Ieri, il sottosegretario di Stato Vittorio Sgarbi ha ricevuto alcuni sindaci sardi e, a leggere i virgolettati pubblicati sui giornali, li avrebbe invitati all’insurrezione contro l’eolico.
Porto una certa ammirazione verso chi pratica un uso etico delle parole e un parallelo sospetto verso chi parla con molta leggerezza.
Resto convinto che l’intuizione di Vico che ha cambiato il corso della filosofia (verum et factum convertuntur = ogni sapere è storico, si conosce ciò che si fa) vada convertita ormai in verbum et verum convertuntur; senza voler scivolare nell’ermeneutica nichilista di Derrida che separava nettamente le parole dalle cose, resta vero che l’uomo conosce attraverso linguaggi, non esiste una verità senza segni che ne delineino il profilo. L’incipit del Vangelo di san Giovanni resta la sintesi più alta di cosa sia la verità.
Le parole contano.
Nei giochini di parole tra Sgarbi e i suoi Sindaci, tutto ruota intorno alla parola “insurrezione”.
Non è uno scherzo.
I Sardi hanno molte ragioni per insorgere, ma contro chi?.
La parola definisce il suo obiettivo a seconda dei contesti.
Io posso insorgere contro la Roma e contro Mourinho per il poker rifilato al Cagliari con una certa ostentata sufficienza, cioè quasi senza sportività.
Oppure posso insorgere contro chi ammazza le donne perché scoprono i capelli.
Ma quando si ricevono, in un palazzo del Governo, autorità di rango costituzionale come sono i sindaci, e li si invita a insorgere contro le leggi dello Stato, si sta invitando a insorgere contro lo Stato.
I Sardi hanno molti motivi per insorgere contro lo Stato italiano: i trasporti, l’abuso del territorio a usi militari, la profonda ingiustizia del sistema fiscale che rende incredibilmente faticoso l’accumulo di ricchezza, l’organizzazione dell’istruzione in forma ostile alla distribuzione della popolazione, la memoria dei soprusi subiti ecc. ecc., ma tutti noi che combattiamo queste battaglie, abbiamo imparato dalla storia giudiziaria sarda a non usare mai la parola ‘insurrezione’, anche noi che non la faremmo mai violenta e giacobina, anche noi che quando vediamo Sardi che difendono le stragi di Hamas o l’invasione di Putin ci sentiamo feriti in profondità.
In Sardegna c’è stato chi, per aver usato parole molto, ma molto meno impattanti di ‘insurrezione’, come ‘opposizione’, ‘resistenza’, ‘contrasto’ ecc. ecc., ha subito processi e galera, processi e galera ingiusti. C’è stato chi è stato spiato al bar e le cui parole sono state poi ampiamente manipolate per tenerlo a marcire in galera su accuse infondate; c’è stato chi è stato pedinato; c’è stato chi ha dovuto accettare di illustrare le proprie idee in assemblee costantemente presidiate dalla Digos (se andassero un po’ di più a quelle di celebrati partiti italiani, capirebbero un po’ di più le nuove forme della corruzione) ecc. ecc.
Sgarbi usa una parola oggettivamente eversiva nel contenuto e nel contesto e non succede nulla.
Sgarbi può giocare con le parole e con la storia, i Sardi no.
Noi dobbiamo pronunciare quello che pensiamo ‘a fogu a intro’. Ma stiamo fumando più di prima, questo è certo.
Nessuna polemica.
Avrò frainteso il Suo argomentare. Ricambio i saluti e, perché no? Anche a Lei :
Pistala s’abba pìsta, abba idi e abba ìstada.
Felicità.
Pistala s’abba pìsta, abba idi e abba ìstada.
Non ho certo né tempo né voglia di polemizzare con Alessandro dal quale tuttavia apprendo che nel mio precedente commento avrei:
• Perorato la causa delle pale eoliche (da non confondere con quelle dei fichi d’India);
• Assunto un atteggiamento strafottente nei confronti di chi ha pagato col carcere il convinto credo nell’indipendentismo sardo (ma quando mai? Il senso della mia provocazione era tutt’altro!);
• Assoldato e assunto come mentore un non sardo (Sgarbi) meritando perciò di essere il primo dei nuovi reclusi in eventuali nuove chiudende.
