Conti salati L’Unione Sarda dedica alla notizia un piccolo box, ma la sua portata va ben oltre: l’assessora al Personale, attualmente all’Agricoltura, leghista, è stata condannata dalla Corte dei Conti a restituire 220.000 euro alla Regione Sardegna per la nomina del suo Direttore generale, ritenuta illegittima dai giudici contabili.
Questa è la seconda risposta della magistratura italiana al metodo della prima Giunta Solinas, quella che affermò il primato della politica anche sulle procedure di legge e nominò dirigenti persone che difettavano dei requisiti per esserlo.
Ho un giudizio severo della Corte dei Conti, i cui costi parassitari sono sulle spalle del bilancio regionale e non si capisce perché.
Ho un giudizio severo delle iniziative di condanna della Corte verso alcuni consiglieri regionali, coinvolti nell’indagine e nei procedimenti più contraddittori della storia della giustizia in Sardegna, quelle sui fondi dei gruppi consiliari, condannati alcuni sì, e altri no, a pagare danni di immagine, dopo che stesse azioni sono state giudicate un giorno colpose e un altro dolose da diversi tribunali. Sto cercando di curare un’edizione sinottica delle sentenze, ma non trovo chi sappia muoversi nelle cancellerie dei tribunali e mi procuri tutte le sentenze e gli atti dibattimentali. Non c’è coraggio nei palazzi di Giustizia e un Pm o un giudice fanno tremare i polsi anche ai più coraggiosi. Io mi ricordo, invece, che si siedono in bagno anche loro e che anche loro si sfanno, al termine della vita, come tutti noi e che, come noi, saranno costretti dalle circostanze a guardarsi in faccia, non protetti dall’alibi del potere. Io mi alleno all’esercizio gesuitico di ridirmi in faccia tutti i giorni e tutte le notti quali siano i miei difetti, quei maledetti vizi dell’anima che mi tormentano dalla nascita; loro no, loro vivono come diceva Montale, se ne vanno sicuri, agli altri e a se stessi amici, tenuti in piedi dal potere e non dalla coscienza, per cui alla fine, quando la morte si presenterà con lo specchio, si scopriranno diversi da come si sono raccontati per tutta la vita. E lì scopriranno davvero cos’è il processo.
Pur con questo giudizio storico ed escatologico, che è orgogliosamente un pregiudizio verso chi sceglie come mestiere la cosa più impossibile che ci sia, il giudizio sugli altri, e lo svolge senza l’adeguato distacco da sé (peggio di loro sono solo gli avvocati lecchini, quelli che parlano col magistrato anziché difendere il cliente), mi trovo a riconoscere che la pena inflitta all’assessore leghista può avere un certo effetto positivo sui piccoli uomini che sempre più spesso vengono eletti in consiglio regionale o fanno gli assessori e pensano di poter agire, in nome del mandato elettorale, a dispetto delle leggi. Sono sempre stato convinto che, mentre l’italiano medio ritiene che la carcerazione sia lo strumento correttivo del delitto, sia invece la sanzione finanziaria la misura più temuta e dunque la più efficace per rendere sconveniente il delitto. Un proprietario terriero di Bosa, e i bosani ricchi o potenzialmente tali sono gli unici ormai rimasti con il senso feudale della proprietà, cioè capaci di possedere beni con quell’indolenza aristocratico-nullafacente che possa ricordare i pronipoti incolti del Gattopardo, mi disse un giorno che per lui qualche settimana nelle patrie galere non era poi una pena infamante, mentre affermava con convinzione che trovava una multa del fisco assimilabile un’offesa insanabile.
Schlein Chi, cresciuto nelle strade della Sardegna pre-digitale, non ha conosciuto il prepotente che, affrontato da un bambino con un po’ di coraggio, procedeva a rimediare alla sua paura e confermare il suo piccolo potere terroristico chiamando l’amico, il fratello, il cugino più forte? Piacesse o non piacesse, l’intervento del più forte risolveva temporaneamente la questione.
Ieri è stata la giornata dei più forti inutili.
Comandini, chef di ineguagliabile bravura in pasticci e frittate, ha chiamato la Schlein.
La Schlein ha fatto più selfie che politica (bisogna dirlo, però, selfie non richiesti da lei, piuttosto dai sardi che hanno bisogno di rappresentarsi come prossimi alla pantofola del re) limitandosi a fare un appello a Soru e Zedda. Capirai!
