di Paolo Maninchedda
Non è un segreto che la stampa è in crisi di moralità. Ma ciò che è accaduto in questi giorni supera ogni immaginazione.
Primo esempio: arriva il corrispondente della Stampa di Torino, Giuseppe Salvaggiuolo, e scrive che “Pd e PDl sarebbero allarmati per il sondaggio sulla fiducia popolare (?????) che la proietta in testa alle prossime elezioni regionali”. Quale sondaggio? Sembra di capire quello dell’Unione. Ma il sondaggio dell’Unione non dice che la Murgia è in testa, ma anzi che sta perdendo ed è dietro agli altri competitori, Cappellacci e Pigliaru. Ovviamente lo scrive la Stampa e lo riprendono tutti i magazine e così si ottiene che una balla diventa, perché ripetuta, un’evidente verità. Che il punto di vista di Salvaggiuolo sia viziato da partigianeria ostentata è confermato dal ritratto di Pigliaru, definito ‘freddo’, mentre la Murgia inaugura la sede chiedendo se c’era ancora della birra. Tutto questo per cosa? Per rispetto della verità o per consorterie giornalistico-letterarie? La seconda; c’è una consorteria di amichetti allocati nei giornali e nelle case editrici che manipolano la realtà per impadronirsi della Sardegna.
Secondo esempio: Marco Mostallino ha svelato tutti gli imbrogli dei comunicati stampa di Cappellacci che tendevano ad accreditare l’affermarsi di una nuova immagine della Sardegna nei giornali e nelle riviste internazionali. È andato a controllarli, li ha verificati, e ha scoperto che Cappellacci spaccia per interesse dei media ciò che , in realtà e nel New York Times, è banalmente un annuncio immobiliare per una villa a Santa Teresa.
Terzo esempio: Per la seconda volta La Nuova Sardegna di Ozieri titola che Gigi Sarobba, candidato del Partito dei Sardi, sarebbe invece candidato dell’Upc. Adesso la denunciamo per danni, perché una volta è un errore, la seconda c’è dolo.
Questa è la stampa: una grande strumento al servizio di disegni di manipolazione anche volgari.