Ieri è andato in onda per la prima volta lo spot sulle Primarias. Ho ricevuto moltissimi messaggi emozionati e emozionanti. Vedere affermato in un discorso per immagini il proprio desiderio di libertà, responsabilità e benessere ha mosso gli animi.
Ieri in un’affollata assemblea a Quartu il clima era lo stesso e la cosa più interessante è che a volere combattere sono le persone adulte. Finalmente si è capito che più anni si hanno più si ha il dovere di donarsi, di sacrificarsi per costruire un nuovo ordine delle cose in Sardegna.
Ieri ho raccontato un episodio della vita di Gandhi, durante il suo soggiorno in Sudafrica. Aveva pagato il biglietto per stare in prima classe sul treno su cui viaggiava, ma il controllore gli ordinò di andare in terza classe dove per legge dovevano stare le persone di colore. Lui rifiutò e venne fatto scendere dal treno. Per vincere, bisogna combattere.
Per vincere bisogna soffrire, non c’è altra via. Sono la difficoltà e il sacrificio a rendere credibili. Se oggi sempre più persone stanno vedendo nel referendum per la Nazione Sarda e nelle Primarias di dicembre una speranza, ciò accade perché si sta comprendendo la serietà che le contraddistingue, la fatica e la coerenza che c’è dietro.
Tiriamo dritti, andiamo avanti, costi quel che costi. Se rimaniamo credibili, pronti a pagare di persona, saremo legalmente rivoluzionari e finalmente la Sardegna avrà libertà, fisco giusto, istruzione, traffici, in una parola la felicità possibile che ogni uomo deve poter sperimentare nella responsabilità della vita.