di Paolo Maninchedda
Ieri ho scritto questa lettera a diverse amministrazioni che gestiscono appalti per conto della Regione, nonché all’Anci per ciò che riguarda i Comuni.
L’argomento è semplice: è in vigore, ma molti lo dimenticano, l’art.234 del Codice degli appalti, che riguarda i CONTRATTI PUBBLICI DI LAVORI, SERVIZI, FORNITURE NEI SETTORI SPECIALI. Ho chiesto che venga rispettato e applicato, perché prevede che qualsiasi offerta presentata per l’aggiudicazione di un appalto possa essere respinta se la parte dei prodotti componenti l’offerta provenienti da paesi terzi (Paesi non UE e con cui la Ue non abbia concluso un accordo specifico) supera il 50% del valore totale dei prodotti che compongono l’offerta.
Quali sono i settori speciali? Sono i settori del gas, dell’energia termica, dell’elettricità, dell’acqua, dei trasporti, dei servizi postali, dello sfruttamento di area geografica.
Che cosa dice l’art.234? Ecco il testo:
1. Le offerte contenenti prodotti originari di Paesi terzi con cui la Comunità non ha concluso, in un contesto multilaterale o bilaterale, un accordo che garantisca un accesso comparabile ed effettivo delle imprese della Comunità agli appalti di tali Paesi terzi, sono disciplinate dalle disposizioni seguenti, salvi gli obblighi della Comunità o degli Stati membri nei confronti dei Paesi terzi.
2. Qualsiasi offerta presentata per l’aggiudicazione di un appalto di forniture può essere respinta se la parte dei prodotti originari di Paesi terzi, ai sensi del regolamento (CEE) n. 2913/92 del Consiglio, del 12 ottobre 1992, che istituisce un codice doganale comunitario, supera il 50% del valore totale dei prodotti che compongono l’offerta. Ai fini del presente articolo, i software impiegati negli impianti delle reti di telecomunicazione sono considerati prodotti.
3. Salvo il disposto del comma 4, se due o più offerte si equivalgono in base ai criteri di aggiudicazione del prezzo più basso o dell’offerta economicamente più vantaggiosa viene preferita l’offerta che non può essere respinta a norma del comma 2; il valore delle offerte è considerato equivalente, ai fini del presente articolo, se la differenza di prezzo non supera il 3%.
4. Un’offerta non è preferita ad un’altra in virtù del comma 3, se l’ente aggiudicatore, accettandola, è tenuto ad acquistare materiale con caratteristiche tecniche diverse da quelle del materiale già esistente, con conseguente incompatibilità o difficoltà tecniche di uso o di manutenzione o costi sproporzionati.
5. Ai fini del presente articolo, per determinare la parte dei prodotti originari dei Paesi terzi di cui al comma 2, sono esclusi i paesi terzi ai quali, con decisione del Consiglio è stato esteso il beneficio di cui alla direttiva 2004/17.
6. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per le politiche comunitarie di intesa con il Ministro delle infrastrutture, sono indicati i Paesi terzi esclusi dal Consiglio ai sensi del comma 5. In ogni caso, il comma 5 trova applicazione diretta, anche in mancanza di detto D.P.C.M.