In Sardegna sono pochissime le persone che possono rispondere ai requisiti (alti) richiesti per poter essere proposti come Amministratori unici di Abbanoa. Se avessimo limitato la selezione a soli sardi (oltre ad incorrere in evidenti violazioni di legge), avremmo avviato una cosa forse a due o tre, ma non è certo che non si sarebbe trasformata in una corsa solitaria. Stiamo cercando un manager di public utilities che abbia certificate competenze con numeri paragonabili a quelli rilevanti di Abbanoa, che sappia governare contemporaneamente processi di investimento in infrastrutture pubbliche, processi di ristrutturazione finanziaria particolarmente impegnativi e garantire una governance democratica nel rapporto con i Comuni.
Era possibile far svolgere la selezione da una commissione interna alla Regione Sarda? In teoria sì, certamente, ma di mestiere i direttori generali non fanno i cacciatori di teste, cioè non svolgono la funzione di selezionare manager. Avremmo dovuto affidare ai nostri direttori generali un compito a loro estraneo? Credo di no.
Inoltre, o i manager si cercano nelle forme con cui vengono cercati in tutto il mondo o è molto probabile che non si trovino manager ma figure di bordo del parastato le cui efficienze e inefficienze sono note a tutti. Quindi, se si vuole intercettare l’offerta, bisogna collocare la domanda nelle forme e nei modi in cui la domanda e l’offerta si incontrano in tutto il mondo per questo genere di profili.
Essere sardi e indipendentisti significa tenere saldamente nelle proprie mani il governo delle scelte strategiche, non essere autarchici.
Comments on “Perché una selezione con una società esterna per la proposta dell’Amministratore Unico di Abbanoa?”
Comments are closed.
@ Giuseppe e Marco Cocco
nessun problema a metterci in contatto
sono su FB
Salvatore Cantone
Per Salcan e per Marco,
se condividiamo la passione potremo pure incontrarci.
Anche io ho mezzo secolo di attività nel Servizio Idrico e sono stato allevato da maestri buoni, rigorosi ed onesti, tipo quelli che mi è parso vorrebbe in se il Partito dei Sardi e Franciscu in particolare.
Quando nacque il primo Ente regionale che doveva occuparsi di Servizio Idrico in Sardegna, era stato previsto un organigramma di vertice molto semplice: un Commissario, un Direttore amministrativo ed un Direttore tecnico, e tutto funzionava benissimo. A mio modesto parere, i Manager determinanti per il buon funzionamento di Abbanoa sono gli ultimi due.
Credo che uno hardworking bravo e creativo, ma bisognoso di appoggio tecnico, ci sia già; il secondo dev’essere cercato con attenzione, forse nello stesso ambito interno di Abbanoa, oppure fra diversi bravissimi ed esperti dirigenti dell’ex EAF.
Per il ruolo di Commissario potrebbe bastare un Sindaco con buona esperienza di Amministratore e capacità di sintesi, che si sia già scontrato con i problemi gestionali e di bilancio, prima che i Comuni cedessero la gestione ad Abbanoa.
In merito al dissesto finanziario di Abbanoa, è chiarissimo che se si devono immettere in rete quattro volte i volumi di liquido che si vendono e si deve correre dietro quotidianamente a tantissimi interventi costosi per tappare i buchi delle tubazioni che si formano senza sosta, risulta molto arduo far quadrare costi e benefici, anche aumentando a dismisura le tariffe.
Relativamente al controllo della qualità delle acque in distribuzione che stanno originando i tubi colabrodo e danni incalcolabili anche nelle civili abitazioni, mi pare già tutto ben codificato. In base all’Art.12, Par. d,f, del DLgs 31/2001 la Regione deve organizzare il rispetto dell’Allegato I, ma integralmente, cioè nelle sue tre parti: A,B e C. Per questo nell’allegato alla DGR n°47/59 del 22/12/203 sono stati chiariti bene i compiti del SIAN, di ARPAS e ASL ma, purtroppo, non è stato precisato che tali organismi di controllo avrebbero dovuto far rispettare anche la parte C del detto allegato I al DLs 31/2001.
Egregi Sig.i Salcan e Giuseppe, gradirei conoscervi.
Per Giuseppe: è sicuro di volere fare eseguire controlli da ARPAS e non da ASL?
Inoltre: non capisco perchè il CFVA non si occupi oggettivamente di tutela delle acque dolci.
Saluti.
Marco M. Cocco.
Per Marco,
anche il DPR 236/88 imponeva che le acque non dovevano essere aggressive. Conosco bene le diverse reti e l’Impianto di Villagrande l’ho avviato personalmente all’esercizio.
