Poche
parole per descrivere la linea di questo giornale.
Noi difenderemo sempre le libertà e i diritti individuali contro la forza degli
apparati.
Lo sappiano i micro tiranni delle tante strutture amministrative,
dall’impiegato sgarbato al dirigente prepotente e capzioso; lo sappiano i
magistrati, i dirigenti sanitari, gli uomini di governo.
Restituire dignità all’inesauribile desiderio di felicità delle persone che
nessun potere e nessuna organizzazione può soddisfare, ci pare un obiettivo
ineludibile.
Crediamo in determinati valori.
Tra di noi ci sono cristiani, atei, scettici, stoici, socialisti, anarchici,
liberali e democratici. Sarà un giornale con un’identità plurale.
Diciamo di più: chiunque potrà scriverci, anche chi non la pensa come noi,
purché lo faccia con competenza e onestà.
Non rubiamo e non ci piacciono i ladri.
Siamo educati e non ci piace la dilagante volgarità.
Non è vero che per essere autentici in Sardegna occorra essere rozzi e arcaici.
Non ammazziamo e non ci piacciono gli assassini e i feroci.
Non diciamo bugie e non ci piacciono i bugiardi e i maldicenti, tanto meno gli
adulatori e i prepotenti.
Pensiamo che produrre ricchezza sostenibile sia un merito e non una colpa. Apprezziamo,
dunque, i ricchi onesti. Combattiamo imbroglioni, parassiti, vanagloriosi,
dandy e ladri imprenditoriali.
Lottiamo per cambiare le condizioni di vita dei poveri resi tali da altri
uomini e dai sistemi politici e culturali; non lisciamo il pelo a quelli che lo
sono per aver scelto di sprecare il tempo e la vita. Li aiutiamo, ma non diamo
loro ragione.
Siamo perché chiunque abbia sempre una seconda possibilità nella vita, sia essa
morale, economica, culturale o personale.
Combattiamo i giustizialismi che esigono ergastoli e pene di morte.
Vogliamo difendere il pianeta dalla distruzione sistematica cui lo stanno
sottoponendo logiche egoistiche planetarie.
Vogliamo difendere la terra dai rifiuti e dai furbi.
Per noi la Sardegna è una nazione che merita e ha necessità di divenire uno
Stato. Le forme e i tempi sono oggetto di discussione, di flessibilità
politica, di percorsi, ma l’obiettivo è giusto e va mantenuto fermo e reso
riconoscibile.
Siamo mediterranei. Non accettiamo la visione carolingia dell’Europa che non
riesce a darsi conto di che cosa sia il Mediterraneo, non lo capisce e lo
derubrica a confine col mondo arabo.
Non accettiamo gli stereotipi sul mondo arabo. Vogliamo parlarne con libertà, buona
coscienza, spirito critico; vogliamo capire con la testa e non con l’elmetto
della Nato, che pure è un’alleanza militare che ci sta bene, che cosa accade in
Medio Oriente e in Nord Africa.
Siamo consapevoli che il Popolo sardo ha più colpe, difetti, malattie morali e
vizi culturali che meriti. Conosciamo i limiti in cui agiamo, ma cerchiamo di
non farcene sopraffare.
Formuliamo un giudizio severo dell’attuale governo leghista della Sardegna, ma
censuriamo anche la pigrizia di attività, di visione e di militanza sociale
dell’opposizione. Questo giornale lavorerà a stimolare (senza alcuna ambizione
di gestione politica o di impegno elettorale) la crescita di un’alternativa nazionale sarda che possa costruire
una nuova proposta di governo e interpretare la connessione tra interessi
legittimi e poteri reali di cui la Sardegna ha bisogno.