Riceviamo e pubblichiamo.
Chi vincerà le Primarias, organizzate dal Partito dei Sardi, sfiderà altri quattro candidati alla Presidenza della Regione: tre autorizzati dall’empireo e uno da un blog. Il centrodestra e il centrosinistra si sono ricompattati con due esponenti scelti dagli apparati di sempre, vincolati a Roma e Milano e riassemblati per l’occasione perché impauriti dal successo del M5S alle politiche del 4 marzo scorso. Il M5S, a sua volta, si è affidato alle cosiddette “regionarie”: potrebbe apparire una scelta dal basso, ma non lo è. Il motivo è semplice. Il M5S non è un movimento che è nato dalla base, ma dall’altezza: sua altezza Beppe Grillo. Se dicessi sua bassezza, Beppe si rattristerebbe. In sostanza: se dietro il Movimento non ci fosse stato un vip benestante come Grillo, il M5S non sarebbe andato da nessuna parte. Qualcuno faccia la controprova, cominciando da internet e dai “social”, senza nomi di grido: vediamo dove arriva (anche i “gilet gialli” francesi sono stati tentati dal comico Cyril Hanouna).
Ma torniamo alle elezioni regionali. In pratica, quindi, abbiamo: un candidato di Lega, Forza, Italia, Fratelli d’Italia, Psd’Az, e altre liste che sarà indicato dalle segreterie; uno del Pd e soci, implorato da vertici implosi e sinistrati, che mollerà il Comune di Cagliari; un altro che verrà scelto dagli affiliati al “blog delle stelle”; un quarto già annunciato dal progetto “Autodeterminatzione”; e il quinto che scaturirà dalle Primarias, o meglio da una votazione online libera, come liberamente hanno deciso di parteciparvi i cinque candidati in lizza, aperta a tutti, ripeto tutti, i cittadini sardi. Ricordo che il M5S candida e fa votare esclusivamente gli iscritti.
Di fronte a questo scenario, nel quale solo con le Primarias ci si potrà pronunciare anche sul SI o sul NO alla Nazione sarda, sfiderei chiunque a non riconoscere la procedura più democratica. Naturalmente gli altri schieramenti o avversari faranno di tutto per screditare le Primarias, nei termini che abbiamo già letto e sentito in questi giorni, senza aver neanche dato uno sguardo ai programmi dei candidati. E naturalmente continueranno a dire che il risultato è scontato, visto che chi ha istituito le Primarias esprime l’esponente più forte. Come se quando hanno indetto le loro primarie non si sapesse già il nome del vincitore; o come se sia stata più partecipativa e rappresentativa la loro ciclica discesa nell’isola dall’Olimpo, a mo’ di espansione da ridistribuire in briciole ai loro vassalli incravattati, pronti a “scrannarsi” per uno scranno. La prova? Che fine ha fatto e sta facendo la Sardegna? Ecco, rispondete a questa domanda. E chiedetevi se averla gestita come un’azienda (esempio per tutti le Asl) sia servito alla giustizia sociale e al nostro sviluppo, o a quello dei conti in banca e in tasca dei sedicenti rappresentanti del popolo. Poi, se credete che nelle aziende possa esistere la giustizia sociale e se siete autolesionisti, votate ancora chi prescrive primarie virtuali e autoreferenziali, chi si appoggia a direttivi e direttive, e chi si accoda a “lor signori” peninsulari.
Per quanto mi riguarda, partecipo alle Primarias con ascolto e spirito di dedizione: il mio programma è nel sito www.primarias.eu. Tocca ai lettori e agli elettori smentire chi sostiene che si affermerà Paolo Maninchedda. E tocca ai lettori e agli elettori far vincere, invece, una candidatura dal basso come la mia: sarebbe la prima volta in assoluto. Ora o mai più!
Giovanni Panunzio, Idr
Candidato indipendente alle Primarias
panunzio@email.it