Nell’ultimo sondaggio (di Destra, perché gli amici di Sinistra non mi chiamano più) che ho potuto leggere, la coalizione Pd-5Stelle è al 17%, con Soru che li distacca di molto e compete sia con Truzzu che con Solinas, e con il Pd a una cifra. La Schlein sarebbe dovuta partire dalla certezza di questo disastro, spostare il pasticcere-pasticcione, non fare proclami, parlare con le persone e cercare una soluzione, magari facendo le primarie o qualcosa di simile, ma di serio.
Invece no.
L’Addetto stampa della Schlein ha riunito i giornalisti isolani presenti alla fiera e, poco prima dell’arrivo della Segretaria, ha raccomandato di fare solo domande di politica nazionale. I giornalisti presenti lo hanno mandato affanculo con sillabazione, ma l’episodio la dice lunga sullo spirito con cui la Schlein è venuta in Sardegna: visita apostolica senza compromissione eccessiva nei casini locali, generati dall’accordo tra lei e Conte. Questo fanno i re: affidano gli errori ai baroni, così da non essere giudicabili per le sconfitte.
Solinas Ieri, Solinas, ha mostrato invece il suo lato meno noto e più efficace: l’intelligence.
Bisogna fare una piccola premessa. In Trentino, il neopresidente della Provincia ha deciso di dare un calcio sui denti a Fratelli d’Italia e, violando gli accordi precedentemente stipulati, non ha nominato vicepresidente una persona della corrente di Lollobrigida.
Il Ministro dell’Agricoltura non è un uomo raffinato, posato, raziocinante, e dunque ha ordinato subito ai camerati la rappresaglia. La segretaria di Fratelli d’Italia ha emesso la fatwa contro Solinas, dicendo di voler candidare Truzzu, ma in realtà con la riserva di candidare Francesco Mura.
Cosa ha fatto Kim? Da bravo abate di campagna è andato a Roma per capire se si trattava di roba papale, cardinalizia, episcopale o di troddio baronale.
E ha accertato il troddio. Tutta farina del sacco di Lollobrigida. Fratelli d’Italia non è nelle condizioni di sfiduciare Solinas, non ha nessuno dietro nella sua rivendicazione della Sardegna, è divisa al suo interno, non ha la certezza della coalizione.
Forte di questa inquisizione, Kim è tornato a casa e si è presentato al vertice, con grande stupore di tutti e ha verificato l’esistenza in vita della sua maggioranza, che nessuno ha messo in discussione. Dopo di che ha fatto dare aria ai denti. Kim ieri ha vinto e ha tolto ossigeno a quelli che stanno nel mondo di mezzo tra le diverse coalizioni in campo. Di fatto ha suonato la campanella: o con me o contro di me, ma con chiarezza, e contro di lui vuol dire da subito da altre parti. Fine delle pantomime.
Marius: teoria interessante, tutto può essere, dici troppo stereotipo radical chic che non parla di lavoro, però mi sembra che ne parli, le critiche ci stanno però, Hai parlato anche di Vendola, Renzi invece cih l’aveva mandato? “sinistroide” è perchè vorresti una più vera sinistra?
Chiarissimo e sintetico Alessandro.
Vi è da disperarsi. I problemi concreti sono qui. Davanti a noi.
Invidia, malcostume, chiacchiera che ostacola e annienta chi potrebbe agire bene ma così farebbe ombra a chi vuole vincere vincere ..
senza saper che fare.
Non è Sardegna è Italia .
L’anafalbetismo affettivo ci impedisce di essere comunità? Altrimenti perché si ride di chi è un perdente, perché è sperduto e ancora si scandalizza dei modi del mondo? Ognivolta che voltiamo le spalle e ridiamo dei ‘perdenti’ stiamo impedendo ad un modo alternativo, migliore, meno ansiogeno di vivere. A volte, con finta bontà e saggezza, è il modo che si consiglia a chi subisce cattive azioni.
Professore,
mai mi sono occupato di “politica” di quella politica formentata da fanfaroni e smargiassi qual sono.
Da sempre prevaricatori della nostra Libertà, falsi “patrioti” che tanto in loro abbiano creduto e sperato.
Così non è stato.
Politici per loro laidi tornaconti.
A tanto non più dobbiamo sottostare.
Leggo quanto viene riportato su “Sardegna e Libertà”,
Tanti commenti da osteria.
Ahinoi, nessuna chiamata alle armi.
