Come riconoscere una fregatura?
Non è semplice. Tutti ne siamo stati vittime.
Però, un conto sono le fregature che mettono in campo gli imbroglioni, dalle quali ci si può difendere a partire, per esempio, dal sito della Guardia di Finanza che fornisce anche la modulistica per gli esposti/denunce (sto facendo esperienza in questi giorni); altro sono le fregature politiche, per quelle ci vuole naso per capirle quando sono in costruzione e non subirle quando ormai divengono ineluttabili.
Ho un parente che lavora al porto di Genova e l’altro ieri mi ha mandato questo link con la dicitura: «Vi stiamo conquistando».
Si tratta, come si può leggere, di una pagina del Secolo XIX, giornale di proprietà della famiglia Aponte, leader indiscusso nel trasporto merci mondiale con sede legale a Ginevra (per intenderci, è il socio che ha salvato Onorato).
Bisogna sempre domandarsi dove una notizia esce per capire la ragione per cui esce.
Diciamo, dunque, che la notizia esce dal mondo degli operatori del mare. Rimaniamo sul generico e non sbagliamo.
Se poi leggiamo con attenzione, la notizia non è tale, è un’indiscrezione spacciata per notizia, in sostanza è un pressante auspicio.
Viene candidata all’Autorità portuale della Sardegna la dott.ssa Federica Montaresi, attuale commissaria dei porti di Massa e di La Spezia.
Perché viene candidata a guidare i porti sardi?
Perché, dice l’articolo, è stata bocciata per guidare i porti di cui è commissaria, essendole stato preferito il dott. Bruno Pisano. Ma leggiamo bene questo passaggio dell’articolo: “È stata numero due dell’Authority sotto la guida di Mario Sommariva (oggi al vertice del gruppo Spinelli) e avrebbe voluto continuare quell’esperienza, ma le è stato preferito Bruno Pisano, manager radicato nel territorio ed espressione della community portuale“.
Cominciamo con l’annotarci che per La Spezia e Carrara la community del porto e il radicamento territoriale contano, mentre per la Sardegna possono tranquillamente essere ininfluenti. Per il giornale che sa tutto del mondo degli armatori, la Sardegna è deserta, non ha community, è un sistema di porti che attende il suo messia dall’esterno perché incapace di esprimerne di propri.
È così? No che non è così, ma per evitare che qualcuno si posizioni in zona retrotergale con subdole intenzioni infilzanti, occorre farsi alcune domande prima che l’intento gomorriano si realizzi, perché una volta realizzato è controproducente agitarsi.
Chi sono i principali concessionari del porto di Carrara? Li troviamo qui: tra questi vi è il gruppo Grendi, notissimo in Sardegna, anche per le controversie giudiziarie sulla destinazione delle aree portuali a Cagliari. Si tratta di un colosso della logistica che, guarda a caso, ha un accordo col gruppo MSC (Aponte) per l’uso delle banchine commerciali . Quindi, per cominciare a unire i puntini, il giornale del gruppo Aponte dà una notizia/candidatura sul destino del commissario del porto di Carrara dove uno dei principali operatori è il Gruppo Grendi, partner del gruppo Aponte, nonché concessionario delle banchine commerciali del porto di Cagliari.
Ma il bello è che Il Secolo XIX non si limita a candidare a Cagliari la dott.ssa Montaresi, ma a partire dal Gruppo Grendi sembra scriverle, in faccia ai sardi che come è noto non esistono, un pezzo di programma: «L’isola offre vantaggi e sfide: il traffico passeggeri è quello maggiormente sviluppato. Meglio: sono i traghetti ad essere il veicolo principale di arrivo di turisti nella stagione estiva, e sono proprio quelle rotte a garantire la continuità territoriale con l’Italia. Altro capitolo interessante: le crociere. Sarà uno dei temi su cui Montaresi potrebbe decidere di puntare. Il cargo invece soffre: l’idea di un porto di transhispment a Cagliari è sostanzialmente tramontata da tempo, ma può affidarsi a Grendi per gli investimenti sul settore merci».
Ecco qua: non basta una candidatura fatta dal giornale del più forte degli armatori italiani, ma abbiamo anche il programma con specifica valorizzazione di uno dei concessionari del porto di Cagliari, il gruppo Grendi.
A Genova l’intreccio tra politica e concessionari ha prodotto un terremoto, in Sardegna sembra volersi che sia invece il motore di una nuova stagione, con podestà imposto e ingoiato.
E la Regione?
La Regione che dice dinanzi a tutto questo?
La Regione sembra a bint’ungias. Pronta!
Egregio Augusto, io di torbido non vedo nulla in ciò che ho scritto. Vedo un giornale, di Aponte, che candida una persona a guidare i porti della Sardegna e che suggerisce anche un pezzo del programma della candidata calibrato sul gruppo Grendi, che è concessionario del porto di Cagliari. Punto. Nessuna torbidità.
Non tocchiamo Aponte. Fattura 80 miliardi di dollari. Sta a Ginevra ma ha credo 500 agenzie nel mondo. È avversario di Spinelli (vedi la storia di Toti. Lui vuole fare di Genova l’Hub di ingresso delle merci in Europa evitando rotterdam. La Signora su citata non credo che abbia il minimo peso sul suo business esattamente come non ha grande rilievo il gruppo Grendi. MSC ha investito a Gioia Tauro perché Cagliari non è stato capace di offrire una valida opportunità. Guardiamo alle nostre incapacità invece di pensare che ci sia sempre qualcosa di torbido
Questo articolo non mi piace perché mi mette il malumore. Le fregature alla mia persona riesco a sopportarle nelle loro conseguenze mentre in quelle Collettive , così sedimentare nello storico nonché incommensurabili, ammetto la più totale impotenza.
Per i Gruppi di interesse (come quelli Svizzeri) la materia prima (quella di base) non sono i soldi(mezzo) ma Pensiero e conoscenza ; tantissima su Storia passata, recente e, ciliegina sulla torta Visione al futuro).
Questo per dire che Pensiero e conoscenza non sono poi quella bella cosa che viene decantata nei salotti della Cultura; no. Non sono così neutrali e densi di delizia. Spesso ..e anche troppo , sono vettori di cambiamento.
I Pisani in passato avevano il monopolio del sale e se volevi conservare il cibo dovevi bussare alla loro porta.
Acquisire il monopolio delle porte di casa significa disporre della “Argenteria della casa”.
Come con i Pisani , eterno ritorno dell’identico.
bisogna vedere se in Regione sanno di questo progetto e se si perchè nessuno ne parla ??
Egregio, ben comprendo i Suoi timori così pittorescamente espressi. Premesso che chi scrive non ha alcuna competenza sul tema, la domanda è: in un mondo dove il più grosso fagocita il più piccolo (lo abbiamo visto anche in campo bancario e non solo) pena sbarellare fuori dal mercato, esiste una nostra strategia sulla gestione dei porti sardi? E, se esiste, qual’è? Eravamo partiti con il porto canale di Cagliari che avrebbe dovuto essere la portaerei del Mediterraneo e abbiamo visto come è finita dopo 30 anni di gestione autoctona (e pacchi di mld a profusione). Siamo così sicuri che chi arriva da fuori debba sempre essere considerato un flagello (Aga Khan docet)?. Saluti.
E quando mai Mylady non troverà un PentaTrombato da nominare?