Da piccolo leggevo Blek Macigno, l’eroe americano a fumetti che combatteva contro gli inglesi per la libertà sua e dei suoi amici. I fautori della sola cultura scolastica non riescono a capire che cosa sono stati e sono i fumetti nella formazione della mentalità di tanti giovani. Fatto è che da allora io so quanto il fisco ingiusto sia stato importante nell’indurre i coloni americani a lottare per la loro libertà.
Stasera inizia un lungo percorso per cambiare il sistema fiscale della Sardegna.
È dura, ma così non si può più andare avanti. Il fisco all’italiana, ingiusto e oppressivo, è uno dei fattori determinanti della povertà della Sardegna. Stasera cominciamo a studiare come combatterlo legalmente.
Do alcune notizie politiche. C’è molta diplomazia in campo tra i partiti a vario titolo indipendentisti, federalisti, socialfederalisti, ecc, ma anche tra questo mondo e un largo settore dell’area progressista sarda che non accetta la prevalenza dell’egemonia oligarchica sulla democrazia partecipata. C’è stata anche in altri tempi questa tendenza a superare le differenze in nome del rafforzamento di una proposta alternativa, e dunque occorre essere prudenti. Ma il clima sta obiettivamente cambiando: si sente l’aria e il desiderio della possibilità di offrire all’elettore non un voto di resistenza, ma un nuovo voto di governo, fatto intorno non alla storia di ciascuno ma alla natura della proposta fondata sulla responsabilità della guida della Nazione Sarda verso obiettivi più ambiziosi della banale alternanza tra Destra e Sinistra italiane.
ProgRes, con cui dialoghiamo cordialmente da tempo, legge nei suoi documenti il posizionamento politico attuale del Partito dei Sardi come ottimale per la nascita di una grande alternativa democratica alle proposte tradizionali della politica italiana. Noi ci siamo: non abbiamo mai chiuso il dialogo con nessuno e non mettiamo veti a nessuno, fuorché a fascisti e razzisti, che invece combattiamo.
Indubbiamente è vero che la certezza del nostro partito di superare gli sbarramenti elettorali fornisce una condizione di concretezza e di realismo che prima non c’era. Ci sono due possibilità: o la creazione di un listone unico con tutti i soggetti al suo interno, attraverso un oculato equilibrio delle forze in ogni territorio, o la costruzione di un’alleanza, e data la forza di alcuni soggetti e la necessità di rappresentare anche le differenze oltre che le affinità, questa potrebbe essere la strada che ci darebbe anche un’ulteriore credibilità come proposta di governo. La seconda ipotesi oggi ha più gambe di ieri, perché il Partito dei Sardi da solo fa con certezza più della metà del 10% che servirebbe per superare lo sbarramento del 10%. Non facciamoci illusioni perché la cosa che è già accaduta nel passato è il grande entusiasmo del principio e il puntuale bisticcio della fine, però è vero che c’è molta diplomazia in campo.
Intanto la notizia del referendum sulla Nazione Sarda si sta diffondendo a macchia d’olio. Intanto solo noi stiamo scegliendo i candidati per la presidenza con un metodo trasparente e democratico, che consente a tutti di partecipare, di affermare il valore delle proprie differenze programmatiche, di evitare il gioco dei veti che ha tanto diviso il mondo politico sardo, di trovare forme di sintesi che rispettino la dignità di tutti.
Andiamo avanti.