Se cerchi del Prof. Gerolamo Ippolito 1938 o aggressività acque, troverai le spiegazioni di dettaglio e l’importanza dell’indice in questione. Esso è l’unica arma che abbiamo per salvare le opere d’acquedotto cementizie e metalliche a contatto con l’acqua. Il costo per rispettarlo e trascurabile, rispetto ai benefici che origina, poiché basta dosare qualche grammo di calcio idrossido per ogni metro cubo d’acqua e non influenza assolutamente gli altri parametri di potabilità.
Ma, la legge è legge; e se è stata fatta, sulla base di tanti lavori sperimentali al riguardo, la regione Sardegna
aveva ed ha l’obbligo di farla rispettare, dando le direttive a chi è preposto al controllo.
BUONGIORNO
Appena letta la relativa delibera di giunta, mi sono venute alla mente alcune considerazioni, ed evidentemente non solo a me, tanto che la presente nota sembra scritta appositamente per rispondere ai miei dubbi, che tuttavia non vengono completamente fugati, per cui, forse perché ho lavorato per quaranta anni nel capo della gestione delle risorse idriche, non riesco ad esimermi dal dare anch’io un modesto contributo, augurandomi che possa essere utile in qualche modo.
Recita la Delibera che dovrà essere proposta “una figura manageriale di alto profilo professionale con provata esperienza nella gestione di aziende di analoghe dimensioni e complessità, selezionata facendo ricorso ad operatori specializzati nel settore del reclutamento del personale a livello nazionale”.
Mi auguro che l’Assessore possa avere ed avrà nella scelta del manager: di lui mi fido, dei cacciatori di teste NO.
Infatti, se non ricordo male, analoga procedura venne seguita per individuare il manager dimissionario, e la scelta diede adito a suo tempo a numerose polemiche che coinvolsero, guarda un po’, l’attuale assessore Cristiano Erriu e l’attuale presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau.
Per chi volesse rinfrescarsi la memoria, suggerisco il seguente link http://www.comunecagliarinews.it/rassegnastampa.php?pagina=22475
Queste sono le mie perplessità:
chi darà alla società incaricata i criteri per eseguire una corretta ricerca ed una giusta selezione?
come e da chi saranno scelti e stabiliti tali criteri?
Altra considerazione: nella delibera in parola si parla di “provata esperienza nella gestione di aziende di analoghe dimensioni e complessità”.
È proprio qui che mi viene il dubbio più forte: a mio modesto parere, importante è l’analogia per dimensioni e complessità, ma molto più importante è l’analogia per TIPOLOGIA di aziende.
Abbanoa è un’azienda che eroga un particolare tipo di servizio, un servizio indispensabile, essenziale, direi proprio VITALE, che non può essere paragonata ad altre aziende di similare dimensione e complessità, ma ad aziende che erogano un servizio analogo, oserei dire aziende come quelle sanitarie, che erogano un servizio non ad utenti o a clienti, ma a cittadini che hanno necessità di soddisfare un bisogno primario quale è l’acqua potabile.
Ultima ma non meno importante considerazione: l’oggetto del servizio è un bene molto prezioso, non solo per la sua natura, ma perché ha un costo complessivo molto importante, che deriva da costi importanti in ciascuna delle componenti, captazione, accumulo, trasporto, potabilizzazione, recapito, distribuzione, raccolta, depurazione, restituzione.
Perciò come bene prezioso deve essere trattato, alla stregua del gas e del petrolio, e non può essere erogato tollerando perdite consistenti che durano per mesi (il recente episodio alle porte di Sassari è emblematico): gli interventi devono essere repentini, immediati ed efficaci.
Ed ecco perché dico che il futuro manager dovrà avere “provata esperienza nella gestione di aziende di analoghe dimensioni e complessità e TIPOLOGIA”.
Giuseppe, a Villagrande Strisaili ed altri impianti (1997) si è provato a ricarbonatare per ridurre l’aggressività, ma si sono manifestati altri problemi di natura chimica e microbiologica (oltre al costo di approvvigionamento).
Inoltre (ritengo di parlare con persona esperta) ti dovrebbe essere noto che le reti sono a struttura disomogenea e non tutte in ghisa sferoidale, pertanto i rischi sono diversi.