Più semplicemente, nel mio precedente commento ho tentato di dire che è inaccettabile subire in silenzio l’ennesimo scempio che sta per abbattersi sulla Sardegna, specialmente se questo silenzio accomuna le voci isolane (NESSUNA ESCLUSA) considerate, a torto o a ragione, “menti pensanti”. Infatti, queste più di altre avrebbero il potere di accendere il dibattito nella pubblica opinione.
Melchiorre Murenu ha il potere di spiegare bene ancora oggi il senso delle nuove chiudende « Si su chelu fit in terra, che l’aian serradu puru », leggasi: si su ventu fit in terra….. Ossia, la legge sulle nuove chiudende, contrariamente a quel che si pensa, l’hanno già approvata e adesso la stanno rapidamente attuando, riguarda i Parchi Eolici.
Caro Lei, è proprio vero, gli indipendentisti di cui si parla nel post che stiamo commentando, il carcere se lo sono fatto per molto meno. Contro le pale eoliche quegli “eroi” non si sarebbero limitati alle parole, come fa Lei con i fichi d’India.
Quanto al non sardo Sgarbi, se la sua è una delle poche voci che grida e rompe il silenzio assordante dei “nostri” (???) in difesa della Sardegna, stia certo che i primi a ringraziarlo sarebbero stati proprio quei martiri dell’indipendentismo che proprio per la difesa della nostra Terra si sono fatti arrestare. Altro che chiacchere vane!!
Saluti
P.S. Poiché augura e auspica Felicità, sappia che questa non si accompagna mai alle chiacchere vane.
Rinnoviamo i saluti.
All’attenzione del signor Dionigi,
” Considerato il silenzio assordante delle altre menti pensanti, soprattutto nostrane, anzi orgogliosamente isolane, volevo ringraziare sentitamente l’on. Sgarbi perché pone e rilancia pubblicamente (in modo non concesso ad altri? E chi se ne strafotte!!!!) un gravissimo jó problema: la tutela del paesaggio e dell’ambiente, l’ultima vera ricchezza millenaria che ancora possiede la Sardegna. Dovessimo perdere anche questa, non ci resterebbe davvero nient’altro che attendere l’istituzione delle “riserve sarde”, identiche a quelle create nel Nord America per raccogliere le tribù native degli indiani.
Che in Sardegna ci siano
“menti pensanti” tanto dubito.
Tant’è che Lei stesso pur di perorare le pale eoliche
(da non confondere con le pale di fico d’India che da sempre la terra sarda n’è esuberante)
si affida a l’on. (?) Sgarbi che: grazia nostra, sardo non è.
Tanto è grato al Suo mentore da concedergli quel che ad altri sardi non è ammesso.
Tanto plaude:
( È chi se ne strafotte!!!!)
Tanta strafottenza la vada a raccontare a certi anziani che hanno subìto il giogo del carcere — non della Digos come scrive il Professore Manichedda, all’epoca c’era la Squadra Politica —
dello Stato italiano al sol manifestare la contrarietà ad essere considerati sudditi e non cittadini di pari Diritti.
Bene, se verrà varato il nuovo Editto delle Chiudende di sarda memoria il primo rinchiuso di certo sarà Lei quale “mente pensante” di quel che fu l’antica Dàidaleia
Scrive di “ricchezza millenaria”
della Sardegna, sono a chiederLe :di che ricchezza parla?
No, metta la mente in pace, di millenario in Sardegna v’è solamente il mare, le rocce,i granitici massi dei Nuraghi, certi arbusti quali il cisto,il corbezolo, l’olivastro, il leccio, il lentischio, il mirto, l’asfodelo tutte piante assai care agli Dèi.
