Finalmente ho messo insieme tutte le carte che mi servivano per rispondere al sindaco di Bosa, che mi ha accusato in Consiglio comunale (22.12.2022) di sciacallaggio politico. Precisato che non mi sono mai nutrito politicamente di carogne, come fanno gli sciacalli, riconosco di avere conosciuto più di una carogna nel mio percorso politico ormai passato (e non rimpianto), ma porto a mio merito non essermi mai intrattenuto con questo tipo di animali politici.
Mai lasciate le birre pagate nei bar per qualche voto in più.
Mai fatti assumere parenti da chicchessia.
Mai costruito ad arte accuse contro persone per bene, solo per la paura che quelle persone potessero contrastarmi sul piano del consenso.
Conosco il Sindaco Casula e non è né una carogna né uno sciacallo, ma questa sua accusa sguaiata che mi ha rivolto, mi sollecita a fare uno screening sulla fauna politica bosana per verificare se l’evocazione sciacallesca possa essere nata dalla comparsa di questi animali in città. Ne parlerò diffusamente nelle prossime settimane.
Dicevo che avevo dunque intenzione di rispondere al sindaco con tutta calma e con il tempo giusto, ma oggi lui stesso è rimbalzato agli onori delle cronache (se ne occupa L’Unione Sarda in prima pagina) perché impedirebbe a una sua consigliera comunale di partecipare ai Consigli Comunali da remoto.
Per capire l’evoluzione aggressiva di Casula, soccorre appunto il verbale della seduta del consiglio comunale del 20 dicembre 2022.
Frase tombale del sindaco in risposta alla consigliera Mastinu che aveva chiesto la videoconferenza:
“Infatti la videoconferenza con me Sindaco non si farà mai” (pag. 37 del verbale).
Ecco, questo è un assaggio di come si possa scivolare da sindaco a merixeddu, cioè a padroncino che fonda le regole secondo il proprio gusto. Le videoconferenze sono utilizzate da tutte le istituzioni della Repubblica, favorite dalle leggi perché riducono l’impatto ambientale, ma finché ci sarà lui a Bosa non si faranno. Bosa, che non è mai stata nell’animo monarchica (e infatti il suo carnevale è bello perché livella nello sberleffo le gerarchie sociali), ha trovato il suo reuccio: como bi so deo e cumando deo! Amen.
Tuttavia, il sindaco, in versione siacallologo, non la dice giusta quando le cose gli toccano lo scivoloso dorso.
Mi contesta di non avere finanziato la messa in sicurezza dei canali tombati?
In queste cose non vale la velocità di lingua, vale la certezza dei fatti.
Sotto il mio mandato è stato istituito il primo repertorio dei canali tombati della Sardegna e sempre sotto il mio mandato è iniziata la politica e sono stati erogati i finanziamenti per la messa in sicurezza di questi pericolosissimi strumenti di governo delle acque.
È vero che il progetto del canale bosano che questa amministrazione non vuole più realizzare è in itinere dal 2005, ma io non ho mai detto che quel canale è opera della mia politica; ho detto che era ed è coerente con le politiche che portano fuori l’acqua dai centri abitati anziché mettercela dentro, come si vuol fare ora.
Ma di questo riparleremo con calma.
È vero che io stanziai, solo dal mio assessorato, circa 7,5 milioni di euro in due anni e mezzo per la tutela idraulica di Bosa (senza considerare il lavoro di tutela per evitare che 2,5 milioni stanziati nel passato, e non utilizzati, venissero perduti), e che invece l’assessore Frongia fece uno stanziamento di 20 milioni di euro attinti da una rimodulazione del mutuo infrastrutture da me contratto nel 2015 (cioè, in sostanza, togliendo ad altri per dare a Bosa o ricalibrando in una sola voce ciò di cui Bosa e il territorio in parte già godevano), ma il bello è che i soldi da me stanziati erano e sono veri, questi 20 milioni sono rimasti sulla carta, perché l’amministrazione non ha restituito alla Regione la convenzione firmata entro l’anno e dunque i soldi non sono mai stati impegnati.
Il problema, dunque, non è di sciacalli, ma di controllo incrociato delle fonti: da una parte le affermazioni del sindaco-re (col fantasma dello sciacallo birra-pagata che si aggira nei viottoli di Sa Costa e io di questo animale voglio occuparmi, non del sindaco Casula), dall’altra gli atti regionali. Sono cose che una bella videoconferenza aperta a tutti, con possibilità di verifica da parte di tutti, troverebbero soluzione, magari anche svelando convergenze laddove si suppongono contrasti o viceversa, invece, l’aver contestato la scelta grave e ingiusta di riportare l’acqua dentro Bosa ha portato a reazioni scomposte che costringono anche i miti a rileggere tutti gli atti e a scoprire tutto ciò di cui parleremo nei prossimi giorni, da uomini non da sciacalli.
Ma il sindaco Casula sa che tra poco tempo l’arenile di Bosa sarà lo stesso di Tresnuraghes?
La cosa migliore a questo punto è una seria alluvione.
Quindi…..un’altra razza autoctona?
Dopo il pastore fonnese, su OMISSIS ‘usinscu?