Commuove, diverte e fa pensare Philomena di Stephen Frears. I flashback ci riportano all’Irlanda del 1952, Philomena resta incinta adolescente, il figlio del peccato nasce nel convento di Roscrea, dopo qualche anno le verrà sottratto dalle suore e venduto ad una famiglia americana. Anno 2002 Philomena è una donna grande, ma non ha rinunciato all’idea di trovare il figlio. Verrà aiutata da un giornalista, Martin Sixsmith che ha fatto parte dell’ufficio stampa del ministero dei trasporti nel governo Blair. Silurato per il suo coinvolgimento nello scandalo dell’insabbiamento di notizie sugli eventi dell’ 11 settembre, Sixmith accetta di occuparsi della vicenda, all’inizio lo fa controvoglia, poi però si appassiona alla storia. Non mancano i momenti divertenti e di scontro tra i due, Philomena nonostante tutto quello che ha subito dalle suore non ha perso la fede, Martin è un fervente anticattolico. Andranno insieme negli stati Uniti, alla ricerca del figlio e faranno delle amare scoperte. Film incredibilmente ignorato a Venezia, vinse solo il premio per la sceneggiatura, avrebbe meritato molto di più, si avvale di una magnifica interpretazione di Judi Dench, non lascia indifferenti e ha il merito di porci molte domande sul significato della fede e sulla potenza del perdono.
Regia Stephe Frears, con Judi Dench, Steve Coogan, Sopfie Kennedy Clarck.
MC