E dunque accade che il segretario dell’Associazione Nazionale Magistrati, che è semplicemente un sindacato, dichiari che i probiviri dell’associazione, dopo la lettura del libro-intervista di Palamara intitolato “Il sistema” – che nessuno riesce o prova a smentire – abbiano deciso di acquisire le 60.000 pagine di chat del telefono di Palamara “disponibili” (questo il termine utilizzato dal segretario ANM, presso la Procura di Perugia.
Quelle pagine, utilissime per capire il potere e l’abuso di potere in Italia, sarebbero disponibili per l’ANM ma non per noi, per la stampa e soprattutto per il Parlamento.
No.
Dei magistrati, delle loro autopromozioni (in italiano slang “accozzi”), delle loro fazioni (in italiano corrente significa “occupazione delle istituzioni da parte di partiti professionali”) possono occuparsi solo i magistrati, e che diamine! Noi non possiamo conoscere i nomi dei parlamentari che con Palamara discutevano di potere, di Procure, di trasferimenti ecc. Noi non possiamo conoscere la lotta tra magistrati, le idee pregiudiziali, politiche, e non il nmerito, che sovrintendevano alle carriere. No, noi no.
Noi non possiamo conoscere la parentopoli della magistratura, cioè quanti mariti, mogli, fidanzati e fidanzate, compagni e compagne, lavorino “casualmente” nello stesso ambiente di lavoro. No, noi non possiamo.
Non solo: noi non possiamo neanche andare a vedere quanti membri della POlizia Giudiziaria sono stati mai denunciati e puniti per errori, dolosi e colposi, commessi durante le indagini. Lo ha fatto per tutti noi l’avvocato Rovelli del Foro di Cagliari: solo 14 procedimenti negli ultimi dieci anni, un errore all’anno. Ridicolo.
Ridicolo in una regione dove è capitato di leggere intercettazioni riassunte a salti per far tornare i conti, dove scompaiono testimoni di cui altri testimoni, in Aula, dicono di possedere il numero di telefono e di averlo sentito il giorno prima, dove ci sono testimoni ridicoli che dicono di possedere chissà quali titoli e una verifica banale svela che sono tutte balle, dove ci sono manager che dicono balle spaziali smentite da atti ufficiali e nessuno batte ciglio, dove ci sono verbali di interrogatori nei quali gli interroganti si smentiscono a distanza di pochi mesi. Tutto è possibile a chi fa parte della casta degli intoccabili, di quelli che possono odiare pregiudizialmente e colpire per esproprio di potere.
Volevo infine dire all’assessore al Turismo Chessa che nei prossimi giorni racconterò di come il suo assessorato sta cercando un nuovo direttore di servizio. Lo farò per amore della decenza, non per denunciare alcunché, giacché non serve a nulla, ma per il gusto di dire le cose come stanno. E va bene Tursport, con l’ “Oddio mi hanno fregato” di Solinas che chiude tutto; e va bene l’innumerevole serie degli affidamenti a 39.999,99 euro; ma adesso siamo alla fondazione del diritto rispetto alle selezioni deserte che deserte non sono. Siamo all’apoteosi della creatività giuridica che merita un approfondimento comico, e che diamine!
… ma no at a èssere chi s’ideale de totu custa zente est su manincómiu como chi sos manincómios sunt serrados? (che a sos casinos) Totu a burdellu. Bordello. Bordellanti (burdelleris est cosa “grezza”).
Che tristezza, non ne verremo mai fuori….