Il ponte di Pasqua ha sottoposto a verifica la trogloditica continuità territoriale di Solinas. Risultato: prezzi alle stelle.
Non ci voleva molto a capire che questo sarebbe stato l’esito del regno dell’ignoranza che da marzo 2019 ha devastato i trasporti della Sardegna.
Siamo tornati indietro alla continuità territoriale varata da Mario Floris, maestro di Solinas nella filosofia di governo (“fare poco per durare di più”).
Finito il sogno della tariffa unica per residenti e non residenti, finita la cosiddetta Continuità territoriale 2 (Ct2), si resta con le sole rotte di continuità per i sardi e solo su Roma e Milano. E non si dica che l’ha voluto l’Unione Europea; l’ha voluto Christian Solinas, senza neanche il parere dei suoi uffici quando decise di smontare la gara preparata da Carlo Careddu.
Fin qui i fatti.
Poi ci sono i cronisti.
Come si faccia a fare titoli tanto a scadenza da essere scaduti prima ancora di essere scritti, da essere smentiti il giorno dopo, è un mistero. Certo, ci vuole una buona dose di faccia di cartone, ma anche di impudenza.
Chi ha tenuto bordone a questo disastro sui trasporti? Non certo noi.
Chi ha tenuto bordone a Solinas quando faceva la politica del tubo sull’energia? Non certo noi.
Chi si beve a tracanno le veline di don Ignacio? Non certo noi.
Chi mente sapendo di mentire pur di non irritare Solinas e i suoi sodali nell’urbanistica, nel turismo, nella sanità (il boccone Mater è sempre lì che attende di essere spolpato dalla BalDoria & Bazariotti Limited).
Così, adesso, ci si accorge che i prezzi dei biglietti aerei sono altissimi, che i sardi sono schiavi di chi arriva a prenotare per primo, che non c’è una politica dei trasporti perché non c’è un assessore dei Trasporti (la Sardegna è molto di più di una rotta per Arbatax) e perché c’è un presidente che mentre i sardi finivano ostaggi di una/due compagnie aeree su due soli aeroporti, era impegnato a sviluppare nuove e inedite tecniche di acquisto immobiliare di cui i giornali hanno dato poche o nessuna notizia.
Adesso si scopre che non esiste una politica della destinazione per la Sardegna. Ma come si fa ad essere così impudenti?
Forse i giornali hanno correttamente informato i sardi che, a fronte dell’assenza della grande politica, questa legislatura ha vinto il Nobel per la piccola politica?
Forse sono stati raccontati i mille favorini a pioggia presenti in tutte le finanziarie varate da questa Giunta (alcuni dei quali, imbarazzanti, finito negli alloggi della Sinistra)?
Altro che l’impiccato sulla pubblica piazza De Giorgi!
Se la Procura, anziché fare perizie che definire deboli è un eufemismo, avesse fatto un controllo a campione sui consiglieri regionali per verificare chi e quanti hanno votato emendamenti di incrementi volumetrici o comunque di natura urbanistica per usarli per propri beni o interessi o dei propri amici e sostenitori, forse avrebbe svelato un volto occulto e diffuso della politica sarda! Invece, l’affaire De Giorgi è stato trattato come se si trattasse della devianza di una persona. Non è così. Quelle carte svelano intanto da quanti veleni è percorso in Sardegna il corpo della Guardia di Finanza, che si intossica quanto più si lasciano ufficiali e sottufficiali negli stessi posti per troppo tempo; in secondo luogo raccontano di come questa legislatura abbia abbandonato la buona pratica delle leggi quadro, per sostituirla con le leggi ad personam, con le leggi provvedimento, che hanno sempre uno o più mandanti portatori di interesse. Chi ha verificato la legittimità di questi interessi nel corso di questa legislatura? Ma è più grave l’emendamento De Giorgi o che un imprenditore presti soldi sotto forma di acconti a chi ha una grande responsabilità e contemporaneamente partecipi alle gare dell’amministrazione da questi governata? Di questo, i giornali, non parlano. Come non parlano di esponenti della pubblica amministrazione, nominati nei ruoli di quest’ultima, in vigenza di una causa che li vedeva contrapposti alla stessa amministrazione. Ma di questo i giornali non parlano. Come parlano del peculato d’uso della macchina di servizio di un povero ufficiale del reggimento della Brigata Sassari, ma non parlano degli assessori di un’altra Giunta, non in carica, che andando e venendo dalla propria abitazione all’ufficio hanno sderenato più di una macchina dell’amministrazione regionale. Quello non è peculato d’uso, è perculato.
