Due giorni fa nessuno credeva che avremmo guidato una pacifica rivoluzione democratica, oggi in molti capiscono che lo stiamo facendo.
Due giorni fa nessuno credeva che eravamo esattamente ciò che dicevamo di essere, cioè una forza civile impegnata a cambiare profondamente la Sardegna, a impedire che la Sardegna resti immobile con la solita alternanza gattopardesca tra Destra e Sinistra. Oggi tutti capiscono che è in corso in modo incontrollabile un sommovimento sociale che punta a governare una rivoluzione politica e civile della Sardegna.
Noi siamo come gli Armeni, come i Curdi, come gli Scozzesi. E stiamo riuscendo a dirlo e nessuna piccola élite cieca e superba potrà ormai impedirlo.
La forza dei numeri supera la superbia dei dirigenti politici.
Fino a due giorni fa noi eravamo dei pazzi che avevano messo su un referendum a cui avrebbero partecipato al massimo qualche centinaio di persone.
Da due giorni, non siamo più pazzi.
Due giorni fa non facevamo il 5%; oggi siamo il terzo polo e chissà che non doppiamo i partiti morenti di questo autunno della democrazia.
Fino a due giorni fa la nostra proposta di convergenza di liberali e laburisti in nome della Nazione Sarda era una follia, oggi fa paura, perché la gente sta votando con la propria testa e non seguendo i preoccupatissimi consiglieri regionali. E stanno votando persone di Destra e di Sinistra che stanno dicendo di essere prima di tutto Sardi, cioè una comunità di valori e di interessi condivisi che chiede e esige poteri più ampi per promuoversi e difendersi.
Avanti, c’è posto, ma via le vecchie bandiere, via i vecchi pregiudizi, via le vecchie sigle, via i vecchi poteri, via gli odi e le egemonie, via le cariche imposte, via le carriere a tavolino, via la vergogna sanitaria protetta dagli apparati dello Stato.
Nell’arca di Noè si entra nudi e si esce uniti.
Per votare bastano il codice fiscale e il numero del cellulare.
Si vota qui:
https://primarias.evoting.it/primarias/autoregistrazione.aspx?id=leiKxpJIdI0%253d