Tralascio le divergenze tra Casati di diversa appartenenza.
Nel leggere, quel che mi sorprende è Camilla.
(Camilla :adetta a Sacre cerimonie)
Sì certo tanto amore ha ricevuto dal suo procreatore ; quale protezione e amore, cibo inestinguibile di riconoscenza nel suo Divenire.
Oggi, tanto è dimèntica della sua natalità, dei Doni ricevuti, tanto si accalora contro il genitore.
Tutto baratta nella sua ingenuità, qual mosca cocchiera di una “imposizione” che non conosce e ancor più nulla comprende.
Qual novella Denaide, donna perdente al contempo simbolo di Libertà
Quanta tristezza.
A tanto è decaduta la nostra amata Sardegna?
Da nostalgico qual sono rammento lontane Vigilie di Natale ad attaccare manifesti in luoghi proibiti, confidando, dato il momento natalizio in luoghi sguarniti di guardie, guardie al momento assenti o prese ad assaporare il panettone natalizio.
Di tanto ci siamo presi giuoco di loro. Delle loro ciberne, delle loro bandoliere.Ancor più del loro rappresentare.
Tanto nostro “ardire” nulla ha cambiato.
Rammento i miei cari Camerati, chi morti in carcere, chi morti in scontri di piazza, altri hanno rinunciato agli studi, altri a farsi una famiglia per amore della Rivoluzione.
Quanta illusione! Perso o vinto?
Quel che conta aver partecipato .
Tanto abbiamo Combattuto nell’attesa di un Alba ancor non sorta. Sempre saremo guardiani di antichi Falò nell’attesa che il Sole torni a splendere in Occidente.
Tra i tanti “rivoluzionari” che ho conosciuto, che mai si sono distinti, o meglio, mai hanno partecipato a scontri di piazza, oggi, sazi e obnubilati del loro tradimento, proni, devotamente siedono nel sinedrio dell’ingiustizia sociale qual è il Parlamento.
Professore,
è da poco che La conosco, tramite Sardegna e Libertà, leggo i Suoi accorati appelli ad una Sardegna unita ed indipendente.
Al Suo scrivere altre volte ha osato volare alto. Ma, sempre ha trovato un giudice che gli ha impedito di spiccare il volo.
Che altro fare?
Chiami a raccolta, io sarò dei Suoi, di nulla necessito, troverò chi mi darà alloggio, ho denari sufficienti per il vitto.
Diversamente metta la mente in pace.Già la grande Grazia Deledda raccontava del sussurrare del vento tra le canne.
Non sono le canne che parlano, è il vento muto e insistevole che tanto insegna. Tutto passa.
Professore, sempre abbia a cuore la Sua Boudicca. Tanto conta.
Grazie.
@ SSE Il tuo anonimato, patetico per l’insita vigliaccheria, non nasconde completamente la tua identità, che evito di svelare. No, non accetto la tua critica. Il Partito dei Sardi è stato decisivo nelle elezioni del 2014 e aveva diritto di essere rappresentato in Giunta e non vedo perché avrei dovuto sottrarmi a quella responsabilità, sempre che la tua invidia conceda che avessi il curriculum e le capacità di assolvere il compito. L’indipendentismo di governo, odiato dal resto degli indipendentisti di allora, ha ottenuto diversi risultati: 1) ha trasferito alle altre forze politiche la convinzione che la questione sarda non è una questione di ritardo economico ma di poteri negati; 2) ha cambiato la politica energetica della Regione, iscrivendo l’idroelettrico negli obiettivi di sistema della Sardegna; 3) ha varato l’Agenzia delle Entrate sarde; 4) ha varato la prima politica di sistema di protezione dal rischio idrogeologico; 5) ha indotto la Giunta a cambiare strategia nella vertenza entrate e a chiuderla con grande vantaggio. Che io abbia umiliato e ignorato la base me lo può dire solo un nostro militante e tu non lo sei, perché un militante non potrebbe dirlo. Tu sei solo un invidioso incattivito dai propri fallimenti. Me ne dispiaccio, Spero che tu possa fare pace con te stesso.
La colpa è sempre degli altri. Hai scritto che “il PdS è stato disfatto da una magistratura che Dio ne liberi”: a molti tra quelli che parteciparono fattivamente alla vittoriosa competizione 2014 sembra che la fine del PdS fosse già stata programmata da voi, tu e Sedda, ormai seduti sulla poltrona assessoriale e di gabinetto, e che voi stessi abbiate sistematicamente ignorato e umiliato la base, i portatori d’acqua e quanti avevano creduto nel progetto. È colpa vostra se l’indipendentismo, quello serio e con argomentazioni, ha subito un grave danno difficile da riparare. Fatti un esame di coscienza, oggettivo e obiettivo. E una volta tanto prenditela con te.
