Continuo a teorizzare la formazione di una grande coalizione per battere questa Destra sarda al potere.
Anche se la Destra si trasformasse in un partito unico per mettersi sotto l’ala del successo della Meloni, la risposta non dovrebbe cambiare: una grande alleanza con un programma forte e molto ben strutturato.
A oggi il rischio che la coalizione di alternativa a Solinas, o a chi per lui, non si formi, è altissimo. Non è stato, infatti, compreso che per essere in molti, tutti devono perdere qualcosa di esclusivo. Per stare insieme non conta l’identità di parte, conta quella di gruppo e questa nasce se si abbandonano preliminarmente ambizioni e strategie di egemonia, nonché competizioni tanto dure da impedire ogni dialogo. Se si mantiene l’idea di non partecipare alle coalizioni dove si trova anche un proprio competitor elettorale, non si va da nessuna parte. E ancora: il candidato presidente, a mio avviso, non può essere un leader di parte, ma risultare un punto di convergenza in cui tutti possano riconoscersi. Bisogna trovare un garante capace e appetibile, piuttosto che un comandante di fazione.
Detto tutto questo, resta da fare un altro passo: si deve favorire la nascita di una lista di moderati progressisti, non compromessi col governo Solinas, ma non riducibili al moderatismo storico del centrosinistra oggi rappresentato ampiamente dal Pd, da Azione e da Italia Viva.
Insomma, parlo di persone che storicamente abbiano votato e militato a Destra, ma che non vi si riconoscano più. Questo spazio politico, un tempo coperto da parti di Forza Italia, da correnti di Alleanza Nazionale e parzialmente dall’Udc, esiste ma è senza rappresentanza e senza casa. Io li chiamo i manzoniani, quel mondo di radice sostanzialmente liberale, irritato dalla corruzione e dalla degenerazione della destra italiana, lontano anni luce dall’estrema sinistra della cancel culture ma molto prossimo a diversi settori seriamente riformisti del Pd, di Azione e di Italia Viva, i quali non possono fare immediatamente un passaggio di ingresso in queste formazioni.
Bisogna aiutare questo mondo a ritrovarsi, a mettere fine alla diaspora, a organizzarsi. Alcuni tentativi di esponenti della maggioranza Solinas di proporsi in Azione e in Italia Viva mi risultano essere stati respinti e ciò è altamente positivo. Come pure mi pare siano naufragati i tentativi, predisposti per tutta la legislatura, di dialogo con i Riformatori-Rastrellatori e l’Udc. Ormai è chiaro che entrambe le formazioni sono irrimediabilmente compromesse con Solinas e che devono rimanere ancorate al suo naufragio di fine legislatura. Il quadro si sta chiarendo nel modo migliore per gli elettori: chi è stato con Solinas senza ‘se’ e senza ‘ma’ sta con lui fino alla fine, anche perché non c’è stata tensione politica in questa legislatura che non sia stata risolta da Solinas con lievi o massicce distribuzioni di potere, a dimostrazione che la politica veniva usata strumentalmente per ottenere di più, non per correggere la rotta. Una volta che è chiaro che la maggioranza di Solinas non è appetibile, come non lo è minimamente, occorre creare lo spazio per attrarre gli elettori di Solinas moralmente sani e delusi.
Questo è uno dei compiti dei prossimi mesi.
Un altro compito è capire se i sardisti dissidenti da Solinas avranno il coraggio di riunirsi e di fare qualcosa. Posto che il Partito è saldamente nelle sue mani per le alchimie di uno Statuto ottocentesco, resta da capire se la diaspora sardista è in grado di aggregarsi. Anche questo va agevolato. Speriamo di trovare il modo migliore per favorire tali esiti.
Gentile Paolo, ma perché ci si gira attorno e non si ha il coraggio di dirlo (e provare a farlo) senza troppi arzigogoli e sotterfugi: bisogna semplicemente recuperare il metodo democristiano (sia per battere la destra che la sinistra: anche se prima bisognerebbe chiarire su cosa si intenda).
Ricordando che, nonostante interessate ricostruzioni del mainstream culturale, la DC NON era (solo) un partito moderato.
È superfluo precisare che non parlo di parodie del recupero del metodo democristiano alla ” Rotondi”.
Cordiali saluti
Evidentemente non è lei che ha scritto che sa, con certezza, da quale parte io mi schiererò.
No guardi, nessuna critica personale. Rilegga.
Mi sarei aspettato un critica politica, piuttosto che un attacco sul personale senza sapere nulla di me. Stia bene professore.
Ecco, signor Sassu, mi mancavano queste certezze! Sono sicuro che lei è certo che con questi severi giudizi si metterà insieme una coalizione vincente. Io no.
Moderati progressisti? Un ossimoro che vuol dire tutto e niente. Anzi, solo niente. Con questi discorsi l’unica cosa che si può ottenere è un disamore per la politica o una progressione del potere della destra.
Caro Luca, Niki è per me un amico e una persona che stimo molto. Non riesco più a capire quanta voglia di fare abbia, ma se ritrovasse entusiasmo sarebbe un grande bene per la Sardegna.
Sempre chiaro Paolo
Solo se si riuscirà a mettere insieme almeno 10 priorità condivise questa soluzione troverà il progetto di governo che cambierà questa atroce situazione di degrado politico e morale e ridarà ossigeno alla rinascita.
Le priorità ci sono, gli uomini non ancora.
L’unica cosa che si vede è il Garante.
Se avessi la caratura di chi scrive, questo articolo sarebbe il mio 🙏💪. Vorrei aggiungere un pensiero : recuperare Nichi GRAUSO sarebbe il massimo, era l’unico che avrebbe potuto cambiare il destino dei Sardi.