I sardi, ahinoi, quel che sanno ben fare essere figuranti di se stessi; radunarsi in piazze pubbliche e con l’ausilio di strumenti musicali quali l’armonica a bocca, fisarmoniche e launeddas, stringersi uno all’altro e dare smania, di certo dialogando l’uno a l’altra in italiano, a quel che viene chiamato
” su ballu tundu”
A tanto è ridotto l’antico Popolo sardo.
Grazie a tutti et Felicità.
Signor Manichedda,
Sardegna: il saccheggio eolico spiegato con Ryanair
Posted on21 Settembre 2023
By Paolo Manichedda
” Io soffro per non avere più le forze fisiche di guidare una sana e pacifica rivolta che la Sardegna avrebbe il diritto-dovere ”
Signor Manichedda, Lei mi stupisce!
Non trovo nessun baratro tra la sua pacifica e sana rivolta e l’insurrezione proposta da tale arruffapopolo qual è Sgarbi.
C’è differenza tra insurrezione e rivolta? No. Una è ” sana” l’altra è sgangherata. Ma sempre sulle strade necessità manifestare per poi giungere alla sana ribellione.
Come qualcuno ha scritto, sarebbe da chiedersi a che titolo, (i Sindaci) oltre se stessi sono stati accompagnati da un codazzo di ciceroni per illustrarene i monumenti e da maschere quali guide per non smarrirsi negli ambulacri del Palazzo. Non scrivo dei 400 figuranti di Solinas.
Capisco la Sua amarezza, il Suo smarrimento quando rammenta i Proscritti sardi , non esiliati ma messi in galera che al sol pronunziare opposizione o contrasto allo Stato italiano prontamente subivano processi per poi, il più delle volte tramutarsi in detenzione.
Personalmente ne ho conosciuto uno. Mi ha raccontato che quando fu portato via di casa, a breve il padre morì di crepacuore per aver visto il figlio portato via coi ferri al polso.
Come Lei scrive, è meglio ragionare “a fogu a intro”
Come già scritto: il peggior nemico dei sardi è il sardo stesso.
Non capisco, non concordo quando scrive ” di sardi che difendono le stragi di Hamas o plaudano a Putin”
Fare strage di essere umani sempre è un orrendo delitto.
Se in Israele un mussulmano starnutisce da sempre è un assistere, un prendersi a gomitate per chi vuol arrivare per primo alla Sinagoga più vicina: chi per abbassarsi i pantaloni, chi per alzarsi la gonna per manifestare il proprio disappunto a sì atto inappropriato.
Ma i palestinesi? Quanta strage a opera di Israele in questi ultimi 50 anni ha subito il popolo palestinese? Donne, bambini, vecchi, paralitici, mutilati nessuno è stato risparmiato dalle bombe intelligenti di Tel Aviv.
Già, di questo non è lecito parlarne se non si vuol fare la fine del Proscritto sardo.
Scrive di Putin, che altro doveva fare se non difendere i propri confini prima che i solerti popoli democratici a 300 km da Mosca installassero i missili puntati sulla capitale?
Giusto il pampero sud americano, ogni tanto ne dice una giusta :
“chi è andato per primo ad abbaiare ai confini della Russia”? Lungo argomento.
Di mio vanto ho la quinta Elementare, sempre mi sono accompagnato a persone più istruite di me, tanto ho imparato, altrettanto tanto imparo nel leggere il Suo scrivere, mai suasivo, sempre pacato, ben argomentato che portano a lunghe riflessioni sull’andazzo di quel che è la Sardegna e l’Italia intera.
Tanto mi sono permesso :
Rivolta = è un moto collettivo, istintivo e violento di ribellione contro l’ordine costituito che può essere sul piano politico e sociale (incitare alla rivolta militare o popolare; rivolta dei detenuti ecc.).
Insurrezione = è un sinonimo di rivolta, pertanto anche sul dizionario viene riportata la medesima definizione (Moto collettivo, violento e deciso, di ribellione)
Grazie et Felicità.