Il problema principale in capo alle malconce ASL è controllare cloriti, manganese e microbiologia, non l’importante e pressante problema dell’aggressività in rete. Considera inoltre che anche il Dlgs 31/01 è una emerita porcheria (secondo me era strutturato meglio il DPR 236/88) e non tiene in debita considerazione la qualità degli approvvigionamenti superficiali sardi rispetto alle realtà italiane, in quanto il recepimento della normativa 98/83/CE lasciava la possibilità di applicare i distinguo locali, cosa che, come sempre in Italia, il legislatore non ha fatto, quasi identificando la qualità dell’acqua dei nostri bacini come quella dei bacini alpini (!). Alla faccia di microcistis, oscillatoria e microtossine…
Assessore ai Lavori Pubblici consulti subito l’Assessore alla Sanità e faccia in modo che le ASL controllino e facciano correggere immediatamente l’aggressività delle acque potabili in distribuzione negli acquedotti dell’Isola.
Sarebbe un primo SI importantissimo, in grado di originare notevoli economie per tutti.
Voglio sperare che la spunti un inglese o francese o tedesco o spagnolo o statunitense. Non un italiano.
Gestioni simili sono in capo a poche e ben note multinazionali e esperienze di questo tipo vengono coltivate in tutti i continenti che hanno problemi simili a quelli della Sardegna sotto il profilo logistico e qualitativo.
Ma, ora bisogna provare a chiedere a tutti i grandi esperti di Hydrocontrol che dovevano supportare la Regione Sardegna e che da essa sono stati sistemati in vari ruoli importanti, che cosa hanno fatto veramente per il governo delle acque in Sardegna, visto che tutti gli acquedotti ed opere ad essi connesse sono in distruzione.
Siamo un gruppo di amici, che dopo i discorsi di ieri, stanno verificando se quello che dice Franciscu è vero.
Cioè se nei gruppi di Sardegna e Libertà si vogliono uomini buoni, capaci, onesti e con le palle, oppure se trattasi di stare insieme a gente che chiacchiera e basta, senza assumersi le proprie responsabilità. Vogliamo il SI?
La Sardegna potrebbe diventare come l’Isola di Morel; perfettamente funzionante, autonoma e potentissima dal punto di vista socio economico, però ci vogliono quelli come dice Franciscu. Incominci a far vedere il SI l’Assessore ai Lavori Pubblici, facendo integrare rapidamente la DGR del 2003 indicata nel commento n° 2.
Così come è stato scelto un Sindaco per commissariare l’ex Ato, perché non sceglierne uno anche in qualità di Commissario di Abbanoa?
Qualcuno di mia conoscenza ha lunghe e provate esperienze di Amministratore, nonché giuste cognizioni del perché Abbanoa non può quadrare i bilanci, anche aumentando di molto le tariffe.
Intanto l’assessore ai Lavori Pubblici, di concerto con quello alla Sanità, senza alcun rischio, potrebbe disporre immediatamente l’integrazione della D.G.R 47/59 2003 chiedendo all’ARPAS di controllare rigorosamente e far rispettare tutti i parametri della Parte C dell’Allegato I del DLgs 31/2 febbr.2001, per rendere le acque potabili distribuite da acquedotto non aggressive.
In tal modo si arresterebbe la distruzione degli acquedotti in atto e si ridurrebbero le perdite idriche che già prima di Abbanoa, in molti Comuni, originavano, assieme alle spese continue, ingenti ed assurde per tappare buchi, gestioni fallimentari. Poi bisogna trovare tecnici capaci, per sanare i danni già fatti e ridurre i quantitativi di acque di dispersione.
Quindi non serve alcun Gran costoso Manager, peraltro da ricercare con una qualsiasi Società esterna, che potrebbe non conoscere i complessi e reconditi problemi gestionali irrisolti. Problemi questi, invece, già affrontati in passato sul campo da qualche Sindaco, onesto e creativo, che voleva bilanci del Servizio Idrico equilibrati.
L’augurio è che sia un mio conterraneo a spuntarla, vorrà dire che i requisiti ci sono. D’altronde la materia a dir poco delicata. Sbagliare la gestione non è più sostenibile, sarebbe un disastro. Una forzatura si presterebbe in teoria ad indagine….quasi scontata.
Come Sardo mi duole più la situazione dei nostri fratelli Ogliastrini, o comunque Sardi. Almeno da quello che trapela dall’informazione riguardo all’intermare di Arbatax per costruire le piattaforme. Che si debba attingere ai saldatori dell’est perchè non riusciamo a formarne in loco per questo settore. Mi chiedo quale spesa migliore, quella di investire un po di soldi per maturare tali professionalità. Fra l’altro costringe l’impresa a dover sostenere costi aggiuntivi di spese trasferta, per avere questo tipo di maestranza. Mi pare che trovare la soluzione non sia poi tanto difficile.