Ma perché i giornali non fanno più inchieste?
Perché non sono mai andati a vedere dove hanno trascorso le vacanze importanti esponenti politici e, soprattutto, se hanno pagato?
E mentre i giornali non raccontano più nulla, ecco che ogni tanto si svegliano e dicono: “I prezzi dei biglietti sono alti!”. Che pena!
Facciamo in fretta a capire chi candidare alla presidenza e diamo battaglia, non solo a questa Giunta di improbabili, ma a un sistema parassitario, mediocre e asfissiante che meriterebbe la rivolta se non fossimo stati educati alla pace.
I valori indicati nella cosiddetta perizia De Giorgi mi sembrano fiscalmente corretti per quanto riguarda la permuta che deve essere al costo e non al ricavo tra l’altro presunto. Penso che quanto indicato nell’accusa cadrà in sede fiscale. Dagli accertamenti fiscali degli ultimi anni sta sempre emergendo un ritorno al passato, prima dello Statuto del Contribuente che è del 2000. Si sta ritornando al sistemaelle presunzioni su presunzioni che, per ricordare un aspetto indecente, ha consentito di effettuare verifich fiscal nei confront dei sequestrati. Una ignominia. Tutto il contrario della vera lotta all’evasione fiscale ma solo colpire i più deboli o usare il fisco per una lotta tra bande.
Buongiorno, a proposito di giornali e di giornalisti, viene in mente il compianto Giorgio Melis e la sua definizione: Ascari.
Unu romanzieri, si dhu teniaus, iat a iscríere Is Miseràbbiles, protagonistas is ‘politici sardi’ fintzes sedatzandhodhos a fine meda.
O fintzes s’istória de gente disastrada chi cricat de si arrangiare a “si salvi chi può” de tempos e tempórios chentza Guvernu.
E cun totu chi s’istória torrat cumenciare cun donniunu de noso dónnia santa die, ca donniunu tenet libbertade e responsabbilidade de su chi faet e fintzes de su chi no faet, paret chi no isperaus si no in sa ‘politica’ de s’innoromala.
Professore ha ragione.
Ma se a due anni dalle elezioni bisogna ancora “capire” chi candidare alla presidenza, da elettore di centro sinistra rimango seriamente preoccupato…
Guardare in faccia la realtà mi sembra il primo doveroso passo di ogni cittadino per una svolta proficua verso il futuro. Inutile raccontarsi frottole su ciò che non siamo. Quale spararsi? Bisogna prendere coscienza di ciò che abbiamo e cosa ancora dobbiamo acquisire per camminare con le nostre gambe. Lavorare duramente per crescere mi sembra la chiave giusta della svolta.
G., dopo queste tue parole di speranza, spariamoci!
Quale candidato autorevole, onesto, con visione a lungo termine e forte contro il fuoco amico?
Poi servirebbe un elettorato maturo, critico e responsabile, che non ascolti il gorgoglio della propria pancia sempre più vuota, che non si faccia illudere dalla promessa di virtuali piatti di lenticchie serviti da formidabili personaggi da comizio ma penosi in quanto a responsabilità e governo.
Tutti ingredienti rari che richiederanno un duro lavoro per convincere uomini e donne di una Sardegna sempre più povera di giovani e sempre meno rivolta al futuro.