo non lo sa!
La domanda ora (ri-)viene quasi naturale…
La campagna antincendio passata è stata studiata e organizzata da un figura priva dei requisiti formali?
Lascio a voi la risposta e le sue conseguenze logiche.
“Hai la fortuna di competere con agnellini”: è la cosa che irrita di più, dopo la sfacciataggine nell’esibire tanta impreparazione e arroganza da parte di chi è ora al governo.