La Destra e la Sinistra italiane si confrontano e si alternano alla guida della Sardegna da vent’anni. Hanno in comune il loro terreno di battaglia: la Sardegna immobile. Loro si alternano, il quadro rimane fermo o si sposta di pochi millimetri.
Il quadro, antichissimo e sempre replicato, è: lo Stato italiano Sovrano, con i suoi poteri, le sue burocrazie, il suo fisco, la sua scuola, la sua univeristà, il suo esercito; il denaro a Cagliari, il potere a Sassari, la povertà all’interno.
È l’immobilismo che non fa fare figli.
È l’immobilismo che fa fuggire i giovani e i meno giovani.
Nessuno vuole stare in una bara.
La Sardegna è immobile da quando ha perso i poteri che le competono.
La Destra e la Sinistra italiane accettano l’attuale ordine dei poteri.
L’attuale ordine dei poteri è la bara della Sardegna.
Bisogna alterare il presente. Bisogna sommuovere la realtà con un legale e pacifico movimento rivoluzionario che faccia uscire dalla clandestinità ciò che è nella coscienza di tutti: la Sardegna è una Nazione che vuole i poteri necessari al suo sviluppo e alla sua crescita.
Cominciamo a dirlo tra due giorni: siamo una Nazione, il presente immobile ci sta stretto. Noi siamo come gli Armeni sotto i Turchi, come gli Algerini sotto i Francesi, come gli Indiani sotto gli inglesi. Noi siamo un popolo controllato, sotto tutela, asfissiato. Le Primarias sono aria pura e cambiamento certo.
Il nostro nemico principale è l’ignoranza.
Chiedo ancora una volta aiuto a chi vive fuori della Sardegna: chiamate i vostri familiari qui da noi, avvertiteli di non accettare più i soliti luoghi comuni, di rifiutare il rapporto con chi vive di sola politica e di sola manipolazione altrui, di non credere a chi ha sempre bisogno dell’approvazione di un romano o di un lombardo per sentirsi sicuro. Aiutateci a far ricordare Gramsci, la sua libertà, il suo appello affinché ognuno abbia un pensiero chiaro, personale, sicuro.
Aiutateci a sconfiggere l’ignoranza e gli ignoranti arroganti.
La democrazia porta talvolta persone ignoranti e mediocri ad assurgere a importanti ruoli di responsabilità. Capita perché la democrazia non premia i migliori ma i più popolari e talvolta basta essere simpaticoni o esperti delle debolezze del mondo o corruttori morali seriali per costruire potere e consenso.
Aiutateci a liberarci di questi nuovi baroni, ma non con la violenza, bensì l’indifferenza, col rifiuto civile, con la disobbedienza.
L’altro giorno mi hanno raccontato a La Maddalena che durante le esequie di un illustre signore sardo scomparso da poco, un altro illustrissimo sardo avrebbe detto che la Nazione Sarda non è mai esistita. Ho provato compassione per l’ignoranza. D’altronde la Dc e il Pci ai tempi della loro arroganza, regalavano lauree in pedagogia e cattedre di storia contemporanea per dare una patina intellettuale ai loro maggiorenti. È comprensibile, ma imperdonabile. Si falsa la storia di tutti per giustificare la propria, vanitosissima, storia personale. È così dai tempi di Francisco de Vico; si preferisce essere grandi per il re o per la Repubblica che fare grande la propria patria. Umanamente comprensibile, ma storicamente imperdonabile. Liberiamoci dei carrieristi e delle nostre esuberanti ambizioni: facciamo piccoli noi stessi per fare grandi tutti gli altri. Dal 6 facciamo la Nazione.