La risposta del Partito dei Sardi all’appello ai candidati alle prossime elezioni regionali per sostenere la riforma e il rilancio del parco Geominerario della Sardegna
Cari amici,
rispondo volentieri al vostro appello, consegnatomi dal Presidente Giampiero Pinna in occasione della visita di Francesco Pigliaru ad Iglesias, nella sede del Parco Geominerario.
La vicinanza del Partito dei Sardi alle tematiche della cultura, dell’ambiente e di uno sviluppo sostenibile del Sulcis è testimoniata dalla scelta, come candidato per il nostro territorio, di una persona che proviene dal mondo degli operatori e delle aziende che hanno saputo creare impresa ed occupazione proprio nel settore dei beni culturali. Nella mia veste di imprenditore e di uomo della cooperazione, ho sempre riconosciuto l’ottima occasione che il Parco può rappresentare per il territorio. Ho visto, però, il modo in cui una politica di stampo prettamente clientelare ha trasformato questa occasione in motivo di continue delusioni, di distribuzione non trasparente dei contributi alle più diverse iniziative culturali, di precarizzazione e mortificazione delle numerose competenze e capacità di cui il Parco non ha saputo fare tesoro. La mancanza di una visione politica alta, l’assenza di una regia chiara e risoluta, che poteva rendere il Parco il punto di riferimento per gli operatori del settore, hanno allontanato progressivamente l’istituzione dal territorio, favorendone una visione dall’esterno che la assimilava piuttosto ad uno dei tanti “poltronifici” cui chi opera nel campo della cultura è, purtroppo, avvezzo.
A fronte di tale delusione, quello che mi sento di garantire è un impegno costante perché sia fatta, innanzitutto, totale chiarezza sulle competenze del Parco. Da archivista che ha partecipato alla prima campagna di censimento del patrimonio archivistico di proprietà del Comune di Iglesias che attualmente è conservato a Monteponi, assieme all’Archivio Storico Minerario, confesso che mi è difficile, salva la proprietà legittima in capo ad Igea, capire perché tale patrimonio archivistico non sia inserito in maniera più costruttiva e proficua all’interno di un percorso di valorizzazione culturale e storica che non può che spettare ad un ente dalla vocazione culturale come il Parco. Lo stesso tipo di considerazioni credo possa essere fatto per la gestione dei siti di archeologia mineraria, che devono a buon diritto figurare in un percorso culturale, anche solo per poterne garantire una fruizione ed una promozione che si ispirino alle moderne metodologie del turismo culturale attivo, quando non semplicemente del buonsenso.
Riconosco, al di là di pareri personali, l’assoluta necessità di un chiarimento definitivo del perimetro di competenze del Parco, tra le quali mi sembra imprescindibile una formazione permanente della comunità sulcitana, non adeguatamente preparata per conoscere, far conoscere e quindi difendere l’enorme patrimonio di cultura e saperi che il Parco può e deve rappresentare, e la formazione, al contempo, dell’insieme degli operatori culturali del territorio, che molto spesso non sono messi in condizione di conoscere e promuovere le attività del Parco, eventualità particolarmente esecrabile nel caso in cui tali attività ricadano nei territori dei Comuni di cui gli operatori gestiscono i siti di interesse culturale o i sistemi museali.
Chiarezza, definizione delle regole, snellimento delle incombenze burocratiche che fanno capo al Parco, un maggiore coinvolgimento nel coordinare le attività culturali del territorio, una disposizione più aperta sulle tematiche dell’educazione e della didattica, non solo relativamente all’utenza ma nei confronti dell’intera popolazione del territorio, perché diventi il principale protagonista nella tutela, promozione e valorizzazione del nostro patrimonio culturale.
Questi sono, in estrema sintesi, i punti su cui mi impegno ad operare, confidando in una vostra proficua collaborazione per ulteriori approfondimenti. Su tutti, mi impegno con voi nella lotta per ottenere, quanto più possibile, spazi di autonomia agita, che aiutino tutti noi ad essere attori, ma soprattutto registi, di uno sviluppo del territorio più rispettoso dell’ambiente e delle persone che lo vivono, per elaborare insieme il nuovo racconto di un Sulcis che non si arrenda fatalmente al sentirsi definire di continuo “la provincia più povera d’Italia”.
Luca Sarriu, candidato del Partito dei Sardi nel collegio di Carbonia Iglesias.