Il PD crolla semplicemente perchè non esprime un’idea di societá
Ha ragione da vendere il presidente De Luca sul PD. Presuntuosi e inconcludenti. In più senza un leader che abbia un briciolo di carisma. Lei è stata eletta segretario con le consultazioni del partito, ora le consultazioni per le regionali non vanno più bene. L’arroganza di pensare di essere nel giusto a prescindere denota pure poca intelligenza oltre che scarsa visione politica. Non conosce nulla della Sardegna, e lei parla di sanità. Il PD non vuole l’unità ma vuole che si uniscano gli altri a lei. È venuta qui per dovere e non per portare idee o linee da seguire.
Solinas invece a mio avviso ha fatto un’enorme figura di bip…. Prima non avrebbe partecipato all’incontro perché spettava a lui convocarlo in quanto capo della coalizione, poi torna a cuccia per convenienza. È lo specchio della sua legislatura.. incoerente inconcludente ed opportunista.
@ Antonello Ne abbiamo parlato diverse volte e sai come la penso. Io mi sento un senza partito, perché il partito che vorrei, e che ho provato a fare e che è stato disfatto da una magistratura che Dio ne liberi, è un partito laico, azionista, libertario, socialista e federalista, il quale dovrebbe rappresentare il diritto-dovere della Sardegna di governarsi e partecipare all’Europa. Il Psd’az non è questo, si è riempito di sbrigafaccende e di faccendieri senza molti scrupoli, fin nei ruoli apicali. La Destra italiana è intimamente clanistica e autoritaria. Io non posso starci. Soru oggi è l’elemento politico posizionato in modo più eversivo nel sistema politico sardo (anche per clamorosi errori dei suoi avversari) e sta adeguando la sua proposta politica alla posizione che si è guadagnato. A me interessa lasciare la Sardegna con meno parassiti impegnati a governarla per sostenere se stessi, di conseguenza mi interessa Soru perché le circostanze lo hanno mesos nelle condizioni di rappresentate il cambiamento non governato dalla burocrazia partitico-baronale del Pd.
Caro Paolo, ti ricordi cosa capito’ nel 2009 : Soru perse, Veltroni sì dimise e Cappellacci vinse.
Alle provinciali in Gallura vincemmo portando il partito dal 3 al 6,8 per cento.
Eravamo nel psdaz.
Che dire di “Sinistrelly” (copyright Dagospia) Schlein? Lei è stata catapultata lì da voti di incerta origine, c’è chi dice grillini, ma secondo me piuttosto meloniani e di destra abilmente camuffati, con una missione coerente col suo settarismo gruppettaro: distruggere il PD dall’interno. E lo sta facendo efficacemente: chi meglio di una la cui cifra politica è essere stata la vice-sotto-luogotenente di una perniciosa nullità politica come Giuseppe Civati e che sarebbe caduta in un meritato oblio, se non fosse stata strumentalmente portata ai cieli da certa stampa tendenziosa, in primis l’Espresso di Damilano?
Funziona un po’ come ai tempi delle primarie del centrosinistra del 2012, quando noti personaggi di destra si precipitavano a votare Nichi Vendola, sapendo che era l’elemento più debole come leader in quanto più estremista di tutti, e che avrebbe mandato la coalizione a dare una brutale capocciata contro Berlusconi, che se avesse avuto il pio Nichi come competitor, oggi, se il Signore l’avesse mantenuto in vita, sarebbe stato presidente della Repubblica.
Tutto il resto è noia. Soprattutto la parte avvilente che sta giocando la figlia di Soru. Questa unilaterale disputa familiare in pubblico ha decisamente stufato. I sinistroidi del “camposanto largo” vogliono farci credere che le sue sortite vanno a detrimento del padre, ma mi sembra che vadano piuttosto a detrimento di sé medesima e della compagnia di giro per cui si batte con un vigore talmente eccessivo da far sospettare che nelle velenose anticipazioni di “Casteddu On Line” riguardo alla designazione degli assessori della Todde vi fosse del vero. L’abbiamo capito che dissente dal padre, adesso osservi un dignitoso silenzio.