Analisi arguta come sempre quella del prof. Maninchedda. Tutto vero e filosoficamente interessante. Ciò premesso osservo che:
In data non sospetta, ossia il 2 gennaio 2023, Vittorio Sgarbi rilasciava al Corriere della Sera la seguente intervista (https://www.corriere.it/cronache/23_gennaio_02/sgarbi-san-siro-16f660e4-8a16-11ed-807c-71f69c13595f.shtml) in cui, in “difesa della bellezza” annunciava di inasprire le sue battaglie contro le pale eoliche, specie nelle regioni italiane con le zone più sfregiate dalla speculazione delle multinazionali estere. Oltre alle multinazionali estere, non penso sia il caso di ricordare gli interessi per l’eolico di “Cosa Nostra”, curati nientemeno che da Matteo Messina Denaro, anche in Sardegna.
Ancora il 2 gennaio 2023, quindi sempre in tempi non sospetti, L’Unione Sarda, dava la notizia dell’interessamento di Sgarbi per la Sardegna sempre in tema di eolico (https://www.unionesarda.it/politica/maxi-impianti-eolici-sgarbi-pronto-a-studiare-i-dossier-che-riguardano-la-sardegna-eu34e7tc).
Considerato il silenzio assordante delle altre menti pensanti, soprattutto nostrane, anzi orgogliosamente isolane, volevo ringraziare sentitamente l’on. Sgarbi perché pone e rilancia pubblicamente (in modo non concesso ad altri? E chi se ne strafotte!!!!) un gravissimo problema: la tutela del paesaggio e dell’ambiente, l’ultima vera ricchezza millenaria che ancora possiede la Sardegna. Dovessimo perdere anche questa, non ci resterebbe davvero nient’altro che attendere l’istituzione delle “riserve sarde”, identiche a quelle create nel Nord America per raccogliere le tribù native degli indiani.
Già, ma di quest’ultimo arbitrio (parchi eolici) le nostre teste d’uovo non parlano. “Il problema è un’altro” dicono loro. E come no!!
Allora la domanda non può che essere una: perché questa elite isolana non parla di quest’ultimo imminente sfregio ormai alle viste?
Ai posteri l’ardua sentenza.
«il peggior nemico dei sardi è il sardo»…
Sos Sardos semus furriados a s’ala mala, che una tzacheta cun sa forra a s’ala de fora e sa robba bona e bella a s’ala de intro.
Ma no lu zughimus iscritu in su DNA, e mancu in s’italianu chi manizamus meda che papagallos pro cussu e pro àteru.
Candho est chi nos furriamus a s’ala bona? No b’at bisonzu de “insurrezione” (idea chi no benit de conca nostra): bastat a cambiare, pònnere sa “forra” intro e sa robba bella e bona a s’ala de fora e fossis tiaimus cumprèndhere menzus chie semus, inue zughimus sos pes e tocat a zùghere fintzas sa conca e ite totu podimus fàghere fintzas cun sa libbertade personale e responsabbilidade colletiva/istitutzionale chi tenimus oe pro cambiare cussa puru.
Cherimus menzus èssere mamutones, prus cuntentos ca apicados a carchi “arbure” che “spaventapasseri” nos bident de prus sos àteros e faghimus prus ispetàculu?
Se la corte dei conti fosse un po più solerte, dovrebbe chiedere ai sindaci per quale ragione sono andati a Roma, e non soli, perché alcuni anche accompagnati per non perdersi in qualche corridoio del palazzo.
Mi chiedo se sia sufficiente una chiamata generale di un sottosegretario che vuole farsi propaganda sul nulla, per imbarcarsi su un aereo, fare schopingg al centro, sentire discorsi campati sull aria fritta e ritornare bel belli ai loro paesi…
Tanto paga pantalone.
E pur vero che se l’esempio viene dall’ alto – Solinas va in trasferta con i suoi 400 cari a Barcellona, per rinverdire i fasti della dominazione catalana in sardegna – che cosa è una gita fuori porta per qualche sindaco e il suo staff ?
Il peggior nemico dei sardi, è il sardo