di Paolo Maninchedda
Ieri ho sentito Renzi dopo il mancato quorum. Toni da trionfalismo contenuto, ma sostanzialmente immaginabili per lui che ha rischiato e ha vinto.
Noi indipendentisti che vogliamo costruire lo Stato sardo nella legalità e col consenso, non eravamo tra i promotori ma abbiamo votato Si per dire No all’invito a non andare a votare.
Ora il dato sardo è come quello nazionale, ma da noi e per noi vuol dire qualcosa in più.
Un sardo su tre non ascolta le sirene del Presidente del Consiglio del Governo italiano. Dal tre per cento, nostro risultato alle regionali, al 30 per cento di un elettorato potenziale e già disponibile a non seguire pedissequamente il governo italiano, è un bel balzo; tanto più che molti di questo 30% votavano Pd o giù di lì e da oggi in poi non lo faranno più. C’è speranza per il nostro lavoro.
Quanto al petrolio, poi, chi mi conosce sa che a me l’oro nero non piace. Sono più un sostenitore dell’energia geotermica e delle rinnovabili, supportate da qualche piccola centrale, niente di più.